Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)
Chi è colui così gagliardo e forte
che possa vivere senza poi morire?
E da colei che è tutto, Madonna Morte
quando l'ora scocca potrà mai fuggire?

Niente con sé potrà portare
e quando la Morte taglierà il suo filo
nessuno al mondo lo potrà scortare
dentro la tomba, nel suo ultimo asilo.

Venite dunque e insieme a lei danzate
perché ormai è la fine, perché
questa è l'ora
ogni speranza per sempre abbandonate
chè la morte è qui e vi prende la gola.
Vota la poesia: Commenta
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Ai tempi della pandemia (la pesta del XIX secolo)

    E la gente rimase a casa
    e lesse libri e ascoltò
    e si riposò e fece esercizi
    e fece arte e giocò
    e imparò nuovi modi di essere
    e si fermò
    e ascoltò più in profondità
    qualcuno meditava
    qualcuno pregava
    qualcuno ballava
    qualcuno incontrò la propria ombra
    e la gente cominciò a pensare in modo differente
    e la gente guarì.
    E nell'assenza di gente che viveva
    in modi ignoranti
    pericolosi
    senza senso e senza cuore,
    anche la terra cominciò a guarire
    e quando il pericolo finì
    e la gente si ritrovò
    si addolorarono per i morti
    e fecero nuove scelte
    e sognarono nuove visioni
    e crearono nuovi modi di vivere
    e guarirono completamente la terra
    così come erano guariti loro.
    Vota la poesia: Commenta
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Ti lascio passeggiare un po' tra i miei pensieri
      non farti spaventare dal disordine
      fa parte dell'arredamento.
      troverai qualche soldatino di guardia
      fanno tanto i duri
      ma in fondo vogliono solo una carezza.
      Ti lasceranno entrare.
      Paura e ansia non le guardare
      sono due prime donne
      non aspettano altro
      che farsi belle agli occhi delle novità
      prosegui pure avanti
      hanno poco da raccontarti.
      Appena superata la curva della speranza
      diciamo tra incoscienza e ragione
      lì potrai affacciarti ai miei desideri.
      Di quelli proibiti ho perso la chiave.
      Ma non sono in prigione.
      Già che ci sei, liberami un po' di follia.
      La notte urla e straparla
      non mi lascia riposare.
      La malinconia è sempre a leggere in disparte
      un po' per scelta un po' per arte.
      Sì, insomma, non cercare di fare ordine
      l'ultima volta
      mi ci sono voluti due anni di analisi
      per risistemare.
      Puoi fermarti quanto vuoi
      o restare a dormire
      ma ricordati di baciarmi gli occhi
      se desiderai di uscire.
      Vota la poesia: Commenta
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Vietato abbracciarsi.
        Toccarsi.
        Baciarsi.
        Stringersi.
        Sono vietate tutte le forme di affetto
        fino a data da destinarsi.
        Quel metro di distanza
        è uno spazio siderale dove non cresce niente.
        Questo virus ci sta uccidendo nel modo più atroce che esista:
        Lasciandoci soli.
        Bisogna trovare un modo,
        qualunque esso sia
        per restare uniti: i virus non sopportano le persone felici.
        Bisogna reagire pensando che non sarà più così.
        Contrastando la paura con dosi spietate di bellezza.
        Difendendo la dolcezza che possiamo ancora regalare
        leggendo poesie a chi ci sta vicino.
        Mandando carezze con gli occhi.
        Facendo capire a chi ci vuole bene che ci siamo.
        Usando la testa e non la rabbia per difenderci.
        Torneremo alla nostra vita un giorno.
        rendendoci conto
        di quanto sia incredibilmente bella e preziosa.
        E forse, smetteremo per sempre di sprecarla.
        E forse questa volta, la vivremo instante dopo instante.
        Senza più aver paura di sbagliare.
        Forse inizieremo a vivere davvero
        senza aver paura di sognare.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: dantino
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Primavera

