Paure
Duro e forte nella vita
come quercia nella tempesta.
Papavero d'inverno nella propria solitudine,
invisibile catena dell'esistenza.
Composta domenica 7 aprile 2013
Duro e forte nella vita
come quercia nella tempesta.
Papavero d'inverno nella propria solitudine,
invisibile catena dell'esistenza.
Nutrimi con le tue paure ed angosce
libera il desiderio dell'ignoto
negandoti il dolore delle certezze.
Vivi in pieno la tua dolce anima pura
cullandoti nel piacere dell'incertezza.
Il mio sguardo di chi sogna essere un maschio.
Sogno profumo di erba
Dei pollini segni le geometrie
Dei fili d'erba come trame d'arazzo
Pittor soffitto di chiazze colorate di speranza
Che lo sguardo mio fissi la dolcezza
Che lo sguardo mio fissi l'umiltà
Che lo sguardo mio resti l'Io
Ch'io resti qui pur andandomene di qua
Sogno d'esser maschio
Per vivermi e vivere
Sogno d'esser maschio
Come fan le viole con i lillà.
Passa, dicono!
E si che tutto passa,
dicono!
quante volte ho ascoltato
questa parola?
da una vita!
Passa dai si che passa,
e poi mi accorgo certo che passa,
deve passare,
non perché il tempo mi è
amico,
Ma passa perché son io che faccio passare tutto,
ed il tempo mi è forse amico?
Forse, o forse sono io che abbraccio il tempo
ed aspetto seduta che tutto passi!
Sale nel giorno spezzato precoce assenza
Sale gusto finale canto di cicala
Prove di vita stonate occhi nel fango
Sparo luce legno terra forse Dio o Lucifero Eden rovesciato calici ricolmi di terra
Non ho avuto il coraggio di vederti vuota,
non ho avuto il coraggio, quando ti ho lasciata l'ultima volta,
di rendermi conto che non avrei più varcato la tua soglia.
Proprio io,
che ti ho tanto amata ma poco vissuta,
che ti ho conservata come un museo,
che ti ho esplorata con meraviglia,
ti ho venduta
ed ora piango, piango e me ne pento,
proprio io che ti dovevo difendere
ho lasciato che te ne andassi con indifferenza.
Che codarda!
Quando ormai è troppo tardi
ed il pensiero che altri violeranno quella porta mi fa troppo male,
mi vergogno anche solo a ricordarti per come eri.
Non ti ho mai meritata, scusa.
Addio.
Un sospiro grigio inarca le mie narici
Giunone, fiera sdentata dalle labbra sgualcite
incombe sui miei campi: fiori notturni cresciuti senza radici,
fecondati dall'ombra perlacea delle sue fauci,
lacerati, usurati dalla dissacrante ebbrezza del tempio vuoto di Dio.
Osservi i gigli, dai petali vergini di ogni peccato,
riparo marmoreo da ogni futile violenza,
immemore della spuma vitale del consumo della nostra essenza.
Ti rivivo in quelle foto ingiallite dal tempo,
tu ragazza, tu madre, tu maestra con i tuoi bimbi,
tu nonna con i tuoi nipoti.
Tu, malata, ma sempre con quel sorriso che,
come una drogata ancora cerco tra quelle vecchie foto,
per riviverti ancora un attimo, per piangere ancora un poco,
per sentirti ancora, mamma, qui vicino a me.
Mi piaccio ma mi sento impotente.
Sono la reincanazione di Jeremy Brett
Ma mai dubito la mia forza impotente.
In questo bel corpo, impotente.
Mi sento impotente.
Vivere o niente
Grazie Vasco
Per aver messo in musica
Il perché del mio desiderio più assurdo.
Grazie Vasco. Grazie ancora
Impotente, io.
Impotente, lui...
Impotente, perfetta ed impotente
Essere un maschio io si lo voglio...
Perfetta di più
A pari passo con la saggezza del mio esistere.
Amami amore mio
Amami con tenerezza
Amami con furia
Amami come il sole
ama il mare al'alba
Amami amore mio
Come la luna
il suo lago
al calar della sera
Amami come il vento
ama gli alberi
Amami amore mio
come le onde
amano la sabbia.