Il cane storpio vagava. Nel posto della birra. Alcolica. Sputava gli odori di piscio. Scioglievi il fuoco al camino grande oltre la volta degli oceani aerati. E l'aquilone volava immobile nella mente. Ho odiato sedurmi solo. Un avvoltoio rapace. Che imprigiona gli occhi. Fuggenti nelle mani grinze. Il nero manto. Di cervo morto. E la figura dell'uomo barbuto passava incessante. Procrastinando un mezzo litro di pizza. ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ un filo spinato che avvolge la croce e tu nuda pozzanghera imbratti. La rosa di malta viva. Ma ora si posa. La bara volante e anziana al cuore lo anima all'idea dell'amore. Mai ho amato un cadavere esangue mai una bocca di rosa metallo mai fu deserto nel mare stellato. Mai un dì morire colto nel fiato. E dormire leggiadro nelle coltri di neve. E salire notturno nei battiti ciechi. Croci di un profondo tormento... lì lo sguardo (indifferente) bruciava i pezzi di nero di un carbone d'amico.
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