Poesie personali


Scritta da: Cinzia Coppola
in Poesie (Poesie personali)
I miei sentimenti non sono solo dentro di me,
ma riesco facilmente ad esternarne il succo di ciò che mi appartiene,
mettendo le ali a tutto ciò di cui il mondo ha bisogno di sapere,
per poter riflettere su quanto sarebbe bello ogni tanto sfoggiare un'abito che possa vestirci di un poco di trasparenza
per poter affrontare il banchetto della vita,
vivendo semplicemente con un piacevolissimo capolino all'interno del proprio cuore.
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    Scritta da: Ivana
    in Poesie (Poesie personali)

    Mamma

    Quando sono nata io con l'aiuto del buon Dio, la mia mamma con amore infinito ha sentito il mio primo vagito.
    Era bella la mia mamma tutta bionda e ricciolina, sembrava ancora una bambina.
    Quante ninna nanna mi ha cantato, poi il primo dentino è stata la felicità di mamma e papà e quante volte mi ha lavato il vestitino sporco di cioccolata da lei regalata.
    Ora i ricciolini biondi della mia mamma sono diventati bianchi ma il suo amore è ancora tanto grande e adesso che sono mamma anch'io e canto alla mia bambina la mia ninna nanna le dico: "Ricordati sempre della tua mamma".
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      Scritta da: Ivana
      in Poesie (Poesie personali)

      Non piangere più

      Non piangere più, già troppe lacrime hai versato e queste lacrime sono cadute in un prato dove un fiore è sbocciato...
      Non piangere più, la vita è bella e va presa anche con un poco di ironia perché è tanto breve e scappa subito via...
      Non piangere più e guarda il blu del cielo, del mare, del fiordaliso e allora asciuga le lacrime dal tuo bel viso...
      Non piangere più tanto il tuo dolore è solo nel tuo cuore e nessuno ti può aiutare, ma non ti devi scoraggiare, un altro uomo troverai da poter ancora amare.
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        Scritta da: Ivana
        in Poesie (Poesie personali)

        Cos'è la felicità?

        La felicità è svegliarsi al mattino e ringraziare Gesù che ci ha regalato un giorno in più.
        Felicità è poter vedere il sole che è quello che riscalda il nostro cuore.
        Felicità è poter sentire il canto del mare.
        Felicità è poter vedere tuo figlio correre e giocare.
        Felicità è avere qualcuno da poter amare.
        Felicità è farsi abbracciare.
        Felicità è avere un gatto e un cane da accarezzare
        Se hai tutto questo hai trovato la felicità.
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          Scritta da: Ivana
          in Poesie (Poesie personali)

          I Fiori...

          Cosa c'è di più bello di un campo pieno di fiori, il loro profumo e i loro colori.
          Tutti una volta nella vita hanno ricevuto un fiore, per cortesia, per amore o per un dolore. Quante sensazioni ti può dare un fiore? Quando qualcuno ti regala un fiore, te lo regala sempre con tanto amore e quando lo guardi pensi alla persona con tutto il tuo cuore. Alcuni fiori hanno il colore del cielo e del mare ma hanno anche il colore del sole, ci sono grandi e profumati ma anche piccoli e delicati.
          Quanta gioia si ha nel comprare un fiore, ti mette allegria e ti fa sognare un mondo bello e dove nessuno li potrà mai calpestare. Quanto sono importanti nella mia vita i fiori mi fanno passare tutte le tristezze e tutti i dolori, mi rinfrancano il cuore ed io li curo con tanto tanto amore...
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            Scritta da: Ivana
            in Poesie (Poesie personali)

            La primavera

            La primavera è molto bella come la luce di una grande stella, tutto è verdeggiante ci si può tuffare e dal sole farsi coccolare, il grigio dell'inverno è passato la tristezza del nostro cuore ci ha abbandonato, le esili violette fanno capolino in mezzo al prato, il grillo ha già cantato e gli uccellini preparano un bel nido ai loro piccolini... è un arcobaleno di colori che rallegra i nostri cuori, il tempo è un po' pazzerello, un giorno il sole e l'altro con l'ombrello ma la natura si è risvegliata e tutto è rinato vogliamoci tutti bene e impariamo a sognare ringraziando Dio se tante primavere ci potrà ancora regalare.
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              in Poesie (Poesie personali)

