Poesie d'Autore


Scritta da: Cristina Metta
in Poesie (Poesie d'Autore)

Valerica

sarò con te fino all'alba
per farti da guida nel buio
e indicarti dove sbocciano stelle
verso cui esprimere desideri
e se dovessi perderti sul tragitto
se non mi vedi nel tuo mondo
segui su quel sentiero la mia voce...
ti amo non avere paura
stanotte sarò il tuo farò e sarò lì quando lo guarderai – lì io ci sarò per sempre
a volte fa male sai
fa male nel petto l'assenza
mi domando quante stelle visiterai
e a quante avrai parlato di ciò che eri
non smettere di sentirmi perché odio tanto il silenzio
non ricordo la tua voce
ma ricordo com'eri
sia il tuo viaggio audace
e i tuoi confini sfiorino l'Oltre
e se nella solitudine tu avessi nuovamente paura
io non ho dimenticato
tu aspetta
arrivò
a ci faremo da faro a vicenda.
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    Scritta da: Cristina Metta
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    St. Ermin’s

    L'amore per un posto è un affetto intimo.
    Ti possiede con tatto e ti preserva in ricordi
    che nulla, potrà cancellarli.
    È come un nido che sfida Scotland Yard coi mattoni rossi,
    oh my Bridal Suite guarisco a Londra
    m'è felice il petto solo baciando le nuvole
    pioggia o sole o api nelle arnie esposte sul piccolo terrazzo
    meraviglia s'incipria il viso con stemma nobile

    basta un cioccolatino sul guanciale

    e ti senti un fiore...

    Ti porterò nei miei pensieri sempre e tornerò
    perché è come tornare a casa.
    L'ora del Tè nel salottino bohème,
    tonerò a girare l'angolo della strada mirando ai torrioni rossi,
    sarò come sposare la direzione giusta della sorte sempre.
    Good Morning Lady e s'apre sul marmo bianco un sorriso,
    giornata carica di luce e di affari.
    Polpa di fiori ovunque nei grandi vasi, che bellezza!
    Già mi manchi.
    Oggi ti penso.

    Domani io torno.
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Noi adesso ce ne andiamo a poco a poco

      Noi adesso ce ne andiamo a poco a poco
      verso un paese di silenzio e di quiete:
      e presto anch'io dovrò preparare
      al viaggio le mie spoglie mortali.

      O care foreste di betulle!
      E voi campi, sabbie delle pianure!
      Davanti a questa folla di emigranti
      non riesco a frenare la tristezza.

      Forse ho creduto troppo qui nel mondo
      a ciò che veste l'anima di carne.
      Pace sui pioppi che l'ombrello dei rami
      hanno specchiato dentro l'acqua rosa.

      Quanti pensieri chiusi nel segreto,
      quante canzoni composte a bassa voce:
      ma sì, felice sono in questo nero universo
      d'ogni respiro, d'ogni cosa vissuta.
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        in Poesie (Poesie d'Autore)

        A mio padre

        Tu sai quello che ancora io non so
        l'inutile riposo della notte,
        la pace che spande la sua morta
        luce nelle taverne vuote,
        i borghi uccisi dalle ruspe.
        Le nude camelie nel terriccio,
        come rosari abbandonati dalle vecchie,
        altra stagione vogliono dirci.
        Ritorna il tempo della pesca: famelico,
        tu aneli con sacrale riverenza,
        nell'agonia d'un amo o d'una lenza,
        qualche sarago pizzuto.
        Non sa nulla la bestia marina
        d'una morte di buon mattino.
        Spera la fuga col fermo colpo
        d'una mascella nel mare sorrentino.
        Non sa che dietro ad ogni desiderio
        della vita c'è già la morte tutta della terra
        tu sai quello che ancora io non so
        le cose che io solo nomino
        e sono il mondo.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Di tutto restano tre cose:
          la certezza che stiamo sempre iniziando,
          la certezza che abbiamo bisogno di continuare,
          la certezza che saremo interrotti prima di finire.
          Pertanto, dobbiamo fare:
          dell'interruzione, un nuovo cammino,
          della caduta un passo di danza,
          della paura una scala,
          del sogno un ponte,
          del bisogno un incontro.
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            Scritta da: Cristina Metta
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Bastille Requiem

            L'immaginario ha un torso di legni a contatto col sole
            e vicino alla fiamma
            ammazzo il tempo lungo le rive del fiume per assorbirne il senso
            ho ragione di credere ci siano fantasmi
            che si specchiano in queste acque
            tu mi hai mai visto così? così innamorato da avere paura?
            all'oste ubriaco non dare la bere l'acqua
            così come al sognatore non dire non dire dove guardare
            chiamami alza la mano sopra le teste dei passanti _ ancora non ti vedo
            c'è una buganvillea che azzarda un fucsia stridente contro le case
            ah i fiori _ i fiori sono il passato e il presente di tutti i grandi amori
            che si legano nella memoria ai loro profumi

            a volte sopra gli scogli della vita si abbattono tempeste
            li smussano ma non cancellano quell'ostinazione
            con ci guardano al re oceano dotto di orgoglio
            oh no gli scogli sono soldati passivi per scelta di natura
            come i poeti
            che da insonni difendono gli ideali

            a sto petto oggi mancano gli abbracci
            quanta Pandemia servirà per ricordarci la morte
            ho un mazzo di violette prese dai vasi del terrazzo
            ma non ho il coraggio e il piccolo diavolo in me ghigna
            oh traditore...

