Poesie generazionali


Scritta da: ANTONIO PISTARA’
in Poesie (Poesie generazionali)

Ombre e Luci

In una terra, intrisa di morte e odio
scorgo la vita, in resti di civiltà perdute.
Vedo sofferenza e la compassione confuse dell'ego
in un circo mediatico dove circensi e spettatori si scambiano i ruoli.
Ruoli sommessi, ruoli confusi
alla guida di un mondo dove la luce cede il passo all'oscurità.
Ombre e tenebre si aggirano tra le anime,
alla ricerca di un posto dove albergare e scovare spiragli di luce:
annichilendo, distorcendo e riducendo l'umanità
ad un ultimo palpito della sua stessa sostanza.
C'è ancora posto per la speranza?
Sempre.
Disillusa, intorpidita, confusa,
ella resiste e combatte.
Alla fine trionfa.
E vince.
Composta lunedì 29 maggio 2023
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    Scritta da: Joe Kowalski
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Vicolo Rensi

    Hai passeggiato? Mi chiedo
    le volte/quasi un'abitudine
    ma non è /sarebbe
    altrimenti svanito
    quel senso di tremore
    ancora prima di svoltarè angolo
    e guardo in alto
    sentire oltre gli scuri spenti
    la luce
    indovinare la voce

    "aspetti la prima mossa"
    non la farò! Mai
    e una settimana s'accavalla
    cavalca sull'altra
    e mi ordino "perché?"
    La ragione il cuore
    parla. Una lingua povera
    fatta di profonde sensazioni.
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      Scritta da: Joe Kowalski
      in Poesie (Poesie generazionali)
      I paradisi incantati
      dove lella moriva
      fuggiva.
      Come fuggiasco il cane
      braccato.
      Ma fuggire dalle cime
      del verde nevoso. Dove
      scendevi a dirupo al
      mare a cantare.
      Le onde crostacee della
      notte.
      U fuggi l'urlo che
      provi. O fuggi la melodia
      che fu.
      Se sappi gelida da un amante
      l'amante ha tradito e sola
      all'orgoglio.
      Ma se fuggi
      la partitura che impressa
      nel fuoco
      non dipanarti in
      gelide acque d'amianto.
      Hai fuggito chi musicava le sirene tue note.
      O hai fuggito chi non ti intonava a piacere
      perché delusa/perché
      cementi l'ora che batte
      il tempo delle favole
      non puoi parlare di sconfitte...
      se sconfitto è l'orgoglio
      che ha ceduto il passo ad un solitario
      soliloquio d'amore.
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        Scritta da: Joe Kowalski
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Saint-Michel ovvero poesia del Quartiere Latino

        Il passo mordace
        schivando le pozze
        la pioggia ridesta
        nel picchiare
        il moto traverso
        i pensieri aleggiano
        nella mente frastorna
        un'approdo è un interrogativo
        nella babele
        la realtà demoniaca si attesta
        s'afferma nel scompiglio
        di voci
        solo il profondo
        la sensazione immediata
        la mente malferma
        la balia degli eventi
        non più una struttura
        un punto d'aggancio
        solo il demone
        la vera sostanza
        trapassa nella reale
        bestiale dinoccolata
        aria notturna
        un tempio del Dio
        del Dio quello vero
        bistrot 27.
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          Scritta da: Joe Kowalski
          in Poesie (Poesie generazionali)

          L'ultima notte di Valpurga

          Il cane storpio vagava.
          Nel posto della birra.
          Alcolica. Sputava gli odori
          di piscio.
          Scioglievi il fuoco
          al camino grande oltre
          la volta
          degli oceani aerati.
          E l'aquilone volava
          immobile nella mente.
          Ho odiato sedurmi
          solo. Un avvoltoio rapace.
          Che imprigiona gli occhi.
          Fuggenti nelle mani
          grinze.
          Il nero manto.
          Di cervo morto.
          E la figura dell'uomo
          barbuto passava incessante.
          Procrastinando un
          mezzo litro di pizza.
          ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
          un filo spinato che avvolge
          la croce e tu nuda
          pozzanghera imbratti.
          La rosa di malta viva.
          Ma ora si posa.
          La bara volante e anziana al cuore
          lo anima all'idea dell'amore.
          Mai ho amato un cadavere esangue
          mai una bocca di
          rosa metallo
          mai fu deserto
          nel mare stellato.
          Mai un dì morire
          colto nel fiato.
          E dormire leggiadro nelle
          coltri di neve.
          E salire notturno nei battiti
          ciechi. Croci
          di un profondo
          tormento... lì lo sguardo (indifferente)
          bruciava i pezzi di
          nero di un carbone
          d'amico.
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            Scritta da: Joe Kowalski
            in Poesie (Poesie generazionali)

