Poesie generazionali


in Poesie (Poesie generazionali)
Lui è in trasformazione
muta col tempo,
lo guardo con intensa pietà
e non lo faccio con
i suoi occhi
ma con l'anima!
Lui chi?
Il corpo!
Fa quello che vuole
a me interessa
l'orizzonte dell'anima,
il librare invisibile.
Ma intanto
mi chiedo:
chi sono?
E tu che leggi
lo guardi
invecchiare?
Il corpo!
Composta lunedì 18 febbraio 2013
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    Scritta da: Giulio Vergine
    in Poesie (Poesie generazionali)
    Voglio scrivere uno stato
    per ricordare a questo Stato,
    chi per esso a lavorato, impegnato, prodigato,
    chi con la vita ha pagato
    per aver solo in fondo provato,
    perché mai questo Stato è cambiato.

    Voglio scrivere uno stato
    per chi è stato ammazzato
    per aver solo parlato,
    per chi credeva di averlo cambiato
    e per chi qui ci ha sempre sputato.

    Voglio scrivere uno stato
    per chi è ancora li nel letto ammalato
    che spera ancora di esser curato,
    per chi è andato e per chi è tornato,
    per chi ha votato e criticato,
    per chi ha sempre sognato.

    Voglio scrivere uno stato
    per chi ha sempre studiato,
    per chi ha rubato
    per chi oggi non ha mangiato
    e spera di dire anche oggi "il lavoro l'ho trovato".

    Voglio scrivere uno stato
    per chi si è pur sempre impegnato
    lottato, gridato
    che questo Stato non ci ha mai amato.

    Voglio scrivere...
    ma anche le parole mi han rubato.
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      Scritta da: Damiano Villi
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Ciao papà

      Sei andato via senza dire niente
      lasciandoci tanti perché per la mente
      qua il tuo corpo non c'è
      ma so che lo stesso sei accanto a me
      hai messo le ali e hai imparato a volare
      e da lassù ci potrai osservare
      perché sei andato via così presto non si sa
      ti voglio bene ciao papà.
      Composta lunedì 18 febbraio 2013
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        in Poesie (Poesie generazionali)
        Su Casini lasciam fare
        c'è il cognome già a spiegare.
        Con Bersani è vasellina
        si va in bagno ogni mattina.
        Se si crede a Berlusconi
        tutti gli altri son coglioni.
        Fini ormai non dice niente,
        come il nome è trasparente.
        Su di pietro cosa dire,
        non si può neppur capire.
        Nichi Vendola si sa
        vende in prosa vanità.
        Di quegli altri che pensare,
        che han coraggio da buttare
        a voler per forza stare
        sempre a galla,
        sempre in sella.
        Composta lunedì 18 febbraio 2013
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          Scritta da: LuCeDelSolE
          in Poesie (Poesie generazionali)

          La scatola dei ricordi

          Riapro quella scatola, cosa ci trovo dentro?
          Pezzi della mia vita sparsi, creano scompiglio e me li ritrovo contro.
          Troppe quelle lettere che non ho mai spedito,
          resteranno lì ammucchiate come un ricordo mai sbiadito.
          Paure, rimpianti, tristezza e momenti belli,
          queste son le emozioni più frequenti.
          È la mia vita troppo piena di alti e bassi
          è una partita a carte mai finita con degli assi.
          È una triste storia che sento ancora mia,
          purtroppo quando l'amore ti prende fa fatica ad andare via.
          E cosa mi rimane se non un sorriso,
          vi stupirò davvero perché c'è questo sul mio viso.
          Composta venerdì 15 febbraio 2013
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            Scritta da: donatino24
            in Poesie (Poesie generazionali)

            Festività

            Cade la neve, i fiocchi scendono lentamente
            volteggiano nell'aria umida e fredda.
            Nel camino arde la lagna, si sentono gli scoppiettii,
            vedo sprigionarsi scintille che brillano come stelle,
            illuminando il mio animo di felicità.
            È il preludio di un avvenimento importante:
            "La nascita del Bambino Gesù".
            Sarà accolto con amore e tributato gli onori.
            I fiocchi di neve, leggeri come le carezze della mamma,
            continuano a cadere, mentre si prepara l'albero di natale,
            a simboleggiare la festa più bella dell'anno.
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              Scritta da: circe
              in Poesie (Poesie generazionali)

              A volte la montagna va da Maometto

              Ecco tutto è perduto
              nel tempo di un cenno d'intesa
              ora... nulla più esiste
              questa specie di centro commerciale (qualcuno lo chiama vita)
              adesso... spazzato via, raso al suolo
              annullato da un volto di donna tuffato dentro al mio
              un semplice sorriso sincrono appena accennato
              sorriso a tutto viso senza scoprir denti
              diretto come un pugno
              a riappiccare incendi nello stomaco
              a far evaporare lacrime prigioniere di un ego prepotente
              Africa...
              un giorno spero poter tornare.
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