Poesie personali


Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
in Poesie (Poesie personali)
Sui nostri monti delle illusioni umane
spuntano molti sogni perduti nella notte.
Sentiamo delle grida nascoste negli echi,
mentre molti uomini con voci di donna
cantano alla loro luna che lontano dorme.

Le illusioni umane nascono e muoiono sole
quando la vita si accontenta di chiacchiere
imitando le rane che gracidano contente
sognando un messaggio perduto da tempo.

Apriamo gli occhi guardando le lontane stelle
perché in basso troviamo spesso la melma.
Alziamo gli occhi al cielo con i piedi a terra
sapendo che abbiamo divine radici in eterno.
Composta lunedì 14 ottobre 2019
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    Scritta da: M. Ruvini
    in Poesie (Poesie personali)

    Beffardo

    S'era spenta la notte
    e già scherniva l'alba.
    Rise che fuggissi.
    Gridavano gli addii,
    esultavano i rancori,
    spaziavano i passi.
    mentre una valigia
    sobbalzava sui gradini
    appena lavati immacolati.
    Aggrappasti alla ringhiera
    il profumo della pelle,
    la ragnatela della mano
    che il pulsare del sangue
    voleva rubare alla luce
    gli arcigni rossi furibondi,
    il battito delle ali profumate
    dei rami di mimosa fiorita.
    Quella volta liberai gli occhi
    dietro la curva del tuo corpo
    che si piegava a disfare l'ombra,
    mi chiedevo se la strada
    potesse subire o lamentare
    l'interrogativo della mente
    che tutto fosse stato un vuoto
    amplesso di serrate porte.
    Il giorno ciondolava beffardo.
    Composta giovedì 15 aprile 2021
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)
      Sentiremo il fremito dell'abbandono
      quando soli circoleremo sotto il sole.
      Il cuore batte forte per un abbraccio
      rimasto solo nella memoria del tempo
      perché i sogni veritieri solo sbocciano
      quando un cuore puro s'apre all'amore.

      Affacciamoci alle finestre aperte alla vita
      Affinché le rose rosse sboccino allegre
      quando un sorriso si trasforma in bacio
      un saluto da lontano ci entra negli occhi
      salpando mari procellosi o distanze corte:
      solo così sentiremo il fremito dell'amore.

      La vita passa leggiadra nell'adolescenza
      quando bollono le illusioni nello specchio
      dove fissiamo i nostri occhi d'innocenza
      aspettando che il tempo ci maturi dentro.
      Il tempo vola insieme ai canti delle sirene
      mentre gli anni passano e il cuore freme.

      Viviamo la vita vera da giovani e da adulti
      perché la vecchiaia sarà come Dio vuole
      secondo i canoni che noi ci siamo prefissi.
      Non basta ascoltare gli echi fatui della notte
      bisogna che maturiamo per capire la morte.
      La vita è bella se la viviamo con dolcezza.
      Composta venerdì 30 novembre 2018
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)
        Ci fermeremo a contemplare la bellezza
        sul ciglio dei divini tramonti autunnali
        quando l'anima riposa nella memoria
        e si apre lenta come petali di rosa
        baciati dalla purissima rugiada.

        Gli occhi lanciati su fili di fuochi accesi
        con colori che hanno messaggi personali
        si fissano sul candore della natura
        trafitta da voci ancestrali che palpitano
        al suono di una musica celestiale.

        Contemplare la luce che il buio inghiottisce
        ci lascia nel cuore una scia che impallidisce
        quando svegli dormiamo sulle scie notturne
        udendo voci perdute in maschere a colori
        che trafiggono la notte con splendori nuovi.
        Composta venerdì 30 novembre 2018
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          Lungo un fiume sveglio e antico
          dove Roma aveva portato
          nuovi orizzonti, nacque Bilbilis
          patria di un poeta ironico e sferzante
          con lingua da staffile:
          era Marziale
          che apriva ferite e risate senza fine
          non avendo peli sulla sua lingua.
          Poi in questa terra oggi aragonese
          arrivarono sceicchi musulmani
          con turbanti, scimitarre e corano:
          sorse così l'attuale Calatayud
          cittadina senza troppo chiasso
          dove frutta e cultura
          sono finestre aperte
          al futuro.

