Scritta da: Eugenio Patanè
in Poesie (Poesie d'Autore)
È una morte squisita
quella che compie la mente.
Lenta, diluisce
l'Inganno del mondo.
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È una morte squisita
quella che compie la mente.
Lenta, diluisce
l'Inganno del mondo.
Torino dalla finestra,
è una donna sola,
che passeggia con in mano
un ventaglio di fiori;
Torino dalla finestra
è un mosaico di strade,
nascosto negli occhi
di mille persone;
Torino dalla finestra,
ogni mattina, si ricuce
le ferite da sola dentro la tela
di un'artista di strada;
Torino dalla finestra,
ti ruba i pensieri
entrando nel cuore
con il primo raggio di sole;
Torino dalla finestra,
è una lettera antica
adagiata sul davanzale del mondo,
che vuol essere amata,
non solo studiata.
Torino dalla finestra,
è la sveglia notturna
che ti priva del sonno,
per farti ad occhi aperti sognare;
Torino dalla finestra,
è un dipinto di stelle
avvolto nelle lenzuola
di un cielo d'inchiostro...
... è quel gatto randagio,
che dal cornicione,
guarda la luna sopra la mole:
Quando ti fissa negli occhi, talvolta,
ti lascia senza parole.
Torino dalla finestra,
ha il corpo seducente
di una donna misteriosa che passa...
Cambiando orbita, resta,
dal cielo di Superga nascosta.
... Torino aperta la finestra,
ha la dolcezza di una ragazza madre vestita di fiori,
che ogni giorno, lietamente,
accompagna i propri figli a scuola.
Cominciò a crepitare il mio cuore
sul confortevole calore dell'ennesimo
futuro inganno.
E ancora oggi mi immedesimo,
nel desiderio di volere – con te –
esplodere all'unisono.
Notte. Non ho voglia di dormire.
Prolungarti nella mente – è questo ciò
che voglio. Combatto la stanchezza,
il desiderio di dormire.
Notte. Continui ad essermi presente,
con la corrispondenza che cercavo.
Giorno.
Binari, lontani.
Sembrano fili di lana
adagiati al cemento.
Trame – di somme nel tempo;
di ore sottratte, d'affetti divisi.
Fili – di immagini
e attese – moltiplicanti.
Non conosciamo mai la nostra altezza
finché non siamo chiamati ad alzarci.
E se siamo fedeli al nostro compito
arriva al cielo la nostra statura.
L'eroismo che allora recitiamo
sarebbe quotidiano, se noi stessi
non c'incurvassimo di cubiti
per la paura di essere dei re.
Bagliori improvvisi,
il sibilo
annuncia catastrofi
Catarsi
di vite spente
annientate nella dignità
dal quotidiano sopruso
Bambini
che mai troveranno
pace
ma solo
paura e vendetta
E tutto diventa inutile
come le parole
di pace e di giustizia
gridate e perdute
nel lento inesorabile osceno
gioco del se e del ma
Inutile come
l'ipocrisia
che accompagna
ogni indignazione...
Non credere all'inganno
Tentacoli di piovra
che decidono
ansie e paure
Il nemico è alle porte!
Gridano
Ma non credergli
Non esiste nemico
Esiste l'ignavia,
la falsità di chi
punta il dito
per nascondere
la propria orrenda faccia
consumata dal Potere
Da secoli di menzogne
Non credergli
Guarda le stelle
Ascolta il Vento
Fatti cullare
dal rumore del mare
Ascolta le voci
di chi non si è arreso
di chi non si arrende
Scopri la Parola
La Verità
è nell'invisibile.
I giorni intrisi del tuo sapore
hanno dato al cuore
un qualche sprazzo di azzurro
che si leva dietro i vetri appannati,
apro la finestra,
il sogno entra
illumina la stanza,
mi concede una poesia dolce
come sussurri di fiori
che hanno schiuso i petali
e il profumo
a questo inverno di sterpi rattrappiti
e di pacciame,
scopre gli occhi del cuore
l'infinito,
e l'irruenza sale
dal profondo dell'anima
fino alle vertigini di baci,
scava nell'assordante estasi
sfocia in lago sereno
dove l'acqua intrisa di dolcezza
trasparisce il cielo.
Noi siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi,
romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi.
Siamo le ginestre d'oro giallo che spiovono
sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese.
Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo,
lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto.
Siamo il regno ininterrotto del lentisco,
delle onde che ruscellano i graniti antichi,
della rosa canina,
del vento, dell'immensità del mare.
Siamo una terra antica di lunghi silenzi,
di orizzonti ampi e puri, di piante fosche,
di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta.
Noi siamo sardi.