Scritta da: Martina Boselli
in Poesie (Poesie personali)
Vieni qui
siedi accanto a me
e facciamo qualcosa
che sappia di poesia
e se poesia non sarà
sarà comunque
qualcosa colma d'amore
perché insieme
l'abbiamo fatto.
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Vieni qui
siedi accanto a me
e facciamo qualcosa
che sappia di poesia
e se poesia non sarà
sarà comunque
qualcosa colma d'amore
perché insieme
l'abbiamo fatto.
Per amarla
bisogna avere
il cuore
in mano
e l'immaginazione
di un bambino.
Per amarla
bisogna innamorarsi
del suo lato oscuro,
dei suoi difetti,
di quel suo lato che non piace a nessuno.
Per amarla
bisogna esserle accanto
sia nei buoni
che nei cattivi momenti,
con i suoi capricci,
con le sue paure,
le sue sciocchezze
e i suoi difetti.
Per amarla
bisogna amare
la sua follia,
i cambiamenti
d'animo
e la sua particolare forma
di dirti ti amo.
Per amarla
bisogna amarla,
ma sul serio.
Ho sognato di te
mi chiamavi
come facevi
quando ero piccolina
mi sono voltata ed eri lì
ridevi
ti ho sorriso
il tuo viso quasi non lo ricordavo più
ci siamo stretti in un abbraccio
poi abbiamo passeggiato
tenendoci per mano
siamo stati in silenzio tutto il tempo
era uno di quei momenti
in cui le parole avrebbero
prodotto solo tanto rumore
il silenzio ci bastava
parlava al posto nostro
è stato magico
mi hai detto che era ora di andare
ti ho guardato
ero triste
mi hai sorriso
sapevo che dovevi andare
allora va pure
ti tengo stretto
tra le palpebre dei miei occhi
non ti lascio andare facilmente
sei qui
resti qui dentro
ti ho impresso in questi occhi miei
ci sono.
Ora ti lascio andare
ma resti dentro
non temere
ora ti ricordo
ora non mi sfuggi più.
Ciao nonno.
Sfogliamo ogni giorno il nostro calendario della vita
appeso al muro di casa e negli occhi dei nostri amici.
Le ombre della notte si rintanano nel nostro buco nero
nascosto nel puro silenzio dei nostri occhi azzurri o neri.
Ogni giorno nasce un nuovo stupore guardando il sole
che illumina un bambimo giocando con un bianco fiore.
Allunga le sue manine nel charore del giorno che avanza
in attesa della mattutina carezza che le darà la mamma.
Noi intanto allunghiamo le mani sulla luce del nuovo giorno
cercando parole nuove che un domani avranno un senso.
Passano le ore, maturano i giorni, i capelli diventano grigi
i calendari segnano il passo del tempo sempre lo stesso.
Sfogliamo da vecchi un altro piccolo e vecchio calendario
dove gli anni nuovi sono le rughe che portiamo appresso.
Ricordando le nuvole nere passate nel cielo della vita
sappiamo che il sole ha asciugato ombre, dolori e ferite.
Era difficile decifrare il silenzio dell'uomo
seduto solo sulla panchina di un giardino
perduto dietro colombe bianche in volo.
Erano gli anni della droga sporca e dura
su marciapiedi con siringhe di giovani rotti
penzolando su altalene di falsi e neri sogni.
Erano i funamboli moderni su fili di vetro,
su palcoscenico di ferro spinato arrugginito
tra bambole umane e bottiglie piene di fumo.
Erano mani che stringevano notti senza stelle,
lune vagabonde in un cielo di colori senza meta,
gatte che inseguivano odori di cibo senza carne.
Erano gli spettri scheletriti della droga maledetta
comprata con soldi rubati o strappati da borsette
puntando false pistole o siringhe appena usate.
Sono finite le tristezze di madri piangendo i figli,
restano le amarezze di nuove erbe, fiori e veleni
coltivati da assassini umani in cerca di piaceri.
Un nastro azzurro all'occhiello
un messaggio di speranza negli occhi
una lacrima di dolore nelle mani
un grido umano pieno di tristezza.
Fra le nuvole bianche del cielo rossastro
un palloncino azzurro gioca col vento
porta un verde messaggio di libertà
per chi soffre in un "zulo" da spavento.
Passano i giorni, ti cresce la barba,
il silenzio è pieno di fantasmi,
gli occhi leggono nel buio
i giorni trascorsi in libertà.
La morte è dolce sotto il sole,
la vita è inferno sotto terra.
Le ferite fatte dagli uomini
sono croci che sanguinano dentro.
Non ti sei arreso a uomini violenti
non ti sei fatto avvolgere dalla demenza:
la vita è un sogno che si vive svegli,
mentre la libertà è una conquista lenta.
Un nastro azzurro all'occhiello
molte mani bianche sul muro
tuo figlio gioca nella memoria
aspettando l'aurora del futuro.
Chissà se hai ancora in te,
il ricordo di me...
una piccola goccia che bagna il cuore,
dove c'era il sesso condito, dall'amore.
Dove il sogno, bussava al cuore.
Eppure era bello, magico, dolce,
avvolto dalla passione.
Forse hai dimenticato,
il momento,
forse nel tuo momento,
ti sfiorano altri momenti.
Forse la tua vita, è fatta da molti momenti,
e la mia vita, è piena solo di quel momento.
Dove tu, mi hai insegnato a far l'amore.
Dove io, non sono riuscita, a farti amare.
Nella diversità, ci siamo trovati.
Dove eravamo grandi, in quel che eravamo.
Dove l'alta marea, ci ha nascosti,
agli sguardi furtivi, del nostro io.
E nel blu del mare, siamo naufragati.
Piccole onde, allontanate dalla riva,
senza rifugio, senza alternativa.
Che le stelle hanno pietà
anche quando la luna è a metà
e cullano del ciel
desio
in un fruscio di foglie
svegliate dalla brezza del mare
mentre rena si rincorre
e i grilli stornellano
e le lucciole accendono
colori
di scoperta.
E i fiumi
più o meno stanchi
cercano il percorso
per sgorgare
senza dannare
e i fiori
nel buio
con i loro petali setati
rassicurano di delicatezza.
Ed è garbo.
Chi non ha argomenti per difetto
di ragioni, cambia il discorso e
punta su nuove questioni per
distrarre l'attenzione e sanar la
delusione. Ma nessuno è fesso
e, per chi nei guai è stato messo,
rimane un pesce lesso. Ma,
purtroppo, mentre così s'imbroda
rimangono irrisolti tutti i noda* (nodi).
Ogni uomo ha dentro un sogno
che nasce prima che egli lo sappia,
un sogno fatto di vento e di cielo
e di frasi scritte tra i moti del tempo
a volte, però, quel sogno s'infrange,
tra mille flutti affonda e riaffiora
ma sugli scogli una mano raccoglie
quei pezzi di vita ancora pieni di sole...
e, d'improvviso, quel sogno riappare
perché ha ali grandi con cui può volare
il sogno di un uomo è il sogno di tutti,
e se qualcuno gli rimette le ali
non le darà ad un solo uomo
ma allo spirito del mondo intero
se tutti sogneremo lo stesso sogno
sconfiggeremo per sempre la notte,
non ci saranno più offese o lacrime
perché brilleranno per sempre le stelle
nel cavo di una mano socchiusa,
un giorno, un soldato stringeva un sogno
e in quel messaggio nella bottiglia
c'è ancora il sogno di ognuno di noi.