          Antichi conventi di monaci cristiani
          Sono ancora in piedi senza frati.
          Strade strette per difendersi
          conservano odori e sapori
          di un tempo musulmano
          lontano dalle rovine romane.
          Vissi un anno in questa cittadina
          quando mia figlia era bambina.

          Oggi sono vecchio seduto a un banco
          con accanto un signore di bronzo
          accarezzando il suo cagnolino:
          segno che uomini e animali
          siamo nati con gli stessi guai.
          Oggi viviamo e domani ce ne andiamo.
          Composta venerdì 30 novembre 2018
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            in Poesie (Poesie personali)
            Rimbombano i tamburi della notte
            mentre i pipistrelli svolazzano
            sotto la luce dei lampioni
            per inghiottire un boccone.

            Le grida calde del sole d'estate
            si sono chiuse in occhi chiari
            di una giovane che sospira
            aspettando l'avvenire.

            Scorre il tempo come acqua
            che scende dalla montagna
            ascoltando le rane cantare
            al calore della notte chiara.

            Tamburi, grida e rane
            riempiono le ore della sera
            mentre i bimbi giocano correndo
            quando le mamme chiacchierano
            ringraziando un altro giorno.
            Composta venerdì 30 novembre 2018
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              in Poesie (Poesie personali)

              Il Cierzo Vento aragonese

              È terminata la sferzata del tipico vento aragonese
              che rompe alberi e tetti pulendo terra e cielo.

              Il "cierzo" freddo e con forza impressionante
              spazza tutto lungo lo stretto corridoio dell'Ebro:
              piante sradicate senza nessuna compassione,
              rami stroncati che volano e rompono il cuore.

              Nessuno si azzardi a passeggiare leggero e fiero:
              questo vento è più duro della testa di un aragonese
              perché la leggenda dice che Dio lo trasformò in rana
              per la sua cocciutaggine sotto un caldo sole infernale.

              L'Ebro, vino e vento insieme alla tipica danza della "jota"
              sono la ricchezza di questo popolo fiero della sua storia
              che nel canto, nel lavoro, nell'allegria e devozione a Maria
              prega e canta con tanta devozione alla Vergine Pilarica.
              Composta venerdì 30 novembre 2018
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                in Poesie (Poesie personali)
                Il mattino lancia il suo grido
                nella luce che esce dalle tenebre
                dove la notte ha depositato delle voci
                che piangono sonnolente nel silenzio.

                Avanza la luce negli occhi della gente
                che cammina nelle strade cittadine
                dove tutto si muove più lento
                per partorire un futuro più amico.

                Il giorno galoppa sugli orologi
                che marcano il ritmo del lavoro
                mentre altri seduti negli angoli
                stendono le mani per campare.

                Scoppiano i petardi della discordia
                tra la povertà di molti che piangono
                e la ricchezza che vive nelle tenebre:
                ricchi e poveri andranno a braccetto.
                Composta venerdì 30 novembre 2018
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  in Poesie (Poesie personali)
                  Dopo mesi ho rivisto la pioggia
                  scrosciare con violenza
                  sui tetti delle case.
                  Ha ripulito tutta la polvere
                  il sudiciume sui colori
                  di tetti bruciati dal sole.

                  I nostri occhi sono più chiari.
                  Vedono le ombre da lontano
                  lavarsi anche loro
                  per non sfigurare
                  quando il cielo piange.

                  Il cielo ha riconquistato la bellezza
                  le nuvole giocano rincorrendosi
                  su binari bianchi e grigiastri
                  tracciati sul cielo celeste.

                  L'ozono ha purificato l'ambiente
                  eliminando lo smog
                  il nuovo mortale veleno
                  su questa nostra terra
                  bella e piena di misteri.
                  Composta venerdì 30 novembre 2018
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                    in Poesie (Poesie personali)
                    Ci rifugiamo negli angoli della vita
                    quando il vento impetuoso scoppia
                    sotto un cielo di tempesta
                    scaricando l'acqua maturata
                    in alto sotto le stelle.

                    Alleggerisce la nostra oscurità
                    che nascondiamo dentro
                    in attesa che pulisca
                    tutto ciò che imputridisce.

                    Un bagno ristoratore pieno d'ozono
                    trasforma i corpi in specchi.
                    Un giorno conosceremo
                    veramente chi siamo
                    guardando l'anima
                    che svegliamo.
                    Composta venerdì 30 novembre 2018
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