Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Ad una vedova

Quei tuoi occhi così azzurri,
quei tuoi occhi lacrimevoli
quella luce persa nel vostro lungo addio,
fusa nel tuo lungo abito nero
che rimembra quei tempi felici
già andati e or tramutati in silenzio,
in dolore.

Quella tua luce tremula
Dal sapor di tramonto laconico
Acuita dalla tua ricurva schiena,
dal tuo andare trasandato, stanco.

E le tue mani scarne e sottili
Le tue braccia rigide e molli insieme
Come il tuo cuor or rigido or molle
Se il suo ricordo filtra... e penetra.

Guarda cosa ha fatto Morte,
ti ha rapita bambina e ti accompagna...

In quei tuoi occhi azzurri,
il ricordo di un amore,
dell'Amore.

Resta solo un ceruleo silenzio...
Che è la vita...
Composta martedì 13 ottobre 2009
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    in Poesie (Poesie personali)
    Fare poesia significa trascrivere la parole del vento.
    Fare poesia significa guardare la luna
    e vedere la sua parte nascosta.
    Come la fisica, l'architettura, la medicina... no, molto di più.
    La poesia dipinge un ponte tra la realtà e lo spirito.
    Quale architetto sa fare tanto?
    Solo un architetto innamorato può provare
    l'amore è come la poesia
    Parlare d'amore significa trascrivere i battiti del proprio cuore.
    Quale uomo che non ama sa fare tanto?
    Composta lunedì 30 novembre 2009
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      Scritta da: Giovanna Nigro
      in Poesie (Poesie personali)

      A mio padre

      Mi tornano alla mente
      quelle grida
      di un padre morente
      e affiora pungente,
      come lama di spada,
      quel dolore latente.

      Obliare, non pensare:
      mio papà non c'è più.
      Il grande spazio affettivo,
      amorevolmente da lui occupato,
      resta vuoto,
      di un vuoto incolmabile.

      Tutto è sospeso
      tra la vita e la morte
      i ricordi e la cruda verità.
      Ti voglio bene
      Papà.
      Composta domenica 3 gennaio 1993
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        Scritta da: naiade
        in Poesie (Poesie personali)

        Autunno

        Scorsi la fantasia che scorreva
        nei tuoi occhi così grandi,
        come due cerchi...
        che attendono di combaciarsi
        l'uno nell'altro.

        Mi indugi al tuo racconto
        e io con tranquillità
        ti ascolto.
        Analizzo i tuoi rumori
        mi appassiona la parola
        che è trascritta
        dentro,
        dentro... di te.

        Questo vento è vagabondo
        vuole abbandonare
        la sua solitudine...
        ma poi ci sono le foglie
        che danzano con serenità
        sui grandi viali, in stradine
        poi, si sollevano nell'aria
        perché assaporano
        questa stagione
        che l'ha generate.

        Non provano timore
        per la morte...
        vivranno in eterno
        nel ricordo di
        chi, l'ha osservate.
        Composta giovedì 12 novembre 2009
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          Scritta da: naiade
          in Poesie (Poesie personali)

          L'essere ignoto

          Copri quella maschera?
          Cosa ti serve...
          Ormai sprigioni quello
          che sei!

          In una strada buia
          un lampione
          ti illuminerà e così io vedrò,
          finalmente chi sei...

          Ti spoglierai e forse
          ammirerò un po' quell'anima
          persa da tempo.
          Piangi, mentre tutto il mondo
          fuori si mescola in sistemi
          totalmente diversi,
          da te...

          Non disperderlo
          nell'essere futile...
          Trascinati quelle catene
          e prima o poi,
          nella tua gabbia
          troverai pace.
          Composta martedì 24 marzo 2009
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            Scritta da: Li_mas Mastropaolo
            in Poesie (Poesie personali)

            Le scarpe grigie

            Grigie,
            sdrucite,
            consunte dal lavoro,
            accantonate per tua dignità.
            Con umiltà,
            chino, al mattino, su di loro,
            solevi, senza far rumore,
            pensare al giorno di fatica che attendevi
            prima del ritorno.
            Di te, solo le lise scarpe grigie sono ancora;
            geloso, il cuore, le conserva ognora
            nella speranza di vederti or ora
            ad indossarle,
            per affrontar la vita.
            Composta lunedì 10 novembre 2008
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              Scritta da: naiade
              in Poesie (Poesie personali)

              Tu, essenzialmente... sfera

              Rimanere in bilico, tra l'illusione e il volere...
              Rischiando di cadere e non accorgersene nemmeno...
              Dietro il mondo cosa c'è?
              Quella sfera infuocata, rotola su lastre cicatrizzate...
              La polvere, lapilli... l'avvolgono...
              Rotola, sporcandosi con il fango...
              Poi, si trova... faccia a faccia con la luna...

