Poesie personali


Scritta da: Daniela Cesta
in Poesie (Poesie personali)

Momenti che fuggono

il giorno che se ne va,
giorno qualunque
di questo tempo che fugge,
come nuvole vorticose
nell'emozione nascosta nel cuore,

fugge la luce all'orizzonte,
mentre il buio arriva dietro
il freddo che pizzica sulla faccia,
l'inverno partirà presto
con la sua silenziosa dolcezza,
di cui noi abbiamo goduto

l'orologio continua con il suo tic-tac...
il tempo è il padrone di ogni momento.
Composta venerdì 19 febbraio 2016
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    Scritta da: Gianluca Ambrosino
    in Poesie (Poesie personali)

    Solitudine

    Solitudine:
    il ticchettar della fretta
    di chi, nella moltitudine
    vede solo confusione
    e lascia le parole
    gelate dentro sé!

    Solitudine
    di chi anche in compagnia
    vola in un altrove
    che altrove poi non è.

    Solitudine
    infinito leopardiano
    dove le cesoie
    di un giardiniere
    mai spuntare potranno
    le alte fronde
    della siepe di diffidenza.

    Solitudine:
    chi la subisce e
    chi inconsapevole

    la accoglie.
    Composta venerdì 19 febbraio 2016
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      Scritta da: Maria Viola
      in Poesie (Poesie personali)

      E poi sono sempre io

      Sono io, nell'immediata semplicità del mio essere.
      Sono io, che svelo i miei pensieri senza debolezza.
      Sono io, che metto a nudo il mio animo.
      Sono io, malinconica e solare.
      Sono io, critica e dura con me stessa.
      Sono io, inguaribile romantica.
      Sono io, che amo cercare il bello della vita.
      Sono io, che mi commuovo ascoltando una canzone.
      Sono io, che nonostante le delusioni continuo a credere.
      Sono io, che credo, amo, spero, piango, sorrido, mi arrabbio.
      E poi... sono sempre io.
      Composta sabato 16 febbraio 2013
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        in Poesie (Poesie personali)

        La liama che aspetta in alto

        Il calare di notte mi fa uscire all'aperto
        dal mio rifugio di pietre.
        Ho un velo di mirto fiorito
        che nessuno mi vede
        a coprirmi il nulla da sera inoltrata,
        ed una cuccia di foglie d'ulivo
        già pronta per accogliere il mio corpo finto.
        Il rumoroso vicino
        giù in basso
        si è messo a tacere.
        Il mare
        adesso mi fa riposare,
        ma senza dormire.
        Domani mattina presto
        dovrò essere più veloce di lui
        per non farmi trovare
        per non farmi battezzare ai piedi dall'acqua col sale
        quando verrà a riprendersi la liama,
        alta sulla guardiola salentina.
        Composta lunedì 14 marzo 2016
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          in Poesie (Poesie personali)

          Il padre da cerca ed il figlio con le zampe di lepre

          Vivo vicino all'estero di casa,
          ma non posso dirti dove.
          Ogni passo che faccio
          calpesto il nome di un posto diverso
          e lo schiaccio.
          Per cercarmi
          dovresti prendere tutti i treni
          che trovi sui binari interrotti,
          fare le strade che non abbiamo mai fatto insieme
          e navigare con i battelli a vapore odoroso
          che battono bandiera strappata
          e vanno sull'acqua all'inverso.
          Dovresti passare confini di fossi
          coperti da nebbia sospesa
          e muri di pietra di pane bruciato,
          imparare a cantare in una lingua che non conosci
          per farti capire dalle statue alle quali chiedi la via.
          Dovresti vestirti ogni volta
          con i costumi dei paesi che passi
          per avvicinarti al mio odore di figlio.
          Forse arriveresti
          ma dopo aver fatto un viaggio inutile.
          Vedresti sempre le miei soste di un giorno che è stato.
          Non sarei più lì
          a farmi trovare.
          Come tu senti il mio odore di figlio
          e ti avvicini
          io sento il tuo puzzo di padre
          e mi allontano.
          Composta lunedì 14 marzo 2016
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            in Poesie (Poesie personali)

            Il bambino e il cuscino

            Piume,
            imprigionate in un cuscino
            che non ti fa dormire,
            che getti a terra ogni notte.
            Non serve.
            E socchiudi gli occhi
            per veder fumare la bocca del bambino che ha corso.
            Fiato rosa che diventa ghiaccio
            il giorno dopo l'arrivo.
            A traguardo ormai chiuso
            a gara finita.
            D'inverno.
            Composta venerdì 11 marzo 2016
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