Con il mio sangue ho scritto la parola eros sul muro della mia mente creatosi da solo in un attimo di debolezza e che odio che copre vallate di vino e miele che prima ammiravo ed attendo il tuo bacio che non ho compreso che forse mi potrà ridestare mi potrà liberare mentre scrivo con il mio sangue la parola eros che al momento mi consola mentre aspetto il momento in cui mi riabbraccerò con te.
Oggi ho costruito una tana, una tana in me stessa, l'ho costruita con fili d'erba e piccoli fiori azzurri e un pizzico di fragole... l'ho arredata di niente l'ho profumata di corteccia di pioppo e di ghiaia sottile, ho appeso pensieri da elaborare e pensieri di un tempo solo per osservare il potere delle ore... all'entrata una piuma, una piuma grande che dondola per ogni gioco del vento... vicino un sentiero dove camminano formiche indaffarate, minuscole meno di un seme di sesamo, dove la terra come cipria setosa conosce le tue orme e solamente te lascia arrivare.
Cammino e mi fermo assorta tra i miei pensieri... tutti rivolti a me, alla mia vita, al tempo che passa inesorabile e mi avvolge... io sola tra la folla, io sola accanto a te, parlo con me, parlo di me... mi interrogo come una maestra, e non so rispondere, perché mi sento come un'alunna al primo giorno di scuola.
Ti mancava il respiro quando nell'idillio di un bacio porgevi carezze, parole, ascolto. Troppe sensazioni comporta l'amore, come troppo vento scompiglia le foglie, così tremavi ad ogni mio soffio. Hai riempito d'oro il mio cuore, nel sussulto di un semplice gesto hai baciato la mia bocca diventando in un attimo... l'incanto del mio tempo.
Sai oscurare ogni spiraglio di vana luce e di speranze lontane, perché di me vuoi tristezza e compassione e dalla mia prigione osservo impotente il tesoro della libertà. Anima mia, ovunque tu sia, in cielo e nelle nuvole, in terra e nelle acque, non soffocarmi con te ma insegnami il respiro, soffiami aria per non soffrire, per non perire. Solo se respiro mi elevo alla luce, solo se mi rialzo posso scaldarmi del sole. Posso farti compassione ma rifuggo i tuoi occhi affinché, una luce vera brami la mia vera passione.
È sera, e per quanto mi sforzi la giornata è ormai terminata... sono arrivato, eppure sono ancora incerto... su di me, sulla vita, su di te.
È tutto immobile, nessuno si vede per strada ma io rimango ancora su, insieme alla musica virtuosa e delicata della mia anima.
E così mi immergo nei miei pensieri più fantasiosi e ingenui, affogando in un mare di dubbi e perplessità, fino a quando mi giunge la tua mano salvifica.
Ti sogno di notte mi sveglio alle tre prendo la strada che mi porta a te vado per boschi per mari innevati mi metto a scalare monti agitati passano i giorni passano gli anni per tutta una vita piena d'affanni sei sempre lì nel cielo davanti a me indimenticabile adorabile stella.
La vita un soffio in punta di dita una foglia caduca offerta a folate di vento una bolla che va va e evapora poi in mille gocce e ti incalza al fragile respiro dove scorre il segno di ore o che in anni è apparente eternità Di nulla è cosciente il tempo se non l'illusione delle emozioni che palpitano tangibili di te e in te.
Con l'aria fresca del mattino in faccia, Con la camminata di chi sa che quella strada è sempre più lunga, Mi ritrovo a vagare per le vie della città, Dove troppe vite si incontrano per quel breve attimo per poi separarsi, chissà forse per sempre. Cerco gli occhi di chi stanco come me, Vorrebbe andarsene via, cambiare orizzonte. Ti accorgi che tu sei li fermo a guardare la tu vita, Mentre la vita stessa non ti aspetta anzi fugge. Ma tu sei stanco di correre, tu sei stanco e allora ti fermi. Ma sai che un cuore non può fermarsi, deve andare avanti, Affranto o non affranto. Allora riprendi a camminare tra la gente, e i tuoi pensieri si mescolano tra la folla, Ma i tuoi occhi no, non mentono, non si possono nascondere tra la gente.
Giro sotto la pioggia per città sconosciute guardo il cielo tra strade bagnate e rumori lontani ogni stella mi parla di te
Non era così freddo il vento in primavera l'eco delle rondini copriva i campanili quando a inseguir l'arcobaleno ci affannavamo invano mentre il vento sovrano copriva le parole che ti sussurravo piano piano e quando non capivi urlavo ma non serviva, dicevi che già negli occhi mi leggevi tutto quello che ti raccontavo
Giro sotto la pioggia guardo il cielo ogni stella mi parla dei tuoi occhi ogni stella mi parla di te mia stella.