Poesie personali


Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
in Poesie (Poesie personali)
Vivremo a lungo all'ombra dei cipressi
finché la morte darà vita ad altri esseri
mentre il nostro spirito volerà sui monti
dove aleggia aria pulita e puro silenzio.

Respireremo altre arie sulle vette eterne:
gli spiriti liberi di pesi e zavorre terrestri
voleranno nell'immensità dell'universo.
Entreremo nei buchi neri pieni di luce
per essere rifatti nuovi nel cielo infinito.

Sarà un nuovo cielo che ci ospiterà fiero
di avere esseri viventi purificati dalla vita
su una terra culla e patria anche del Figlio
di un Padre eterno che ci guida e consiglia.

L'importante nel nostro breve tragitto di vita
è saper vincere le ombre che ci circondano
senza farci incantare dalle voci delle sibille
per non perdere un bel traguardo di scintille.
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    in Poesie (Poesie personali)

    La luce è il sorriso di Dio

    Sono tristi i giorni senza sole
    è come se mancassero
    le carezze della mamma
    lo sguardo innocente dei bimbi
    il sorriso del cuore che ci spinge.

    La luce ci regala il cammino
    ci apre le porte della vita
    illumina il buio più profondo
    offre i colori più belli
    in fiori che sbocciano sempre.
    La luce è il sorriso di Dio!

    Cosa sarebbe la nostra terra
    senza il bacio giornaliero
    del sole alla bella aurora
    e il suo saluto romantico
    dei ricchi colori dei tramonti?

    La luce è il sorriso della gioia
    i baci affettuosi dei genitori
    una lacrima che brilla negli occhi
    quando il cuore
    scoppia d'allegria.
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)
      Il silenzio della notte
      dipinge i petali nel giardino
      mentre il cielo
      con la sua dolce rugiada
      lava i boccioli
      per aprirli di mattina.

      Rose rosse aprono il giorno
      quando l'aurora tace
      aprendo gli occhi alla luce
      dandole un forte bacio.

      Quando scendo nel giardino
      le rose rosse, bianche e gialle
      mi salutano con un sorriso.
      Le tocco dolcemente
      sono eleganti e sorridenti.

      Alcune restano nel giardino
      altre entrano in casa
      dove i volti dei cari morti
      sentiranno il profumo
      delle belle rose rosse.
      Composta mercoledì 30 novembre 1994
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)
        Sentiremo in un giorno di primavera
        il battito del cuore dell’anima che trema.
        Ascolteremo i suoi singhiozzi nella sera
        quando il tramonto chiama alla preghiera.

        Udiremo il rantolo della notte oscura
        quando gli occhi lacrimano di paura.
        Una piccola lampada accenderà la notte
        mentre le ombre saranno figure rotte.

        Apriamo i nostri occhi alla luce del giorno
        per lavarci le mani e leggere la notte.
        Non ascoltiamo echi venuti da lontano
        ma seguiamo le orme del vero cristiano.

        Nella vita masticheremo bocconi dolci e amari
        in questa terra piena di tristezza umana.
        Verranno giorni quando la gioia vincerà il dolore
        e gli occhi si riempiranno di lacrime d’amore.
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          Il mattino ha acceso il giorno
          abbracciando la luce che nasce
          silenziosa e rilucente
          allontanando le ultime stelle.

          Gli uccelli volando contenti
          richiamano amiche e amici
          ancora sotto le tegole
          di una casa antica.

          Lentamente si aprono le finestre
          sul nuovo giorno di sole
          mentre un bel venticello
          spazza foglie e rancori.

          Io nel giardinetto di casa
          innaffio la terra per nuovi fiori
          dove nasconderò l'allegria
          della notte che muore.
          Composta martedì 8 maggio 1990
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            in Poesie (Poesie personali)
            Nuovo volto s'insinua fra arene
            e fugge in mulinelli
            di giorni seccati al sole
            carichi di pioggia.

            Su orme siderali
            si scrive una nuova canzone
            ma resta il solito ritornello
            baciato d'antico amore.

            Vivere e morire
            come bachi da seta
            avvolti in sapori
            di terra e di cielo.

            S'infrangono barriere
            che cingono i giorni
            attanagliati da misteri.
            Composta lunedì 13 aprile 1964
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              in Poesie (Poesie personali)
              La pianta di glicine quest'anno mi ha regalato
              un solo fiore celestino su un ramo contorto.
              Aspettavo una cascata di grappoli
              pendere nell'aria sotto un bel cielo primaverile
              sfidando il vento, il ronzio di api e il sole
              mentre io mi vestivo coi colori
              della giovane primavera.

              Chissà perché solo un fiore solitario!
              Ho sbagliato la potatura facendole ferite
              tagliandole le vene della fecondità?
              Non le ho regalato forse il vestito
              di primavera quando le è caduta
              addosso la fredda neve?
              Oggi non mi parla è triste.

              Dopo giorni di assenza apro il balcone sul giardino
              ci sono molti fiori che mi salutano e baciano,
              il glicine è vestito di verde con tenere foglie a lancia
              facendo contrasto con il cielo azzurro,
              molti fiori di margherite e gerani
              rossi, bianchi, rosa e vellutati.

              Grazie, Signore dei fiori,
              per il regalo della primavera
              vestita di festa con tutti i colori.
              Il cuore dell'uomo gioisce
              insieme alla terra che fiorisce.
              Il mio glicine rifiorirà
              con i suoi grappoli
              l'anno che vorrà.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                in Poesie (Poesie personali)
                L'inverno di quest'anno
                prolunga il suo respiro
                fino al mese di maggio
                pieno di fiori e di colori
                vento forte, pioggia fina
                sciarpe varie e cappottini.

                Ogni tanto la madre natura
                diventa birichina:
                confonde gli umori ciclici
                del calendario umano
                richiamandoci alla memoria
                che non siamo noi
                i veri padroni della storia
                ma semplici manovali.

                Non fermiamoci su sentieri
                stretti e senza uscita:
                l'amata primavera sboccerà
                con un cuore nuovo
                al comando di un Cavaliere
                su un cavallo bianco
                padrone dei fiori e dei colori.
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  in Poesie (Poesie personali)
                  La festa degli aquiloni di Mattinata sul Gargano

                  Sul fondo di un cielo azzurro riflesso sul mare
                  giocano con il vento gli aquiloni multicolori
                  grazie alla destrezza dei loro padroni
                  muovendo i fili che sono i loro polmoni.

                  È la festa della fantasia di uomini e donne
                  con anima e sensibilità celesti
                  venuti da tutto il pianeta terra:
                  volano uccelli, pesci, polipi,
                  farfalle e bellissimi fantasmi,
                  leggeri come le nuvolette del cielo
                  facendo picchiate e girotondi nell'aria
                  inebriati della loro bellezza.

                  Si riempie il cielo di animali strani
                  tutti i colori gironzolano nell'aria
                  sui corpi dei turisti e sulle strade.
                  Gli aquiloni del mondo
                  sono mossi da fili e cuori
                  di artisti innamorati

                  Cielo e terra sono bambini innocenti:
                  osservano lo spettacolo dei nuovi uccelli,
                  ballerini con sogni pieni di poesia
                  fatti di carta, piume e materiali strani,
                  leggeri come i desideri dell'anima,
                  amanti della bellezza dei colori
                  ballano nell'aria
                  in attesa di baciare la terra,
                  loro madre e maestra.
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