Poesie personali


Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
in Poesie (Poesie personali)
Il sorriso di un bambino è un fiore che sboccia
spontaneo nel giardino della famiglia.
È sempre una medicina senza ricetta
che il cuore sempre accetta.
È un regalo aperto senza cartone
non ha bisogno di lacci e fronzoli
per aprire tutte le porte dei cuori.

Un sorriso puro e schietto è un dono
che solo i bambini sanno regalare
anche all'uomo più burbero
che maledice tutto il bello e il brutto.
Davanti a un volto sorridente
di un bambino senza storia
ci si scioglie come un gelato
sotto il sorriso innocente
di un neonato.

Si nasce alla vita per sorridere e amare:
per ascoltare i canti degli uccelli
la libertà di tutti gli animali
per specchiarsi nel volto della mamma
camminare mano nella mano
di un papà fiero
ascoltando le fiabe della nonna
insieme alla storia della vita del nonno.

Il sorriso spontaneo di un bimbo
elimina gli ostacoli di gente adulta e triste.
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    in Poesie (Poesie personali)
    La tormenta di grandine e acqua
    ha rotto la mia ombra
    insieme ai fiori del giardino
    vestiti di primavera
    con colori caduti
    dal cielo.

    Dieci minuti di raffiche di invisibili fucili
    caricati dal freddo
    racchiuso in grandine
    bianca e violenta
    sono bastati per uccidere
    la bellezza
    racchiusa in gigli
    offerti dalla madre terra.

    Una breve tormenta primaverile
    saluta l'inizio di giugno
    trasformando in pozzanghera
    un'aiuola fiorita
    baciata dai vivi colori
    della vita.

    Toccherà a tutti noi gli Adamo ed Eva
    usciti a testa bassa dall'Eden
    riprendere il cammino
    lavorando con le mani
    e con la testa
    per rifare il mondo
    sempre più onesto
    e bello.
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)
      Vorremmo essere come gli aironi azzurri o cenerini
      per sfilare alteri ed eleganti sulle piste della moda
      accompagnati da fenicotteri rosa come dame di compagnia
      per vivere tranquilli in comunione fraterna
      in acque tranquille.

      Alcuni giorni restiamo soli sul ramo della vita
      osservando un martin pescatore
      con le sue chiazze azzurre tuffarsi da campione
      nelle acque correnti del fiume
      ingoiando un pesce per sopravvivere nella vita.

      Spesso i nostri sogni di esseri uccelli
      si chiudono nel canto monotono
      di un cuculo dalla lunga coda nera
      vivendo come un eremita solitario
      con le note ritmate del cu-cu-cu.

      Quand'ero bambino insieme al nonno
      contavamo il ritmo monotono del suo canto
      per sapere quanti anni di vita avremmo avuto:
      lui ha superato i novant'anni.
      Io ancora aspetto l'ultimo avviso
      del mio cuculo che un giorno canterà.
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)
        Anche oggi ci visita il vento
        padrone assoluto dei nostri giorni
        in questa terra aragonese
        piena di bei panorami
        di fiumi che serpeggiano
        dai monti al mare.

        Il vento chiamato "cierzo" in aragonese
        è stato lo scultore prediletto
        di questa natura austera
        di rocce levigate come torri
        superando gli scultori
        dal romanico ad oggi.

        Il vento taglia e pota come vuole
        alberi vecchi e giovani
        scaraventando in faccia
        fiori e foglie.

        Gli occhi degli aragonesi sono abituati
        a convivere con questo amico
        che culla i loro sogni
        nelle lunghe ore del giorno
        mentre di notte
        si cena e beve per maturare
        il nuovo giorno.
        Composta lunedì 30 aprile 2018
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          Affacciato sulla ringhiera del balcone della vita
          osservo gli ultimi brividi di un vento fresco
          in questa primavera piovigginosa
          che gioca a "mosca cieca" con le nuvole e il sole
          uccidendo illusioni racchiuse in fiori di plastica
          perché i veri sono stati fucilati
          dalla grandine caduta da un cielo pallido.

          È stato il fracasso della bella primavera
          signorina elegante e profumata
          con una chioma allucinante
          pettinata da una grande parrucchiera
          per immortalarla insieme ai fiori di maggio.

          Le stagioni sono come la vita umana
          spesso i programmi diventano sogni
          e i sogni diventano programmi.

          Anche la natura umana odia la monotonia
          il rintocco ritmico del pendolo
          il lavoro sempre uguale
          che uccide la fantasia
          e mozza le ali dell'allegria
          obbligando uomini e donne
          a essere statue mute
          come mummie di oggi.
          Composta sabato 31 marzo 2012
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            in Poesie (Poesie personali)
            Quando il cuore è puro e le mani pulite
            la luce del giorno e i desideri della notte
            sono il bacio del Padrone del mondo
            che ci offre gratis la bellezza della vita
            insieme ai bei fiori con il loro sorriso.

            Quando invece l'uomo si sente padrone
            con in mano un fucile e negli occhi l'odio
            cadono dal cuore umano bombe assassine
            distruggendo passato, presente e avvenire.

            Oggi la terra è diventata sterile e malata
            perché uomini e donne l'abbiamo sfruttata,
            abbandonata, derubata, umiliata e sporcata.
            Facciamo ancora in tempo a chiederle perdono
            per renderla più bella bella e rifarla nuova.
            Composta domenica 30 settembre 2018
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              Scritta da: P. Metallo
              in Poesie (Poesie personali)

              Stupore Irpino

              Lungo le rive di un fiume è situato,
              con la sua bellezza ogni sguardo ha incantato.
              Sembra un presepe se l'osservi da lontano,
              amato da tutti e nel cuore di ogni compaesano.
              Archi, logge, stemmi gentilizi e portali,
              un paesaggio meraviglioso senza eguali.
              Ogni visitatore è colto dallo stupore,
              per l'affetto del popolo e dal suo calore.
              Composta domenica 28 marzo 2021
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                Scritta da: Aurora Sisi
                in Poesie (Poesie personali)
                Quando ti faccio
                leggere di me,
                è per farti guardare
                ciò che il corpo
                non sa dire,
                non cerco approvazioni,
                ma solo farti toccare
                i cambiamenti
                del mio intimo,
                renderti parte di me,
                farti respirare
                le variazioni mute
                del mio vivere,
                del mio viverti.
                Perché non tutti
                "Vestiamo" la stessa anima.
                Composta venerdì 27 marzo 2015
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