Vento che scorre sulla pelle Inebriato dal dolce profumo di limoni in fiore Quando una nuova alba giunge a ricordare La voce della donna amata
Il pianto acuto di un violino Canta di un uomo condannato Ad un amore impossibile Vivere di baci dolci più del miele Parlare con sguardi più profondi del mare Ma destinato a camminare nel silenzio della notte In boschi avvolti dalla nebbia.
Oggi, non domani... fino all'ultimo respiro oggi, d'intensità mi nutro di natura e amore per la vita gioia di vivere senza speranza Oggi, Terra di popoli diversi alla ricerca di un domani migliore... Inespresso, il tutto resta espresso: la luce che fu ombra la certezza che fu dubbio... e nel dissiparsi, la nube ad ogni passo mi conduce... oggi, non domani...
Danza... danza... Donna! Unisci le tue mani alle mie... Danza la tua femminilità, la dolcezza dei gesti e delle parole, canta il tuo soffrire ma più forte intona il tuo gioire. Urla i tuoi silenzi, le tue delusioni racconta le sottomissioni e le lacrime ma più forte esorta la volontà di esistere di diritti e appagamenti. Danza... danza... Segui il ritmo dei tuoi battiti. Solleva, fiera, lo sguardo su mondi di passione ... e danza... danza... l'Amore.
Tornerai fragile soffio di echi accantonati ... apparentemente. E come marea inonderai pensieri riposti in un cantuccio. E ritroverai quel sorriso che, stupito, si offrì a germogli di parole. Tornerai come sogno riconosciuto. E, con un brivido risveglierai un'ultima nostalgia che farà risuonare nel cuore la più bella e appassionata canzone d'amore.
Seguendo il profumo di una rosa ho incrociato i tuoi occhi e sfiorato le tue mani, ho respirato dai tuoi respiri, ho bruciato il sole col mio amore. Come una meteora a mezzanotte hai attraversato il mio cielo e l'hai spento d'un tratto senza avvisare, senza darmi il tempo di vedere. Ed ora tra le lacrime ed un sorriso isterico ti chiedo di restituirmi la vita, ti chiedo di ridarmi quell'impeto che scuoteva in petto ogni torpore, ti chiedo di lasciarmi andare se non sai restare.
In ogni situazione in ogni cambio... d'umore o di stagione sono sempre rimaste accanto a me le mie parole non mi hanno mai lasciato solo mi han riscaldato... quando la nebbia mi velava il cuore e mi han saputo dare gioia facendosi trovare pronte nei momenti del dolore
mi piacerebbe un giorno diventar parola una qualunque ma... in mezzo a loro perché tra le parole... io
Mamma... cosa vorrei darti... forse un mondo nuovo dove potresti sorridere libera priva di schemi e di divieti assurdi, ma solo quelli conosci... e ti strapperei via dalla tua errata e impostata consapevolezza e ti farei osservare i laghi che forse ami, quelli con i voli di oche selvatiche e con libellule esili... e ti porterei a vedere davvero un tramonto, così per mano per poi lasciarti li da sola, si da sola a ripeterti fino a spaccare quel tuo credo fatto di filo spinato per questa terra, fino a guardarti davvero e a vedermi per la figlia che semplicemente sono, quella che ami, la stessa che ti spaventa... e io, mamma, ti prenderei in braccio come una bimba perché saresti stanca sfinita, di aver rincorso per quasi tutta una vita i sogni scritti e le illusioni dettate da bocche e menti che rubano l'esistenza, ti farei riposare, no no nel tuo letto, in un letto nuovo, magari fatto di onde e di profumi di fresie e vorrei osservare il tuo risveglio quello vero, e... abbracciarti forte e delicata per non farti male... scarpe morbide ai piedi appena nati accarezzati da un gatto, e occhiali tenui per non affaticarti troppo la vista dallo stupore e capelli bianchi spettinati per lasciare passare il vento e le orecchie libere per sentirti finalmente il tuo nome! Tua figlia... quella selvatica.