Scritta da: Franco Mastroianni
in Poesie (Poesie generazionali)
Manciate di immagini restano tra le righe delle mani.
A volte lavarsi la faccia è spettacolare.
Composta lunedì 11 marzo 2013
Manciate di immagini restano tra le righe delle mani.
A volte lavarsi la faccia è spettacolare.
Provare e riprovare
ma nulla ottenere
cercando di avanzare
e indietro non rimanere
trovarsi infine poi ogni sera a pensare
che ogni giorno passa e niente infin rimane,
come una infinita montagna che ci si ritrova a scalare
sperando che alle spalle di essa ci siano verdi piane;
piane in cui tutto sia bello e rigoglioso
in cui ognuno oggi e domani del proprio operato sia orgoglioso
accorgersi invece ieri, oggi e domani
che tutto ciò che accade sconvolge tutti i nostri piani.
Nel gesto naturale della semina
La mano esperta del contadino
Sparge i semi che magicamente lo cingono
Nel mio seminare la tua immagine
Cerco la magia per farmi cingere e vederti germogliare
Ad ogni mio sguardo.
E sulla pelle sentirsi rivestire di sospiri
Mentre l'amore ritrovato
Colmava i palmi delle mani accarezzandoci.
Ed eravamo insieme
attratti dalla magica polvere dello scenario
distratti nel toccare l'amore
Noi soffi di vento
Noi l'immaginario.
Restiamo affacciati all'amore
Seguiamone il nascere, il crescere
Affidiamoci al dolce percorso
E ad ogni tramonto partiremo per nuovi sogni.
Anche Venezia affonda nelle melme
del magico duemila.
Nelle tante lagune
nelle troppe paludi
monta
la marea della carne
e compromette
le fondamenta stesse della Vita.
Piangono i nostri morti
in fitte celle e strette costipati
lacrime di silenzio
per i fiori appassiti
e per il buio
che ci sta devastando la memoria.
S'applica invano l'uomo
maschere sorridenti
in cerca di allegria
e invano si abbandona alla finzione
propinata in eccesso
in quest'ultimo, grande Carnevale.
Intanto in cielo gelidi metalli
riflettono i lamenti
d'un animale ch'è rimasto solo
d'un mondo triste
in dubbio sul domani.
Voglio essere un angelo
e volare – se mi avanza cibo
lo porterò all'altare. lucifero
lo muterà in denaro
Bla Bla Bla... e ci sarà la guerra!
Sono un angelo-bambina
il salvadanaio lo destino
alla ricerca
– Per la guerra?
– ORRORE!
è pieno dei soldini
dei regali di Natale.
Per la Pasqua ho ritagliato
una fessura nell'uovo – ho inserito
una moneta – ho cercato la sorpresa
"c'est l'argent qui fait la guerre"
EUREKA.
Anima che di tensione
hai clausura, di rado
per pochi attimi sfiorata,
sia luce oggi
grande madre luna
esigere che l'anima
non arda
parché tu hai vita
e lui sepolto giace,
distorto ramo disseccato,
dove d'incauto verde
urlo stride
nel prato da disperdersi
lontano un pensiero
che lumeggia invano,
nel silenzio
carico d'angoscia
lontani affanni
speranze sognate,
l'inverno incombe
senza più orizzonti,
echi lontani,
venti di scirocco,
nebbia dell'ego
lucciola smarrita.
Sono qui e ti penso, e non vorrei farlo ininterrottamente,
ti chiedo di Insegnarmi a non pensare solo a te.
ma un po al'immensità del cielo,
alle stelle e a tutti i pianeti che girano intorno al mondo.
Insegnami ad addormentarmi con la mente serena.
Accarezzami con le parole
per indurmi al sonno e sognare di essere tra le tue braccia.
Insegnami ad amarti e vivere senza insicurezze,
ma forte come una quercia,
una quercia simbolo di virtù, forza, coraggio,
quello che vorrei avere per te
per affrontare con coraggio e forza,
la vita che verrà incontro a te.