Poesie personali


Scritta da: Ivana
in Poesie (Poesie personali)

La primavera

La primavera è molto bella come la luce di una grande stella, tutto è verdeggiante ci si può tuffare e dal sole farsi coccolare, il grigio dell'inverno è passato la tristezza del nostro cuore ci ha abbandonato, le esili violette fanno capolino in mezzo al prato, il grillo ha già cantato e gli uccellini preparano un bel nido ai loro piccolini... è un arcobaleno di colori che rallegra i nostri cuori, il tempo è un po' pazzerello, un giorno il sole e l'altro con l'ombrello ma la natura si è risvegliata e tutto è rinato vogliamoci tutti bene e impariamo a sognare ringraziando Dio se tante primavere ci potrà ancora regalare.
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    in Poesie (Poesie personali)

    Speranza

    Di lei mi nutro
    Aggrappata ad un respiro
    Ad uno sguardo,
    a volte.
    Non barare dottore,
    sono malata,
    non stupida.
    Poi ci ripenso
    e mi aggrappo a un tuo sorriso
    Supplicandoti di mentire.
    Menti dottore,
    menti!
    Bugie! E ancora bugie!
    Sui miei occhi scavati,
    sulle mie piaghe.
    Consola mia madre
    Non ha più forze,
    non ha più fede
    ma senza la sua speranza
    io ho paura.
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      Scritta da: Gerlando Cacciatore
      in Poesie (Poesie personali)

      Il viaggio

      Due valigie, una borsa a tracollo.
      Un treno che ti aspetta.
      Dove va?
      Va;
      dove ogni uomo disperato,
      cerca un lavoro, cerca la serenità.
      Ti porta a Firenze.
      Ti ricordi?
      Dal treno ti sembrava,
      piccola e bella.
      Dalla torre la vedi,
      grande e maestosa.
      È tardi.
      Ti senti disperso,
      in quella città grandiosa.
      Cerchi una pensione.
      Ti scaraventi sul letto
      Stanco e affamato.
      La luce del giorno,
      filtra attraverso le fessure.
      Ti istiga ad affrontare,
      quel giorno triste,
      quel giorno imprevedibile.
      Girovaghi qua e la.
      Come un oasi,
      appare ad un uomo,
      bruciato, assetato dal deserto,
      così apparve a me,
      l'Ufficio Collocamento.
      Buon auspicio, direbbe la gente.
      Entro:
      - Cerco lavoro.
      Sa!?
      Sono congegnatore meccanico.
      - Spiacente Signore;
      non vi sono richieste.
      Timidamente esco,
      con la speranza sempre in me.
      Il treno non si è fermato.
      Continua la sua corsa,
      verso Padova.
      Triste Padova;
      non mi hai dato,
      sebbene per un minuto,
      l'illusione che mi ha dato
      Firenze.
      I miei passi,
      scricchiolando sulla tua strada,
      mi istigano,
      a ritornare sui miei passi.
      Son fermo nelle mie idee!
      Son fermo nelle mie speranze!
      Sento che devo affrontare,
      un giorno, più infausto
      del solito.
      Il mio essere si demoralizza.
      La mia anima si fa forza.
      Affronto con la forza della speranza,
      il solito ufficio.
      Le speranze diminuiscono.
      La voglia di vivere aumenta.
      Il treno continua la sua corsa.
      Ti porta a Mestre.
      Alcuni minuti, e mi sento
      cadere ancora più giù.
      Continuo la mia corsa.
      Ultima speranza.
      Ultima possibilità.
      Verona.
      Ti avevo vista, alcuni anni fa,
      con l'occhio di chi è felice.
      Ora mi sembri triste.
      Sembra che prendi parte
      al mio dolore.
      Il mio essere, ghermisce,
      con la forza dell'esasperato.
      La mia anima si ribella.
      Dentro di me,
      mi sento un uomo finito.
      Un uomo futile.
      Un uomo messo al mondo,
      per errore del Supremo.
      Continuo la mia corsa,
      invertita verso casa.
      Con la speranza a pezzi.
      Con il mio essere a terra.
      Con il cuore colmo,
      di odio per il mondo.
      Oh uomo...
      indegno di essere chiamato fratello.
      Oh Italia... indegna di essere
      chiamata Patria.
      Manipoli me, come una pedina;
      pronta a darmi in pasto,
      alle belve feroci,
      pur di avere il tuo tornaconto.
      Come considerarti Patria?
      Come far parte, di questa società
      costantemente corrotta.
      Composta martedì 30 novembre 1976
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        in Poesie (Poesie personali)

