Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Il cerchio in fila indiana

Si abbassa il cielo nero
a coprire il suo corpo bianco.
E noi gli stiamo intorno,
forse sull'attenti,
ma con la testa bassa
come se non accettassimo quel fatto
o fossimo da un'altra parte
a guardare a terra,
o lì per caso.
Ognuno con i suoi ricordi
e un unico dolore.
Durerà poco.
Il tempo di pregare
o pensare,
per poi alzare il capo
e guardarsi intorno
giusto per controllare
se tutti c'eravamo.
Se tutti ci guardiamo.
Poi lasceremo ad altri
il compito finale,
tornando in fila a due,
e l'ultimo da solo,
là da dove siamo entrati.
Composta venerdì 11 marzo 2016
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    in Poesie (Poesie personali)

    La figliata

    Nacquero tutti lo stesso giorno.
    Nacquero insieme,
    tutti gemelli.
    Legati all'unica catena.
    Nacquero tutti dalla stessa madre,
    e uomini di passaggio.
    Il veggente si soffermò,
    sapeva di essere il penultimo.
    Dette il cognome e tirò di lungo.
    L'ultimo uomo si fermò
    a fare da padre a tutti,
    ma da distanza
    e senza il cuore.
    Composta lunedì 15 febbraio 2016
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      Scritta da: Antonio Recanatini
      in Poesie (Poesie personali)

      Intensamente vivo

      L'aver vissuto intensamente
      non rende migliori,
      semmai più malati degli altri
      più irrequieti,
      perché non credevamo potessimo bruciare il tempo.
      Non un giorno di rimpianti,
      ma una rincorsa a conoscere ciò che manca;
      non un momento di nostalgia,
      ma un profondo pozzo dove pescare immagini.
      L'aver vissuto intensamente
      non porta grandi risultati,
      ma cuore e fegato esausti
      perché non credevamo potessimo morire.
      Non una svolta desiderata,
      ma dei binari dove fissare il fermento;
      non una discesa dopo il volo,
      ma un vero e proprio tonfo nella realtà.
      L'aver vissuto intensamente
      non dona sconti
      semmai una dura accortezza
      perché speravamo nella filosofia dello squilibrio.
      Non un tempo di sensatezza,
      ma la ragione stessa della critica;
      non un bersaglio predefinito
      ma il tempo sufficiente per mirare senza distrarsi.
      La disputa rimane nel groviglio di sensazioni
      sulle tele da colorare e sulle pagine da inventare,
      nelle vittorie e nelle sconfitte fin troppo congiunte.
      I saggi non bruciano il tempo
      essi programmano e marciscono dentro un altro uomo.
      Composta giovedì 30 novembre 2006
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        Scritta da: Stefano Medel
        in Poesie (Poesie personali)

        I sommersi e i salvati

        La società
        è un sistema decomposto,
        in cui, tutto sommato,
        non vale la pena di vivere;
        la società non
        è un sicuro bene,
        la solitudine,
        non è un sicuro male;
        nel sistema,
        hanno la prevalenza
        i peggiori,
        i più cretini,
        gli idioti,
        gli incolti,
        gli stupidi
        e i beceri;
        il peggiore sta a galla,
        e i buoni faticano
        a sopravvivere,
        e sono
        spesso disprezzati,
        finché ci sono.
        La mandria di pecore sociali,
        teme disprezza, chi cerca
        di essere libero,
        di volare,
        di staccarsi
        da branco,
        dal gregge,
        e cerca di uscire dal seminato;
        non odiano tanto il tuo aspetto,
        o i tuoi
        modi,
        ma quello
        rappresenti,
        la libertà.
        Libertà
        che i pecoroni
        rincretiniti,
        non hanno più,
        e ci hanno rinunciato,
        per scelte sbagliate,
        da cui,
        non possono tornare indietro,
        per passivismo,
        inerzia
        conformismo.
        Ma i peggiori stanno a galla,
        gli altri,
        non tanto.
        Composta martedì 23 febbraio 2016
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          Scritta da: Stefano Medel
          in Poesie (Poesie personali)

          Ed io, in mezzo a voi due

          Ed io in mezzo a voi due,
          non c'entro niente,
          sono un ingombro,
          uno scarto,
          un pupazzo,
          un a specie di Pierrot abbandonato;
          ed io tra voi
          sono un di più,
          non mi vedi,
          non mi senti,
          non hai tempo,
          non mi ascolti,
          e non stai con me;
          ed io,
          tra voi due,
          son un intruso,
          e pensi poco a me,
          mi guardi e sei distratta,
          e non capisci,
          non capisci,
          ed io, sono solo
          uno straniero,
          in mezzo a voi,
          e tu non mi pensi,
          non mi vuoi,
          non vuoi.
          Composta venerdì 19 febbraio 2016
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            Scritta da: Stefano Medel
            in Poesie (Poesie personali)

            Cemento

            Per la città,
            mura diroccate,
            asfalto sfrangiato,
            buche e bogi,
            mura imbrattate
            da scritte e pitture,
            deserto metropolitano,
            stesse mura,
            strade polverose e
            affollate di traffico,
            ogni giorno;
            cittadine e città,
            ammalate di noia e
            malinconia;
            cercando un po' di silenzio,
            una speranza,
            un contatto umano.
            Composta mercoledì 17 febbraio 2016
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              Scritta da: Stefano Amoroso
              in Poesie (Poesie personali)

              Naufrago

              Forse...
              son marinaio senza rotta...
              naufrago
              in un mare di pensieri e di emozioni;
              naufrago
              su di un abisso
              il cui fondale non traspare;
              naufrago
              in balia delle onde
              senza punti all'orizzonte;
              naufrago
              a galla ad aspettare
              la marea propizia che mi riporti in riva al mare;
              finché un giorno
              il mare
              con le sue onde,
              le sue maree,
              il suo abisso,
              risucchierà nel suo profondo chi,
              per paura di affondare,
              è già naufrago
              in riva al mare.
              Composta lunedì 22 febbraio 2016
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                Scritta da: geggio
                in Poesie (Poesie personali)

                Tutto se ne va

                Quando ti senti qui da solo
                quando immagini l'infinito
                ma tutto non va

                un goccio ti tira su
                e la rabbia svanisce
                svanisce

                allontanando tutto il peggio
                un sorriso ti sopraggiunge
                io sono qui
                io da solo
                volo
                l'immaginazione dilaga

                tutto hai capito
                perche hai ascoltato

                hai ascoltato
                le cose che non andavano

                e tutto va
                sei qui da solo
                un goccio ti fa rinascere

                uccidendo ogni male
                sei tu da solo
                solo qui

                amandoti
                sorvolando la nottata
                che se ne va

                corri rincorri il tuo sogno

                tutto svanisce in un secondo
                fermati
                fallo tuo

                lasciandoti in un dolce vuoto

                sei tu e tutto se ne va.
                Composta sabato 19 marzo 2016
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