          Primavera
          che Dio voglia cambiarmi
          come può con il vento che da poco profuma
          nel suo dovuto animato fischiare
          tra le foglie di mirto, tra il muschio e i licheni
          si sente lontano un echeggio di mare
          che frena di piano in piano, in fiore, quasi... per non disturbare
          si odono uccelli in sollievo, cantare,
          è l'amore
          un donarsi e un donare
          si nasce
          e questo commuove
          ancor più
          di quando si muore
          ed io ateo
          ringrazio il signore.
          Composta domenica 22 marzo 2020
          Vota la poesia: Commenta
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Sfogliando pagine del libro
            dove si leggono poesie
            che la stagione pubblica
            mi fermo davanti agli occhi
            di un ciliegio che scrive versi,
            l'opera si presenta al vicinato
            con l'orgoglio festoso di chi dona.
            Tutti vogliono leggere la storia.
            E io che ascolto i versi
            della campagna
            trafugo al vento l'alito di fiori
            traggo debutto da forbiti aloni
            dall'eco attratto di reviviscenza,
            andatura commista di giulebbe
            e peso amaro sui gradini stanchi,
            m'affanno piazzando sui fogli
            di carta immagini per imitarlo,
            e mi vanto pittore.
            Vota la poesia: Commenta
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Contro la pandemia

              In ogni parte del mondo
              per lavarsi le mani
              occorrono 60 secondi.

              In Italia è diverso.
              In Italia basta tempo per una poesia.

              La bellezza di un minuto salverà il mondo.
              In Italia ogni minuto è bello.

              Ormai in tutto il mondo occorrono 60 secondi per lavarsi le mani.
              60 secondi bastano forse per salvare il mondo.
              Se è vero che la bellezza ci salverà, la bellezza da sempre dimora qui in Italia.
              Ogni minuto è più bello se vissuto in Italia.
              Ogni minuto in Italia è bellezza e poesia.
              Non sarà tempo perso neanche un minuto chiusi in casa.
              Vota la poesia: Commenta
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Viva la primavera, viva la vita!

                Era l'11 marzo del 2020, le strade erano vuote, i negozi chiusi, la gente non usciva più.
                Ma la primavera non sapeva nulla.
                Ed i fiori continuavano a sbocciare.
                Ed il sole a splendere
                E tornavano le rondini
                E il cielo si colorava di rosa e di blu.
                La mattina si impastava il panne
                e si infornavano i ciambelloni.
                Diventava buio sempre più tardi
                e la mattina le luci entravano presto dalle finestre socchiuse.
                Era l'11 marzo 2020, i ragazzi studiavano connessi a discord.
                E nel pomeriggio immancabile
                l'appuntamento a tressette.
                Fu l'anno in cui si poteva uscire solo per fare la spesa.
                Dopo poco chiusero tutto
                Anche gli uffici
                L'esercito iniziava a presidiare le uscite e i confini.
                Perché non c'era più spazio per tutti negli ospedali
                E la gente si ammalava
                Ma la primavera non lo sapeva e le gemme continuavano ad uscire.
                Era l'11 marzo del 2020 tutti furono messi in quarantena obbligatoria
                I nonni, le famiglie e anche i giovani
                Allora la paura diventò reale
                E le giornate sembravano tutte uguali tornarono a fiorire
                Si riscoprì il piacere di mangiare tutti insieme
                Di scrivere lasciando libera l'immaginazione
                Di leggere volando con la fantasia
                Ci fu chi imparò una nuova lingua
                Chi si mise a studiare e chi riprese l'ultimo esame che mancava alla tesi
                Chi capi di amare davvero separato dalla vita
                Chi smise di scendere a patti con l'ignoranza
                Chi chiuse l'ufficio e aprì un'osteria con solo otto coperti
                Chi lasciò la fidanzata per urlare al mondo l'amore per il migliore amico
                Ci fu chi diventò dottore per aiutare chiunque un domani avesse avuto bisogno.
                Fu l'anno in cui capì
                l'importanza della salute e degli affetti veri
                L'anno in cui il mondo sembrò fermarsi
                E l'economia andare a picco
                Ma la primavera non lo sapeva
                e i fiori lasciarono il posto ai frutti.
                E poi arrivò il giorno della liberazione
                Eravamo alla TV e il primo ministro disse a reti unificate
                che l'emergenza era finita.
                E che il virus aveva perso
                Che gli italiani tutti insieme avevano vinto.
                E allora uscimmo per strada
                Con le lacrime agli occhi
                Senza mascherine e guanti
                Abbracciando il nostro vicino
                Come fosse nostro fratello
                E fu allora che arrivò l'estate
                Perché la primavera non lo sapeva
                Ed ha continuato ad esserci
                Nonostante tutto
                Nonostante il virus
                Nonostante la paura
                Nonostante la morte
                Perché la primavera non lo sapeva
                Ed insegnò a tutti
                La forza della vita.