        Cenere e vendetta...

        I campi sono bruciati
        e di cadaveri disseminati.

        Tutto è distrutto
        niente si è salvato,
        niente è restato.

        Come i morti hanno perso la vita
        così la speranza manca a chi resta.
        Di chi è la colpa?
        A chi i posteri dovranno chiedere il conto?

        Cenere e vendetta,
        nient'altro rimane,
        nient'altro è sopravvissuto.
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          Scritta da: Piero Valle
          in Poesie (Poesie personali)

          Dolci ricordi

          Dolci ricordi di un tempo passato.
          Un passato svanito, ma che resta sempre con me
          Dolci ricordi che stringono il cuore,
          un cuore che ha battuto soltanto per te.
          Dolci ricordi di un Amore che mi ha fatto sognare,
          un Amore infinito.
          Dolci ricordi di un viaggio ormai finito,
          di un viaggio che era appena cominciato.
          Dolci ricordi di un bacio sussurrato,
          di un bacio che resta nella mente a parlarmi di te.
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            Scritta da: Kagib
            in Poesie (Poesie personali)

            Sabbia tra le dita

            Trascorre la vita,
            giorno dopo giorno
            impercettibile, eppure,
            com'è lontano
            quel primo vagito,
            quella prima parola letta,
            quel primo pensiero fisso,
            che mi fece tremare il cuore.
            E adesso...?
            Giusto quest'attimo,
            così trasformato
            perché sia tangibile
            e poi di nuovo giorni,
            mesi... anni,
            che inconsapevoli
            continuano a consumare
            il mio tempo.
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              Scritta da: Ada Roggio
              in Poesie (Poesie personali)

              Verità

              Eccomi qui
              Spogliata di tutta la verità
              Finalmente mi sento bene
              Finalmente riuscirò a dormire
              Per molti ignari! Ipocriti!,
              io li chiamerei furbi,
              la vita è una grande corsa,
              è un continuo contendersi
              un pezzo di carta,
              chiamato comunemente denaro.
              Io ho deciso di:
              i soldi non sono la felicità,
              sono la sopravvivenza
              Quindi necessito solo
              dell'indispensabbile
              Voler solo vivere è un reato?
              No
              Errori si, ne ho fatti in quantità.
              Chi di voi qui,
              che passa legge furtivamente,
              o casulmente finisce su questo rigo
              errori non ne fa?
              Il non giudicare,
              è un dono di Dio.
              Io ho guardato in faccia ai miei errori,
              uno ad uno,
              li ho esaminati,
              mi sono guardata dentro,
              ho confessato a me, a Dio
              poi a l'uomo tutta la verità.
              Sai non ci vuole coraggio
              solo una grande fede in Dio.
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                Scritta da: Franco Mastroianni
                in Poesie (Poesie personali)

                Sui muri dell'asilo

                Ma quante bocche piene
                di frasi che non trovano
                l'insieme

                Ma quanti colli adorni
                di perle di saggezza
                mostrate con fierezza

                Mi chiedo... come faranno
                a stare su
                se non c'è ombra
                d'emozione
                che le lega insieme... senza un filo

                Trovo piu concretezza... e sento piu emozione
                leggendo le parole dei bambini
                scritte
                sui muri dell'asilo.
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