Poesie generazionali


in Poesie (Poesie generazionali)

Con te sulla luna

Vorrei dondolarmi con te su uno spicchio di luna,
per dirti una cosa che non direi mai a nessuna,
con la voce un po' roca ma sincera...
ti dico ti amo in una sola parola ma vera,
e mentre le stelle ci stanno a guardare
e la luna con noi si rispecchia nel mare,
tu mi regali il primo bacio d'amore.
Composta martedì 19 marzo 2013
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    in Poesie (Poesie generazionali)

    Mai più che non fu

    Orme sul terriccio rosso
    Di stivali viola
    Qual fu il tornado che ci portò
    a piccoli passi come lapilli in volo
    Qual buon vocione ci accolse
    agli occhi di un libro che muore
    Andò in fondo ed io mi immersi
    Gelo gelo gelo mai più che non fu
    Gelo gelo gelo che saltai inarcando l'orizzonte
    Che del tuffo mio nuotai nel buio buio buio
    Di castano e ragione ero il signore
    Libro caro che non si fose
    Fuori dal gelo il polso mio lo trasse
    Che il vocione caro mio adorato male criminale
    tolse prendendo il libriccino
    Grato ci lodò ruggendo se hai preso la mia biografia
    Rassegnato e grato ci lasciò nuotare
    Che noi non potemmo fare altrimenti
    Che mi destai di salto cessando quel paradiso
    Di così bell'uomo destante di una madre assopita
    Mai fui attratta dalla sua mente e psicologia
    Come il ventre nella più dolce delle attese.
    Composta giovedì 25 aprile 2013
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      Scritta da: Stefano Napolitano
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Amore e universo

      Un mondo che non mi appartiene più, il modo in cui sei andata via tu
      una stella appena esplosa, i suoi frammenti su di me
      un amore che non c'è più, e forse mai ci fu
      una galassia immensa, tu al centro di essa
      meteore che son passate, ora ne fai parte anche tu
      ghiaccio nello spazio, ghiaccio dentro te
      un mondo che non mi appartiene più, il modo in cui sei andata via tu
      forme di vita che non conosco, forme di vita che dimenticherò
      universi paralleli, ma anche li io e te non siamo insieme
      buchi neri senza orizzonte degli eventi, perché all'orizzonte non ci sei tu
      sole e stelle son lo stesso, solo con te sarebbe tutto diverso
      un mondo che non mi appartiene più, e mai più mi apparterrà.
      Composta giovedì 25 aprile 2013
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        in Poesie (Poesie generazionali)

        Ti lascio danzando

        Oggi posso distruggerti per sempre,
        nell'infinito che ti accompagnerà in una tetra e amara solitudine.
        Mi sono persa in te cercando me,
        mi sono smarrita nel peccato senza un cervello,
        trascinandomi in una televisione domata dalle illusioni.
        Le punte,
        stese,
        hanno toccato quel fondo,
        poi sono arrivati anche i talloni.
        Ho creduto di non slanciarmi,
        poi in pliè ho piegato
        gambe di pietra
        e con la forza di un uragano sono risalita.
        Ho volteggiato in giri immensi tubolari,
        nel tunnel dove la vita mi aveva scaraventata.
        Poi milioni di pirouettes,
        scende la calma,
        il fiatone,
        in prima,
        in sesta,
        l'inchino alla nuova vita che ho
        e a quella che verrà.
        Libera,
        fuori da te,
        da tutto,
        da tutti,
        nella beata solitudine che vedono e nella compagnia che sento.
        Ora sono chassè, pas de bourrée,
        la coreografia che compongo e non sospenderò più.
        Ti lascio anche col pensiero,
        resti un ricordo indefinito,
        ma non mi farai sbagliare i passi.
        La mia danza
        è vita su di un palco
        dove non vi sono luci
        ma solamente spettatori.
        Ora guardami,
        insieme agli altri,
        non interrompermi dopo l'esordio,
        sarò sul podio ad autografare libri della mia essenza.
        Non ci sarà più tempo,
        voglia,
        amore,
        testa,
        male
        o
        bene
        che mi tenga attaccata al vecchio filo che fu.
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          in Poesie (Poesie generazionali)

