Poesie d'Autore


Scritta da: Federico
in Poesie (Poesie d'Autore)
La mia anima mi ha parlato,
fratello, e mi ha illuminato.
E spesso anche a te l'anima parla
e ti illumina.
Tu infatti sei come me,
e non c'è differenza tra noi,
se non questa:
io esprimo cio che è dentro di me
in parole che ho udito nel mio silenzio,
mentre tu custodisci tacito
ciò che è dentro di te.
Ma la tua silenziosa custodia
ha lo stesso valore del mio tanto parlare.
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    Scritta da: Federico
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Farò della mia anima uno scrigno
    per la tua anima,
    del mio cuore una dimora
    per la tua bellezza,
    del mio petto un sepolcro
    per le tue pene.
    Ti amerò come le praterie amano la primavera,
    e vivrò in te la vita di un fiore
    sotto i raggi del sole.
    Canterò il tuo nome come la valle
    canta l'eco delle campane;
    ascolterò il linguaggio della tua anima
    come la spiaggia ascolta
    la storia delle onde.
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      Scritta da: Federico
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Dammi il supremo coraggio dell'Amore,
      questa è la mia preghiera,
      coraggio di parlare,
      di agire, di soffrire,
      di lasciare tutte le cose,
      o di essere lasciato solo.
      Temperami con incarichi rischiosi,
      onorami con il dolore,
      e aiutami ad alzarmi ogni volta che cadrò.
      Dammi la suprema certezza nell'amore,
      e dell'amore,
      questa è la mia preghiera,
      la certezza che appartiene alla vita nella morte,
      alla vittoria nella sconfitta,
      alla potenza nascosta nella più fragile bellezza,
      a quella dignità nel dolore,
      che accetta l'offesa,
      ma disdegna di ripagarla con l'offesa.
      Dammi la forza di amare
      sempre
      e ad ogni costo.
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        Scritta da: Silvia Menato
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Così siamo

        Dicevano, a Padova, "anch'io"
        gli amici "l'ho conosciuto".
        E c'era il romorio d'un'acqua sporca
        prossima, e d'una sporca fabbrica:
        stupende nel silenzio.
        Perché era notte. "Anch'io
        l'ho conosciuto".
        Vitalmente ho pensato
        a te che ora
        non sei né soggetto né oggetto
        né lingua usuale né gergo
        né quiete né movimento
        neppure il né che negava
        e che per quanto s'affondino
        gli occhi miei dentro la sua cruna
        mai ti nega abbastanza

        E così sia: ma io
        credo con altrettanta
        forza in tutto il mio nulla,
        perciò non ti ho perduto
        o, più ti perdo e più ti perdi,
        più mi sei simile, più m'avvicini.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Il paradosso del nostro tempo nella storia
          e che abbiamo edifici sempre più alti, ma moralità più basse,
          autostrade sempre più larghe, ma orizzonti più ristretti.

          Spendiamo di più, ma abbiamo meno, comperiamo di più, ma godiamo meno.
          Abbiamo case più grandi e famiglie più piccole, più comodità, ma meno tempo.
          Abbiamo più istruzione, ma meno buon senso, più conoscenza, ma meno giudizio,
          più esperti, e ancor più problemi, più medicine, ma meno benessere.

          Beviamo troppo, fumiamo troppo,
          spendiamo senza ritegno, ridiamo troppo poco,
          guidiamo troppo veloci, ci arrabbiamo troppo,
          facciamo le ore piccole, ci alziamo stanchi,
          vediamo troppa TV, e preghiamo di rado.

          Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà, ma ridotto i nostri valori.
          Parliamo troppo, amiamo troppo poco e odiamo troppo spesso.
          Abbiamo imparato come guadagnarci da vivere, ma non come vivere.
          Abbiamo aggiunto anni alla vita, ma non vita agli anni.
          Siamo andati e tornati dalla Luna, ma non riusciamo
          ad attraversare il pianerottolo per incontrare un nuovo vicino di casa.

          Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non lo spazio interno.
          Abbiamo creato cose più grandi, ma non migliori.
          Abbiamo pulito l'aria, ma inquinato l'anima.
          Abbiamo dominato l'atomo, ma non i pregiudizi.
          Scriviamo di più, ma impariamo meno.
          Pianifichiamo di più, ma realizziamo meno.
          Abbiamo imparato a sbrigarci, ma non ad aspettare.
          Costruiamo computers più grandi per contenere più informazioni,
          per produrre più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno.

          Questi sono i tempi del fast food e della digestione lenta,
          grandi uomini e piccoli caratteri,
          ricchi profitti e povere relazioni.
          Questi sono i tempi di due redditi e più divorzi,
          case più belle ma famiglie distrutte.

          Questi sono i tempi dei viaggi veloci, dei pannolini usa e getta,
          della moralità a perdere, delle relazioni di una notte, dei corpi sovrappeso,
          e delle pillole che possono farti fare di tutto, dal rallegrarti, al calmarti, all'ucciderti.

          È un tempo in cui ci sono tante cose in vetrina e niente in magazzino.
          Un tempo in cui la tecnologia può farti arrivare questa lettera,
          e in cui puoi scegliere di condividere queste considerazioni con altri, o di cancellarle.

          Ricordati di spendere del tempo con i tuoi cari ora,
          perché non saranno con te per sempre.

          Ricordati di dire una parola gentile a qualcuno che ti guarda dal basso
          in soggezione, perché quella piccola persona presto crescerà, e lascerà il tuo fianco.
          Ricordati di dare un caloroso abbraccio alla persona che ti sta a fianco,
          perché è l'unico tesoro che puoi dare con il cuore, e non costa nulla.

          Ricordati di dire "vi amo" ai tuoi cari, ma soprattutto pensalo.
          Un bacio e un abbraccio possono curare ferite che vengono dal profondo dell'anima.

          Ricordati di tenerle le mani e godi di questi momenti, un giorno quella persona non sarà più lì.

          Dedica tempo all'amore, dedica tempo alla conversazione,
          e dedica tempo per condividere i pensieri preziosi della tua mente.

          E RICORDA SEMPRE:
          la vita non si misura da quanti respiri facciamo,
          ma dai momenti che ci li tolgono.
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