Poesie d'Autore


Scritta da: Mauro Lo Sole
in Poesie (Poesie d'Autore)
"Il tricolore"
non smetterò mai d'amarti, di lodarti, e di portarti nel cuore, perché sei la storia l'amore il dolore il tricolore!

Sono la bandiera italiana, tienimi in alto, onorami, rispettami, difendimi e sventolami in segno di fratellanza di vittoria, sono il tuo vessillo nazionale il tricolore, di colore, verde, bianco e rosso.

"Il bianco, la fede serena alle idee il verde, la perpetua rifioritura della speranza a frutto di bene nella gioventù dè i poeti, il rosso, la passione ed il sangue dei martiri e degli eroi" disse "giose carducci".

Io rappresento il cielo la terra i monti il mare, garibildi, cavour, mazzini, il re vittorio emanuele...

l'inno nazionale.

"Evviva l'italia dal sonno s'è desta dell'elmo di scipio s'è cinta la testa dov'è la vittoria! Le porga la chioma chè schiava di roma ddio la creò".

Sono il simbolo della patria della repubblica e della libertà...

"sono la bandiera italiana, il tricolore".
Viva l'italia!
Mauro lo sole.
Composta venerdì 27 marzo 2020
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Sbocciano fiori di pietra alle mie dita

    Sbocciano fiori di pietra alle mie dita
    mentre con lo sguardo bevo il cielo che mi nutre
    con voli di tulipani
    e distese di grano
    che allargano i miei polmoni in campi di carne.

    Busso alle porte del tuo segreto
    con rintocchi di campana
    e grida di cornacchia
    e scheggio le mie unghie sulla corteccia.

    Ho piedi marini e braccia come sentieri
    mentre i miei capelli stormiscono alle cime degli alberi
    ed il mio viso si scioglie
    nella corrente dei fiumi.

    La luce del sole nutre la mia pelle
    dove riposa ancora latte di stelle
    ed il sospiro della notte
    che tutto trova e tutto perde.

    Busso alle porte del tuo segreto
    con rintocchi di campana
    e grida di cornacchia
    e scheggio le mie unghie sulla corteccia.

    Esploro il tuo viso nel riflesso delle foglie
    ed ascolto la tua voce nella caduta del sasso sul fondale;
    così catturo un volo di polline
    per fartene collane e bracciali
    ed incendio cataste di fiori per vestirti di fumo.

    Nella radice dell'occhio vive la tua presenza
    e nel cavo delle mani mi riscalda la tua assenza:
    mi siedo sulla terra e bevo il tuo segreto
    fatto di pietre e grano.
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      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Il cielo è nero fumo che voltola, sfiocca, imperversa
      come a un fiato d'incendio. Corron ruote di cenere
      per l'infinito campo: borghi d'ocra e fuliggine
      si riproducono e ripercotono.
      Tutto fugge come a un fosco mare.
      Le case impallidiscono di spasimi sulle montagne,
      mostrano i mille occhi alle palpebre chiuse,
      i lampi sono rosei
      come i filari efimeri delle gambe alle ballerine
      in passo finale.
      Le folgori sono come bisce verdi e violette
      spesso han vene di sangue a capo, a coda. Sparve
      la scena dè monti lontani.
      S'opaca la distanza.
      Eccoli dispariti.
      Una dolomia, sola, il chiaro picco mantiene, alto,
      in un canto de la nerezza, teso.
      Piovon tutte le acque,
      a gocce, a schegge, a frecce, a micce ebbre di fuoco.
      Gli uccelli fuggono gli occhi accesi dei gatti saliti sulle piante:
      i gatti fuggono le spire di bragia
      delle folgori:
      le foglie degli alberi tremano per l'universo.
      Io m'abbandono
      a tutti i fiumi oscuri di me stesso che straripano.
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        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Lacrima (Maggio 1872)

        Lontano dagli uccelli, dagli greggi, dalle contadine,
        io bevo, accoccolato in qualche brughiera
        circondata da teneri boschetti di noccioli,
        in una tiepida e verde foschia pomeridiana.

        Che mai potevo bere in quella giovane oise,
        olmi senza voce, erba senza fiori, cielo coperto.
        Che cosa succhiavo alla zucca di colocasia?
        Forse un liquore d'oro, insipido, che fa sudare.

        Sarei stato, così a, una brutta insegna di locanda
        poi il temporale mutò il cielo, fino sera.
        Furono paesi neri, laghi, pali,
        colonnati sotto la notte blu, stazioni.