              Lei, così delicatamente, la cura...
              Un nuovo colore, un nuovo vestito e profumo ha la sfera...
              Decide, di rimanere immobile, per assaporare la fine
              dello scoccare di un secondo...
              c'è chi la rimpiange, per non vederla più...
              c'è chi crede, che non ha mai aperto... quella scatola
              così perfettamente, imprecisa...

              Il navigatore notturno del pensiero... l'esplora,
              la decanta... imprime le sue tracce in lei...
              c'è il rischio di distruggerla... di frantumarsi
              ... in polvere e di disperdersi
              cadendo come pioggia nel vuoto spazio...

              Il navigatore notturno,
              si lascia andare alla commozione,
              di vedere la sua più grande passione...
              che si sta spegnendo
              lentamente
              dinanzi ai suoi occhi...
              -Terra- grida.
              Lei, resta in un umile silenzio...

              Il navigatore notturno del pensiero...
              La dipinge, per non dimenticarla...
              Ah! Quanto mi sei stata vicina.
              Composta martedì 10 febbraio 2009
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                Scritta da: Li_mas Mastropaolo
                in Poesie (Poesie personali)
                Foglie ingiallite
                piovono dal cielo,
                stralci di vita
                volteggiano nell'aria.
                Nel bosco quieto,
                rossiccio di stagione,
                solinga foglia, piccina,
                resta indietro;
                raggiunge le altre
                con planata dolce.
                Una farfalla danza sul tappeto,
                gioisce il cuore,
                nella sua speranza,
                gode dell'aria,
                la freschezza pura.
                Composta domenica 22 novembre 2009
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                  Scritta da: Li_mas Mastropaolo
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Tramonto

                  Il richiamo di un uccello in volo,
                  fissa lo sguardo verso il cielo terso.
                  Nuvole bianche, azzurre e ancora rosa,
                  dipingono lo spazio d'infinito,
                  solcano il cielo,
                  danzano nel vento.
                  Lento e profondo
                  flebile respiro,
                  della sua sera,
                  annuncia il già declino.
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                    Scritta da: Enzo D.
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Il vecchio

                    Aspettare chi è sicuro che torna non è attesa, è amore.
                    Chi è sicuro che torna non va mai via.

                    Sotto la quercia in cima al sentiero
                    sul masso che sorregge la croce,
                    c'è un vecchio seduto,
                    con ai piedi un cane accucciato.
                    Avvolto nell'enorme pastrano,
                    con la folta chioma canuta
                    che sfugge al cappellaccio sformato,
                    le mani nodose sul bastone usurato
                    sorreggono il mento e la lunga candida barba.
                    Gli occhi umidi ma ancora cerulei,
                    incalzati da sopraciglia e da rughe,
                    perduti sulla vallata ormai brulla.

                    Silente, immoto, sembra di gesso
                    - Salute a te buon vecchio, che fai?
                    Senza distogliere lo sguardo sospira:
                    - Aspetto!
                    - Cosa aspetti qui, alla pioggia, al vento, al gelo?
                    - Aspetto la Primavera.
                    Lo so che è ancora lontana
                    ma mi basta sapere che un giorno verrà.
                    Aspetto, passerà il letargo del mondo,
                    anche se ammucchia un altr'anno ai già tanti,
                    sotto quest'albero,
                    su questa pietra, sotto questa croce.
                    E'la mia speranza, la mia preghiera.
                    Il viso rugoso rimase di gesso
                    ma negli occhi umidi brillò una luce:
                    - e finora è sempre venuta.
                    Composta lunedì 21 settembre 2009
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