Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Il testamento di un albero

Un Albero di un bosco
chiamò gli uccelli e fece testamento:
- Lascio i fiori al mare,
lascio le foglie al vento,
i frutti al sole e poi
tutti i semi a voi.
A voi, poveri uccelli,
perché mi cantavate le canzoni
nella bella stagione.
E voglio che gli sterpi,
quando saranno secchi,
facciano il fuoco per i poverelli.
Però vi avviso che sul mio tronco
c'è un ramo che dev'essere ricordato
alla bontà degli uomini e di Dio.
Perché quel ramo, semplice e modesto,
fu forte e generoso: e lo provò
il giorno che sostenne un uomo onesto
quando ci si impiccò - .
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Terzo ricordo

    Ancora i valzer del cielo non avevano sposato il gelsomino e la neve,
    né i venti riflettuto la possibile musica dei tuoi capelli,
    né decretato il re che la violetta fosse sepolta in un libro.

    No.

    Era l'età nella quale viaggiava la rondine
    senza le nostre iniziali nel becco.
    Quando convolvoli e campanule
    morivano senza balconi da scalare né stelle.

    L'età
    nella quale sull'omero di un uccello non c'era fiore che posasse il capo.

    Allora, dietro al tuo ventaglio, la nostra prima luna.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      E non chiedere nulla

      Ora invece la terra
      si fa sempre più orrenda:

      il tempo è malato
      i fanciulli non giocano più
      le ragazze non hanno
      più occhi
      che splendono a sera.

      E anche gli amori
      non si cantano più,
      le speranze non hanno più voce,
      i morti doppiamente morti
      al freddo di queste liturgie:

      ognuno torna alla sua casa
      sempre più solo.

      Tempo è di tornare poveri
      per ritrovare il sapore del pane,
      per reggere alla luce del sole
      per varcare sereni la notte
      e cantare la sete della cerva.
      E la gente, l'umile gente
      abbia ancora chi l'ascolta,
      e trovino udienza le preghiere.

      E non chiedere nulla.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        A retirata

        Gioia bella.
        Pe'te vedé
        c'aggio fatto
        nun può sapé!

        Si putesse parlà stu core,
        quanta cose vulesse dì;
        ma, chiagnenno pè lu dulore,
        io m''o scippo, pè n''o sentì!

        Napule e nenne belle,
        addio v'avimm''a dì...
        Sentite 'a retirata?
        Ce n ' avimmo da trasi!

        Dice 'a gente
        parlanno 'e me,
        ca si parto
        mme scordo 'e te!

        A 'sta gente stu core mio,
        pè risposta tu fà vedè,
        e dincello ca, si part'io,
        tiene mmano nu pigno 'e me.

        Napule e nenne belle,
        addio v'avimm''a dì...
        Sentite 'a retirata?
        Ce n ' avimmo da trasì!

        Gioia bella,
        te l'aggì 'a dì
        ca dimane
        s'ha dda partì!

        Statte bona, può sta sicura
        c''a medaglia voglio turnà!
        A stu core tiénece cura,
        si nun torno nun 'o jettà!

        Napule e nenne belle,
        addio v'avimm''a dì...
        Sentite 'a retirata?
        Ce n avimmo da trasì!
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Il dubbio...

          Il dubbio di te ci rimane,
          per tutti quei bimbi che muoiono di fame,
          per quella troppa ricchezza,
          con cui i potenti si costruiscono una fortezza,
          Per quei momenti massacranti di dolore.
          Per chi porti via quando è ancora in fiore.
          Il dubbio di te ci assale
          ci turba ci tormenta ci fa star male,
          per tutti quei sogni infranti,
          il futuro di molti pieno di rimpianti.
          Per la guerra, la povertà
          Per quella troppa avidità.
          Il dubbio di te ci rimane,
          per tanto male che troppi hanno.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Un sogno chiamato domani

            Ho attraversato un sogno
            con in una mano la speranza
            e nell'altra il futuro.
            Ho visto l'impossibile diventare possibile
            La disperazione inchinarsi
            dinanzi la speranza
            Una lacrima con la forma di un sorriso
            La felicità prendersi il dolore
            Un bambino chiamare mamma e papà
            La pace assassinare la guerra
            La miseria dell'uomo divenire ricchezza
            L'avidità morire abbracciata alla generosità
            La vita uccidere la morte
            Il timore di oggi trasformarsi in coraggio.
            Ho donato alla mia anima
            questo folle sogno chiamato domani.
            Composta lunedì 29 ottobre 2012
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              Due scemi speciali

              Siamo speciali io e te
              lo siamo nella presenza
              lo siamo nell'assenza
              lo siamo nelle parole
              lo siamo nell'intrecciarsi di pensieri
              di musica, di parole
              lo siamo quando ci arrendiamo
              dopo aver messo a tacere le parole
              e messe via le complicazioni
              lo siamo quando
              ci abbandoniamo
              a quel nostro essere scemi
              e viviamo l'attimo di noi
              per quello che siamo
              quando smettiamo di farci la guerra
              quando dopo aver preso la tangenziale
              mi aspetti al nostro "raccordo"
              e mi abbracci.
              Siamo due scemi speciali.
              Composta venerdì 4 settembre 2015
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