Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Arrivederci Amico mio

A te Amico mio
Un altro astro si è aggiunto al cosmo
asceso in cielo per completare un pezzo mancante, dell"universo
nel firmamento sei risalito dove gli strumenti della tua nuova orchestra
ti attendevano per comporre in piena armonia il tuo ultimo capolavoro.
gli archi, soavi
i fiati delicati
le corde maestose
e voci celestiali
pronti ad eseguire con un tuo segno le tue magiche ispirazioni
Una nuova opera
sei stato chiamato a realizzare
un gioiello di cui
nessuno ne può conoscerne il significato
in una magnificenza dalle mille sfaccettature racconterai la tua storia.
Vai Felice, ad animare il cielo con la tua musica.
Vai Maestro a comporre,, la più bella opera di tutti i tempi,
Con la tua bacchetta, dirigerai l'orchestra più prestigiosa dell'universo
Vai amico mio
coinvolgi col tuo respiro armonioso gli elementi della natura
così che possiamo ascoltarla
In ogni fruscio del vento sentiremo il tuo abbraccio, avvolgerci come in un ala di angelo in una effusione fraterna
Riconosceremo le tue note nel mormorio di un ruscello che scorre verso il silenzio
Ti vedremo nella limpidezza di un acqua trasparente e pura
rispecchiarsi nel mondo
Nel tuono e nel fulmine scopriremo la tua anima
E con la pioggia cadranno camuffate, le nostre lacrime
che non saranno di dolore, ma portatrici di gioia
assisteranno al tuo debutto all'ingresso del mondo della pace e della luce,
comporrai, la tua ultima, immensa e migliore opera mai realizzata
uscirai di scena con l'accordo delicato di un arpa la cui armonia che ne uscirà, sarà interpretata:
Un grande uomo è asceso nel cosmo portando con se la speranza di rivedere un mondo migliore
Come nel canto del cigno, nella sua morte, la tua ultima sinfonia, per un addio
Firmerai il tuo pentagramma,
lo dedicherai a noi che resteremo qui a ricordare chi eri.
dentro i l tuo ricordo.
Composta lunedì 14 marzo 2011
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    in Poesie (Poesie personali)
    Abitanti misteriosi dell'anima
    io v'inseguo
    arriverò - un giorno -
    dove il tempo mi porta
    Sulla montagna a chiamarti
    ad invocare la bellezza
    di tutto ciò che è lontano
    Il nero tronco dei cedri scolorisce
    e il cielo l'attende assetato di pietà
    È questa la mia strada
    far scolorire i cedri
    e attendere che venga - sì anche per me -
    il Paradiso.
    Composta lunedì 10 ottobre 2011
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      in Poesie (Poesie personali)

      La mia poesia

      La mia poesia è
      il campo azzurro dove pascolano giocondi le nuvole pecorelle, e
      laddove una grande palla gialla rimbalza dall'alba al tramonto,
      e la elegante luna in vestito di sera cucito di migliaia di stelle
      compare maestosa nella notte,
      la mia poesia per me è molto più di un giorno consueto,
      dalle oziose domeniche,
      di colori d'arcobaleno,
      e dalla solitudine del mare,
      dai prati fioriti
      dai brusii e trilli,
      la mia poesia è
      un dolce inganno
      per far credere di poter volare.
      Composta mercoledì 18 gennaio 2012
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
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        Autoritratto

        Nacqui in un mattino di luce
        a odore di sudore e fucili
        in una casa con larghi scalini
        e un forno a legna senza pane.

        Da bambino mi nascondevo nel camino
        per uccidere fantasmi di paura
        con occhi di fame e barba oscura.

        Mi feci fanciullo servendo le signore,
        studiando e sognando col cuore.
        Gli anni passavano giocando
        ascoltando il bosco e il pianto.

        Le montagne e le gialle ginestre
        curavano le mie ferite.
        Mi feci amico di uccelli e funghi
        scendendo a lavarmi alla fiumara.

        Andai nelle Puglie a dodici anni,
        strano mondo per un montanaro:
        la pianura mi sembrò senza occhi
        e il cuore rimase a Cirigliano.
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
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          Maggio ciriglianese

          Sotto le querce secolari del monte
          nascono ogni giorno aromi nuovi.
          Sono nascosti nell'aria d'un racconto,
          di un vagito di bimbo fatto uomo.

          Il sacro e il profano danzano insieme
          nella leggenda di una donna antica
          vestita di fiori, luci, tesori
          e un sorriso di pioggia antica.

          Vivono molti sogni del passato
          nel bosco sacro di dei sconosciuti:
          gli gnomi sono santi nostrani
          insieme a ninfe e aromi perduti.

          Sarebbe l'ora di tornare indietro,
          rileggere le ferite delle rocce,
          l'umidità materna delle foglie,
          l'amore tra la luce e le ombre.

          Sotto le querce nasce la vita
          nel bosco gioca la morte.
          È il dio della terra e del cielo
          racchiuso nel cuore del bosco.
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            in Poesie (Poesie personali)

            2 febbraio di anni fa

            Un canto di gallo
            un toco di campana
            un sorriso di bimbo
            e una lieve "Ave".

            Ecco, Signore,
            il 2 febbraio di quest'uomo.

            Non conosco altri misteri.
            Guardo cantando
            la luce del giorno;
            la camelia accarezza
            il sole sul tavolo.
            Lontano un cadenzato
            tocco di piano
            accompagna il giorno
            che gioca col vento.

            C'è qualcosa che vive cantando
            in questo uomo
            impastato di niente.

            Non oso toccare
            il canto di umana tristezza
            che si ode sempre
            e vive solo un momento.
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