            Iene

            Orgiastiche note
            mi invitano a danze dissacranti
            un essere incorrotto avanza
            e offre il suo cuore in pasto
            ondulando i resti
            di un tutto
            da sognare ancora.
            Io scompiglio i tuoi giochi
            e ti bevo
            nei freddi languori autunnali
            negli assordanti silenzi invernali
            nell'illusoria speranza primaverile
            nell'assiepata gelida calura estiva.

            E ti bevo
            nelle emozioni delle ore siderali
            quando un gallo
            infuocato dal mandorlo in fiore
            urla la sua vendetta
            ... una dolce speranza mi annienta
            nel divenire violento del tempo
            bacerò le bende sugli occhi
            di un lazzaro sognante
            e stille di fuoco
            accenderanno i contornii
            di un'illusione senza fine.
            Composta lunedì 5 aprile 1982
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              Scritta da: Joe Kowalski
              in Poesie (Poesie generazionali)

              A te mia dolce sofferenza

              Se solo potessi bloccare
              il momento
              racchiuderlo in uno scrigno di velluto nero
              se solo potessi fermare
              il tempo
              come un calice di cristallo trasparente
              discendere in un vortice di vertigini
              di immagini di riflessi
              rispecchiati nei cristalli della cruda zuccherata
              sfumante realtà
              poi in un alone di violenza
              scagliare infrangersi su pietra dura
              e in mille pezzi spargersi
              se solo potessi cogliere
              le mille fratture
              rimettere in sesto
              ricreare la creazione
              ricomporre le mille parti
              dell'emozioni del tempo

              Chissà?
              Però il passare degli anni
              l'occhio attento di un vagabondo di strada
              forse... vedrà vedrà le mille
              avventure di un deserto incantato.
              Composta sabato 30 novembre 1974
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                Scritta da: Joe Kowalski
                in Poesie (Poesie generazionali)

                Place Pigalle

                Un viola sfrontato
                le calze arrapanti
                del piacere notturno
                ad ogni angolo "invitano"
                a desideri velati
                tremante la bocca
                nell'affrontare la parola
                è un gioco veloce
                appagare la tua sete
                il desio non ha voce
                un brivido scorre
                a fior di pelle
                una voglia affannosa
                del profumo acre
                di una donna di strada.
                Composta domenica 30 novembre 1980
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                  Scritta da: Joe Kowalski
                  in Poesie (Poesie generazionali)

                  Laura

                  Laura... qualcuno mi dice
                  ieri sera ad esempio...
                  han parlato di te... in modo...
                  sì io gli ho forzato la mano...
                  ma detto con simpatia... Claudia
                  con decisione... ribatto...
                  difendo... l'odio è solo una parola
                  e certo non fa al caso tuo
                  mi incazzo... la smeni...
                  e li tarmi... quelle manie dei soldi
                  di pagare subito
                  nei luoghi affollati e tra... solo gli amici
                  le tue strane... a volte... ma a pensarci
                  dopo ci ridi... le dicono paranoie
                  mi adatto a una simpatica normativa
                  Laura... non mi prendere sul serio
                  ma è umano sai...
                  chi non ha degli inghippi... E poi
                  parlo sempre di capire... ed ora
                  cosa mi succede...
                  lo devi dimostrare mi dico... ebbene sì
                  Laura... ne parlo bene
                  ne difendo il nome e salgo le scalette
                  Claudia... mi ascolta... ribatte
                  parla di grezzo... ma non la capisco
                  la festa è domani... e...
                  ti vedo tristemente sorridente...
                  e i tuoi affanni... Paola tua figlia
                  Walter l'amore che decanti ancora
                  - sei molto bella -.
                  Composta domenica 30 novembre 1980
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