                Ma la primavera non lo sapeva e le rose.
                Vota la poesia: Commenta
                  Scritta da: Bernardo Panzeca
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Rinchiusi

                  Dentro dimore
                  abitate ad ore
                  incatenati
                  Ci ritrovammo
                  Disperati.

                  Vetri appannati
                  da sguardi
                  rassegnati
                  Fecero delle mura
                  Una stia di paura.

                  Seduti a pensare
                  Quanto bello
                  Era amare
                  Restammo mesi
                  con i cuori tesi.

                  Una rondine garriva
                  Un mandorlo
                  Applaudiva
                  Tutto all'interno
                  Era un inferno.

                  Si doveva
                  Pazientare
                  Meditare
                  e ancor più
                  Pregare.

                  Era questa
                  La forza umana
                  Il ferro
                  e il suono
                  Di una campana.
                  Composta giovedì 19 marzo 2020
                  Vota la poesia: Commenta
                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    Padre che muori tutti i giorni un poco

                    "Padre che muori tutti i giorni un poco,
                    e ti scema la mente e più non vedi
                    con allargati occhi che i tuoi figli
                    e di te non t'accorgi e non rimpiangi -
                    se penso la fortezza con la quale
                    hai vissuto; il disprezzo c'hai portato
                    a tutto ciò che è piccolo e meschino;
                    sotto la rude scorza
                    il tuo candido cuore di fanciullo;
                    il bene c'hai voluto alla tua madre,
                    alla sorella ingrata,
                    a nostra madre morta;
                    tutta la vita tua sacrificata
                    e poi ti guardo come ora sei,
                    io mi torco in silenzio le mani.

                    Contro l'indifferenza della vita
                    vedo inutile anch'essa la virtù
                    e provo forte come non ho mai
                    il senso della nostra solitudine.

                    Io voglio confessarmi a tutti, padre,
                    che ridi se mi vedi e tremi quando
                    d'una qualche premura ti fa segno,
                    di quanto fui codardo verso te.

                    Benché il rimorso mi si alleggerisca,
                    che più giusto sarebbe mi pesasse
                    sul cuore, inconfessato...
                    io giovinetto imberbe ti guardai
                    con ira, padre, per la tua vecchiezza...
                    stizza contro te vecchio mi prendeva...

                    padre che ci hai tenuto sui ginocchi
                    nella stanza che s'oscurava,
                    in faccia alla finestra,
                    e contavamo i lumi
                    di cui si punteggiava la collina
                    facendo gara a chi vedeva primo -
                    perdono non ti chiedo con le lacrime
                    che mi sarebbe troppo dolce piangere
                    con quelle più amare te lo chiedo
                    che non vogliono uscire dai miei occhi.

                    Una cosa soltanto mi conforta
                    di poterti guardare a ciglio asciutto:
                    ti ricordi che piccolo, al pensiero
                    che come gli altri uomini dovevi
                    morire pure tu, il nostro padre,
                    solo e zitto nel mio letto la notte
                    io di sbigottimento lacrimavo.
                    Di quello che i miei occhi ora non piangono
                    quell'infantile pianto mi consola,
                    padre, perché mi par d'aver lasciato
                    tutta la fanciullezza in quelle lacrime.

                    Se potessi promettere qualcosa
                    se potessi fidarmi di me stesso
                    se di me non avessi anzi paura,
                    padre, una cosa ti prometterei:
                    di viver fortemente come te
                    sacrificato agli altri come te
                    e negandomi tutto come te,
                    povero padre, per la fiera gioia
                    di finir tristemente come te.
                    Vota la poesia: Commenta