            c'è un genuflesso gargoyle che non teme la storia
            ha l'ardire di contrastare l'incendio del proprio corpo
            se Parigi non fosse Parigi ma un villaggio qualunque – ti direi scappa da ma
            ma tu resta _ questa è la città dove persino le nuvole contemplano l'amore
            dove persino i tetti sono colorati
            e la bocca delle metro invitano a cercarsi
            gli alberi sono muti non dicono niente
            verde è qualunque cosa abbia linfa mi duole poco di loro
            ma il fiume mi ricorda quando mi sei vicino
            e mi stringi
            ecco il senso delle guglie sopra un Duomo
            ecco il senso dei sogni nel profondo immaginario
            ecco il senso dei Gargoyle quando in strada cammina la morte
            noi siamo come gli angeli in missione che non hanno mai visto il volto di Dio ma concepiscono bene l'amore

            mi andrebbe del caffè ma i bar sono chiusi
            mi andrebbe del vino mai bistrot sono chiusi
            stessa cosa vale per tutto in tutto il mondo
            ma io ho fame
            ma io ho sete
            e voglio farlo mentre la gente cammina e ride
            mentre corre e si dispera
            voglio sognare mentre ti osservo il corpo
            mentre lo faccio mio
            mentre mi chiami _ ti ricordi il mio nome? ti ricordi che eri felice?
            il mio blasone va di moda solo tra i strafatti
            lo tengo solo per ricordarmi da dove vengo e dove voglio andare
            strade che mai vorrei finissero vuote
            quanta bellezza sprecata
            solo per gli occhi delle statue di pietra

            sono forse accecato da nostalgia?
            come un cane per il proprio padrone
            come una Bastiglia per i suoi rivoluzionari
            le donne... dicono gli altri... meglio se sono silenziose
            no! io voglio che parli
            che vivi che canti che imprechi che ami
            silenzio è solo per la tomba

            Eiffel faro spento faro triste senza traffico
            primavera per insetti felici noi – ammalati come in guerra
            una città vuota che chiama libertà quattro pareti e i loro soffitti
            sono un marziano – non mi contagia il male
            e ti amo
            questo dirò alla storia quando si tornerà in strada
            questo dirò al bicchiere di vino loquace
            all'oste ubriaco che non vorrà l'acqua
            gli dirò che tu parli che tu ami
            ora aspetto... violette... un fiume senza barche e il cielo terso

            io non voglio essere un angelo
            voglio essere un uomo
            ogni giorno per il tempo che mi resta
            potere amare
            e dire come l'acqua del fiume ai romantici - la mia storia

            Milky Way Man

            noccioline cosmiche nelle teste dei malati di stelle
            notti di Luna cicciona
            splendente per le noccioline cosmiche nelle teste dei malati di stelle
            tenebra gotica mi trascino verso il tuo cuscino
            posso baciarti con tutti i fantasmi che danzano pirati
            su quest'isola di mortali chiamata Tortuga
            nella Via Lattea le tenebre della Terra sono un nodo
            per folli

            assenzio sulle tue labbra
            lacrimo amore
            verrò domani mattina
            suonerò alla tua porta _ tu apri
            ci sono i giardini in fiore
            le strade formicolanti
            ti nasconderò in un bar per guardare la tua bellezza
            finché il caffè diventerà freddo
            le brioches perderanno il gusto e tu sarai più dolce
            le daremo in briciole agli uccellini
            la tua faccia sarà sorpresa e io mi sentirò un eroe

            notti di noi prigionieri
            a fare staffetta con le ombre die mobili
            a rispolverare libri con copertine usurate
            finché gli occhi trasgrediscono alla storia per cercarsi
            altre mete
            in aria
            nel vuoto
            altrove

            vengo da te
            mi arresteranno al confine del comune
            mi segnaleranno per ribelle
            rischierò il carcere
            ma sono bugiardo
            rischiare la tua vita per un mio ghippo di solitudine – jamais!
            troubadour in chioccia a casa
            col cuore sciroppo d'acero istigo alle api
            non sarò altro oggi
            per te

            alla vita
            ritornare insieme
            vedere gente
            ascoltare i rumori
            e rubarti baci nei momenti più strani
            mentre il mondo avrà altro da fare
            da scrivere per il proprio destino
            oh prego che passi in fretta sta notte
            la Luna resterà al giorno come il sonno agli insonni
            saremo gazzelle romantiche in un giardino beato
            con tutto quello che hanno creato i poeti
            per amarci

            notti di luna cicciona
            oh mia musa cantami dolce
            tornerò dal silenzio dei muri
            al tuo dormire quieto per un abbraccio.
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              Rosa di fuoco

              Di primavera siete orditi, o amanti;
              di vento e d'acqua e terra e sole orditi.
              La montagna nei vostri petti ansanti
              e dentro gli occhi i campi rifioriti,

              esibite una mutua primavera,
              di dolce latte impavidi e insaziati,
              ch'oggi v'offre la lùbrica pantera,
              prima che, torva, sul cammino guati.

              Muovetevi, se l'asse della terra
              verso il solstizio dell'estate aberra –
              verde il mandorlo e vizza la violetta,

              sete vicina, fonte non lontano –
              verso la sera amabile e perfetta
              con la rosa di fuoco nella mano.
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                in Poesie (Poesie d'Autore)

                La primavera sorrideva

                Un giorno mi sorprese la primavera
                che in tutti i campi intorno sorrideva.
                Verdi foglie in germoglio
                gialle rigonfie gemme delle fronde,
                fiori gialli, bianchi e rossi davano
                varietà di toni al paesaggio.
                E il sole
                sulle fronde tenere
                era una pioggia
                di raggi d'oro;
                nel sonoro scorrere
                del fiume ampio
                si specchiavano
                argentei e sottili i pioppi.
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