Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Ribes nero

Occhi neri di ribes nero
come dense gocce della notte
guardano e inconsapevoli domandano
o di qualcuno o di qualcosa.

Caverà lesto il tordo saltellante
gli occhi neri di ribes nero,
ma i gorghi del vortice conservano memoria
di qualcuno o di qualcosa.

Non penetrate nella memoria delle amate.
Temete quei vortici abissali, perfino
la vecchia tua blusa, non di te si ricorda, ma
di qualcuno o di qualcosa.

E dopo morto vorrei onestamente sempre vivere
in te, come qualcuno no, come qualcosa,
che ti rammenti, linea d'orizzonte,
solo qualcosa, solo qualcosa.
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Le cose elementari

    In modo maldestro, con ago grosso, con
    filo grosso,
    si attacca i bottoni della giacca. Parla da
    solo:

    Hai mangiato il tuo pane? Hai dormito
    tranquillo?
    Hai potuto parlare? Tendere la mano?
    Ti sei ricordato di guardare dalla finestra?
    Hai sorriso al bussare della porta?

    Se la morte c'è sempre, è la seconda.
    La libertà sempre è la prima.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Canto d'autunno

      Ora l'autunno ha brividi
      nel gambo della rosa.
      Alte e lontane scale
      s'appoggiano tra i frutti.

      L'autunno ora s'arrampica
      sull'intrecciata trama
      e la rosa ricorda la polvere
      da cui fu generata.

      Piú lucente del fiore
      sul cespuglio di rosa
      è la bacca arancione,
      ora avvizzita, amara;

      in ozio la bellezza non sa stare;
      tutto accade in suo nome;
      ma la rosa ricorda la polvere
      da cui fu generata.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        Che possa essere
        un giorno speciale,
        un Natale diverso
        donando un sorriso
        un abbraccio
        a chi sente il freddo
        della fame e della miseria
        indistintamente per chi crede
        o per chi non crede
        o dal colore della sua pelle
        perché siamo tutti uomini.
        Un Natale senza religioni
        dove possa avvolgerci la pace
        facendoci depositare le armi
        Rendendo il politico
        meno "ladro" e più generoso
        verso chi lotta per arrivare
        a fine mese e non guadagna
        15 mila euro al mese,
        che possa il governo essere
        non di sinistra né di destra
        ma un governo d'amore
        verso tutti noi
        con una politica
        fatta di coscienza,
        se anche guadagnasse
        qualche euro di meno
        forse diventerebbe più umano
        con quel popolo in continuo travaglio.
        Lo si fa mettendo
        una mano sul cuore
        usando la coscienza
        e l'altra sull'anima
        se ancora cuore e anima
        regnano in loro.
        Che possano per una volta donare
        a tutti noi "l'esempio" evitando di
        "Rubare" ai poveri restando ricchi.
        E se sotto l'albero trovassero un "diamante"
        di meno avrebbe finalmente
        vinto il Natale, quello del vero.
        Che possa essere un Natale
        di pace amore e serenità
        da trascorrere con chi più amiamo
        in compagnia di un abbraccio
        di un sorriso, delle cose che contano.
        E dal profondo auguro
        Un Buon Natale a tutti.
        Composta venerdì 16 dicembre 2011
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Fontana di luce

          Nel marzo ebro di sole il grande arbusto
          in mezzo al prato si coprì di gialli
          fioretti: le novelle accese rame
          salenti e ricadenti con superba
          veemenza di getto dànno raggi
          e barbagli a mirarle; e tu quasi odi
          scroscio di fonte uscir da loro; e tutta
          la Primavera da quell'aurea polla
          ti si versa cantando entro le vene.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Silenzio della lontananza

            Un silenzio evanescente, ma triste,
            inonda col suo tono sconsolato
            l'arsume della nostra lontananza.

            Ma tu, così distante da me,
            e la sera sempre più lontana,
            fra i versi per i quali hai sorriso
            cerca il calore del mio petto
            (in mezzo a quelle macchie nere
            vive il nostro eterno abbraccio)
            perché possa un sorriso
            dileguare la malinconia.
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              La mia vita, il mio canto

              L'egual vita diversa urge intorno;
              cerco e non trovo e m'avvio
              nell'incessante suo moto:
              a secondarlo par uso o ventura,
              ma dentro fa paura.
              Perde, chi scruta,
              l'irrevocabil presente;
              né i melliflui abbandoni
              né l'oblioso incanto
              dell'ora il ferreo battito concede.
              E quando per cingerti lo balzo
              -' sirena del tempo -
              un morso appéna e una ciocca ho di te:
              o non ghermita fuggì, e senza grido
              nei pensiero ti uccido
              è nell'atto mi annego.
              Se a me fusto è l'eterno,
              fronda la storia e patria il fiore,
              pur vorrei maturar da radice
              la mia linfa nel vivido tutto
              e con alterno vigore felice
              suggere il sole e prodigar il frutto;
              vorrei palesasse il mio cuore
              nei suo ritmo l'umano destino,
              e che voi diveniste - veggente
              passione del mondo,
              bella gagliarda bontà -
              l'aria di chi respira
              mentre rinchiuso in sua fatica va.
              Qui nasce, qui muore i! Mio canto:
              e parrà forse vano
              accordo solitario;
              ma tu che ascolti, recalo
              al tuo bene e al tuo male;
              e non ti sarà oscuro.
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