              Speranza

              Di lei mi nutro
              Aggrappata ad un respiro
              Ad uno sguardo,
              a volte.
              Non barare dottore,
              sono malata,
              non stupida.
              Poi ci ripenso
              e mi aggrappo a un tuo sorriso
              Supplicandoti di mentire.
              Menti dottore,
              menti!
              Bugie! E ancora bugie!
              Sui miei occhi scavati,
              sulle mie piaghe.
              Consola mia madre
              Non ha più forze,
              non ha più fede
              ma senza la sua speranza
              io ho paura.
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                Scritta da: Gerlando Cacciatore
                in Poesie (Poesie personali)

                Il viaggio

                Due valigie, una borsa a tracollo.
                Un treno che ti aspetta.
                Dove va?
                Va;
                dove ogni uomo disperato,
                cerca un lavoro, cerca la serenità.
                Ti porta a Firenze.
                Ti ricordi?
                Dal treno ti sembrava,
                piccola e bella.
                Dalla torre la vedi,
                grande e maestosa.
                È tardi.
                Ti senti disperso,
                in quella città grandiosa.
                Cerchi una pensione.
                Ti scaraventi sul letto
                Stanco e affamato.
                La luce del giorno,
                filtra attraverso le fessure.
                Ti istiga ad affrontare,
                quel giorno triste,
                quel giorno imprevedibile.
                Girovaghi qua e la.
                Come un oasi,
                appare ad un uomo,
                bruciato, assetato dal deserto,
                così apparve a me,
                l'Ufficio Collocamento.
                Buon auspicio, direbbe la gente.
                Entro:
                - Cerco lavoro.
                Sa!?
                Sono congegnatore meccanico.
                - Spiacente Signore;
                non vi sono richieste.
                Timidamente esco,
                con la speranza sempre in me.
                Il treno non si è fermato.
                Continua la sua corsa,
                verso Padova.
                Triste Padova;
                non mi hai dato,
                sebbene per un minuto,
                l'illusione che mi ha dato
                Firenze.
                I miei passi,
                scricchiolando sulla tua strada,
                mi istigano,
                a ritornare sui miei passi.
                Son fermo nelle mie idee!
                Son fermo nelle mie speranze!
                Sento che devo affrontare,
                un giorno, più infausto
                del solito.
                Il mio essere si demoralizza.
                La mia anima si fa forza.
                Affronto con la forza della speranza,
                il solito ufficio.
                Le speranze diminuiscono.
                La voglia di vivere aumenta.
                Il treno continua la sua corsa.
                Ti porta a Mestre.
                Alcuni minuti, e mi sento
                cadere ancora più giù.
                Continuo la mia corsa.
                Ultima speranza.
                Ultima possibilità.
                Verona.
                Ti avevo vista, alcuni anni fa,
                con l'occhio di chi è felice.
                Ora mi sembri triste.
                Sembra che prendi parte
                al mio dolore.
                Il mio essere, ghermisce,
                con la forza dell'esasperato.
                La mia anima si ribella.
                Dentro di me,
                mi sento un uomo finito.
                Un uomo futile.
                Un uomo messo al mondo,
                per errore del Supremo.
                Continuo la mia corsa,
                invertita verso casa.
                Con la speranza a pezzi.
                Con il mio essere a terra.
                Con il cuore colmo,
                di odio per il mondo.
                Oh uomo...
                indegno di essere chiamato fratello.
                Oh Italia... indegna di essere
                chiamata Patria.
                Manipoli me, come una pedina;
                pronta a darmi in pasto,
                alle belve feroci,
                pur di avere il tuo tornaconto.
                Come considerarti Patria?
                Come far parte, di questa società
                costantemente corrotta.
                Composta martedì 30 novembre 1976
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