          Sempre Primavera

          Solo gli angeli, i falchi e le nuvole sanno volare alti
          nel blu più profondo a noi non ci è concesso,
          possiamo farlo solo con l'anima, liberandoci
          del doloroso fardello che trasciniamo da tempo,
          immaginiamo che sia sempre primavera
          sprofondiamo nella sua confortevole luce,
          immergiamoci nei suoi dolci ed estasianti profumi,
          tinteggiamo la nostra vita con i colori della rinascita,
          lasciandoci alle spalle il gelido inverno appena finito.
          Semplicemente il tutto avrà un senso e la nostra esistenza
          si fonderà con la meravigliosa natura che ci circonda e ci avvolge.
          Composta lunedì 22 aprile 2013
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            in Poesie (Poesie generazionali)

            Orologio londinese

            Che del tuo canto oramai non sento le note
            che l'animo mio muta il vento ciarlatano
            ah tu pena mai scontata
            che canti idilli dall'inferno
            lancetta corta di un fiato che si allunga
            come le ore in una mattinata e la luce sulle tenebre
            lancetta lunga delle ore a forzarmi a far la dura
            che sul mio nido al di sotto del mondo
            mi ci siedo e sono una montagna d terra.
            Madre terra. Big ben da dietro i cespugli
            molti occhi ti hanno visto e mai osservato
            ma mai quanto le mie pupille odono le tue note
            solo a te volgo il cuore come il girasole alla sua stella
            tu meraviglia dai tre occhi, con l'iride dell'assurdo ed impossibile
            il mistero ti nacque dalle labbra e dalle carni
            la ragione ti nacque dalle lacrime e dalle mani
            oh londra adorata arpa e campane
            canta ancora con la voce mia
            che figlia della ragion pura dal tuo ventre
            venni generata.
            Composta domenica 21 aprile 2013
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              Scritta da: Luca Zecca
              in Poesie (Poesie generazionali)

              Squittii lontani nella foresta echeggiano

              Squittii lontani nella foresta echeggiano,
              di lupi che non sanno di essere divenuti per morale conigli!
              Non vi siano a loro giacigli,
              non fioriscano in lor animo fino a un riscatto nuovi gigli.
              Di sol pane non vive l'uomo disse il redentor,
              fiamme e saette rinvigoriscon il riscatto nel mutamento di sentor.
              La via è ardua e stretta e non richiede certo pochi sforzi,
              mal ner reciproco rimembrar di colpi bassi si muore; e ciò, per Dio, si smorzi!
              Non sia mai che qualcuno per errore decida di avvicinarsi,
              solo sull'odio e le divisioni bisogna concentrarsi!
              Ma fino a quando!? Fin quando su ciò si può soffermarsi!?
              Per pace e amore fummo tutti creati,
              l'odio e il dubbio son figlio dei cherubini nel fuoco sprofondati.
              Sì tanto bello potrebbe essere il futuro,
              non di questa Terra infatti sono i frutti delle nostre azioni,
              perché quindi inficiarsi sul dopo solo per non saper tenere vili reazioni,
              perché non vivere in pace un cammino che finirà di sicuro!?
              Composta domenica 21 aprile 2013
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                in Poesie (Poesie generazionali)

                Tempo

                Ho bisogno di tempo per cicatrizzare le ferite,
                per allargare le spalle che tenevo chiuse per non farmi vedere.
                Ho bisogno di tempo per tornare a sorridere di tutto
                e ne ho bisogno per tornare a pensare
                che le persone non sono tutte uguali
                e che di alcuni ci si può fidare.
                Tempo per convincermi
                che in me c'è più di quel che vedo.
                Ho bisogno di poter tornare a sorridere di tutto e
                di non dover sorridere per cortesia.
                Di non aver paura di chiedere
                temendo di dover ricevere un secco no come risposta.
                Ho bisogno di tempo
                per potermi convincere che là fuori
                qualcuno mi vuol bene
                e me ne vorrà sempre,
                e sopratutto
                che il tempo di cui avrò bisogno
                per guarire
                segnerà la fine dei miei problemi.
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