Poesie d'Autore


Scritta da: Andrea De Candia
in Poesie (Poesie d'Autore)

Ho conosciuto in te le meraviglie

Ho conosciuto in te le meraviglie
meraviglie d'amore sì scoperte
che parevano a me delle conchiglie
ove odoravo il mare e le deserte
spiagge corrive e lì dentro l'amore
mi sono persa come alla bufera
sempre tenendo fermo questo cuore
che (ben sapevo) amava una chimera.
Composta martedì 3 marzo 2015
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Caro monte

    Nei cari luoghi dove giocavamo
    tra pendici a bisbigli
    di bosco col silenzio
    ti trovo con la schiena scorticata,
    e sangue di terriccio
    cola a valle.
    La neve si adagiava
    fino alla verticale barricata
    dell'imponente picco,
    ora si ferma
    sulla piaga mozza.
    A basso,
    tra le macerie della tua sconfitta
    si ergono gli ammassi
    di tritato...
    il sole piange
    come un poeta malato
    che più non trova
    fantasia di versi,
    tramonto sanguigno
    tra le nubi
    pare che covi fumo di vendetta.
    Amaro paesino nella valle!
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      Scritta da: Antonio Belsito
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Accade
      di passo
      senza frontiera
      e si leva
      nel vento
      furibondo
      di essenze
      -profumi a scagliarsi-
      -colori a gemere-
      è intrecciarsi
      senza lasciarsi
      d'incessante
      tremolio
      sussurrato
      di esistenze
      a sovrapporsi
      di fremito
      come unguento
      di bocche
      in un tremolio di dita
      di cosce
      distese di dolcezza
      in uno sconquasso
      di tenerezza
      che brulica
      l'affanno
      soffuso
      nella quiete
      di una folata.
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        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Tramonto

        Dopo sereno calle, quando il
        declino su cataletto azzarda
        vene di carbonchio e indossa trilli,
        sembra lasso di acquerelli
        la pace timorosa che inzuppa
        di oro colato le rughe del tempo.
        Il sole ancora consiglia, ma pioggia
        che sale dagli anni pacciame
        modella. Il dì canuto, dove un
        qualche scienziato ha inventato la
        macchina per vedere l'invisibile
        e sentire l'impercettibile silenzio,
        al grido di sorgenti d'acqua pura
        che abbeverano pozzi secchi di
        cavalli che hanno attraversato il
        deserto, confuta i fantini con la
        frusta quando muti sull'ancora di
        ghiaccio si spartiscono l'ombre.
        Nell'interstizio che soccorre il
        tempo ascolto il vento leggero
        che porta i cavalli nel recinto.
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