        L'acqua dei boschi si perdeva su sabbie vergini,
        il vento dal cielo, gettava ghiaccioli sugli stagni...
        e dire che, come un pescatore d'oro o di conchiglie,
        non mi sono nemmeno preoccupato di bere.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Uomo ridotto a panico
          inginocchiato inerme
          sfoglia la tua statura
          vittima nelle mani
          dell'aria e del respiro
          vulnerabile implora
          un qualche raggio.
          Il morbo impercettibile
          sospeso
          invisibile avanza
          pare stia seguendo
          delle mire,
          non si accanisce, sfiora
          fiori sbocciati appena,
          trascorre imperscrutabile
          il cammino,
          impietoso si aggira
          sulle piaghe
          avanzate dolenti
          dietro gli anni...
          forse un castigo,
          monito inteso ad arginare
          i fumi
          della presunzione
          del dileggio
          di tuoi figli voraci.
          Perdonaci o signore.
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            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Canto di chi rimane a casa

            Restare a casa è un ordine
            che non si discute,
            ma da adesso in poi dovremmo essere
            un poco più attenti a quelli che muoiono sul lavoro.
            lo so che ora il problema è non infettare gli altri,
            lo so che non è una banale influenza
            quella che ci sta attraversando,
            ma se dobbiamo temere la malattia
            dobbiamo temerla sempre,
            dobbiamo mettere pochi pesticidi nelle terre
            e le industrie pochi veleni nel cibo e nell'aria.
            e chi non è più amato
            non può più uccidere la sua amante,
            e si può essere ricchi
            solo se non ci sono poveri.
            Non voglio affiancarmi agli stupidi
            per ogni volta che dici qualcosa
            ti rispondo che il problema è un altro,
            dobbiamo chiedere che dal prossimo autunno,
            ogni governo, di destra o di sinistra,
            si ponga il problema che vendere sigarette è vendere tumori
            e vendere alcolici è vendere cirrosi.
            Ora più che mai è un dovere di tutti stare bene
            ma nel futuro deve essere anche un diritto:
            se un futuro governo, come quelli passati,
            toglierà soldi agli ospedali
            per destinarli alle spese militari
            sarà un governo di criminali.
            Composta sabato 21 marzo 2020
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Oggi essere rivoluzionari significa rallentare

              Abbiamo bisogno di contadini,
              di poeti, gente che sa fare il pane,
              che ama gli alberi e riconosce il vento.
              più che l'anno della crescita, ci vorrebbe l'anno
              dell'attenzione.
              Attenzione a che cade, al sole che nasce
              e che muore, ai ragazzi che crescono,
              attenzione anche a un semplice lampione,
              a un muro scrostato.
              Oggi essere rivoluzionari
              significa togliere
              più che aggiungere, rallentare
              più che accelerare,
              significa dare valore al silenzio, alla luce,
              alla fragilità, alla dolcezza.
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                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Viaggiate

                Viaggiate
                ché sennò poi
                diventate razzisti
                e finite per credere
                che la vostra pelle è l'unica
                ad avere ragione,
                che la vostra lingua
                è la più romantica
                e che siete stati i primi
                ad essere i primi.

                Viaggiate
                ché se non viaggiate poi
                non vi si fortificano i pensieri
                non vi riempite di idee
                vi nascono sogni con le gambe fragili
                e poi finite per credere alle televisioni
                e a quelli che inventano nemici
                che calzano a pennello
                con i vostri incubi
                per farvi vivere di terrore
                senza più saluti
                né grazie
                né prego
                né si figuri

                Viaggiate
                ché viaggiare insegna
                a dare il buongiorno a tutti
                a prescindere
                da quale sole proveniamo,
                viaggiate
                ché viaggiare insegna
                a dare buonanotte a tutti
                a prescindere
                dalle tenebre che ci portiamo
                dentro.

                Viaggiate
                ché viaggiare insegna a resistere
                a non dipendere
                ad accettare gli altri non solo
                per quello che sono
                ma anche per quello che non
                potranno mai essere,
                a conoscere di cosa siamo capaci
                a sentirsi parte di una famiglia
                oltre frontiere, oltre confini,
                oltre tradizioni e cultura,
                viaggiare insegna a essere oltre.

                Viaggiate
                ché sennò poi finite a credere
                che siete fatti solo per un panorama
                e invece dentro voi
                esistono paesaggi meravigliosi
                ancora da visitare.
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