Poesie personali


Scritta da: Giovanna Nigro
in Poesie (Poesie personali)

A mio padre

Mi tornano alla mente
quelle grida
di un padre morente
e affiora pungente,
come lama di spada,
quel dolore latente.

Obliare, non pensare:
mio papà non c'è più.
Il grande spazio affettivo,
amorevolmente da lui occupato,
resta vuoto,
di un vuoto incolmabile.

Tutto è sospeso
tra la vita e la morte
i ricordi e la cruda verità.
Ti voglio bene
Papà.
Composta domenica 3 gennaio 1993
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    Scritta da: naiade
    in Poesie (Poesie personali)

    Autunno

    Scorsi la fantasia che scorreva
    nei tuoi occhi così grandi,
    come due cerchi...
    che attendono di combaciarsi
    l'uno nell'altro.

    Mi indugi al tuo racconto
    e io con tranquillità
    ti ascolto.
    Analizzo i tuoi rumori
    mi appassiona la parola
    che è trascritta
    dentro,
    dentro... di te.

    Questo vento è vagabondo
    vuole abbandonare
    la sua solitudine...
    ma poi ci sono le foglie
    che danzano con serenità
    sui grandi viali, in stradine
    poi, si sollevano nell'aria
    perché assaporano
    questa stagione
    che l'ha generate.

    Non provano timore
    per la morte...
    vivranno in eterno
    nel ricordo di
    chi, l'ha osservate.
    Composta giovedì 12 novembre 2009
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      Scritta da: naiade
      in Poesie (Poesie personali)

      L'essere ignoto

      Copri quella maschera?
      Cosa ti serve...
      Ormai sprigioni quello
      che sei!

      In una strada buia
      un lampione
      ti illuminerà e così io vedrò,
      finalmente chi sei...

      Ti spoglierai e forse
      ammirerò un po' quell'anima
      persa da tempo.
      Piangi, mentre tutto il mondo
      fuori si mescola in sistemi
      totalmente diversi,
      da te...

      Non disperderlo
      nell'essere futile...
      Trascinati quelle catene
      e prima o poi,
      nella tua gabbia
      troverai pace.
      Composta martedì 24 marzo 2009
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        Scritta da: Li_mas Mastropaolo
        in Poesie (Poesie personali)

        Le scarpe grigie

        Grigie,
        sdrucite,
        consunte dal lavoro,
        accantonate per tua dignità.
        Con umiltà,
        chino, al mattino, su di loro,
        solevi, senza far rumore,
        pensare al giorno di fatica che attendevi
        prima del ritorno.
        Di te, solo le lise scarpe grigie sono ancora;
        geloso, il cuore, le conserva ognora
        nella speranza di vederti or ora
        ad indossarle,
        per affrontar la vita.
        Composta lunedì 10 novembre 2008
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          Scritta da: naiade
          in Poesie (Poesie personali)

          Tu, essenzialmente... sfera

          Rimanere in bilico, tra l'illusione e il volere...
          Rischiando di cadere e non accorgersene nemmeno...
          Dietro il mondo cosa c'è?
          Quella sfera infuocata, rotola su lastre cicatrizzate...
          La polvere, lapilli... l'avvolgono...
          Rotola, sporcandosi con il fango...
          Poi, si trova... faccia a faccia con la luna...

          Lei, così delicatamente, la cura...
          Un nuovo colore, un nuovo vestito e profumo ha la sfera...
          Decide, di rimanere immobile, per assaporare la fine
          dello scoccare di un secondo...
          c'è chi la rimpiange, per non vederla più...
          c'è chi crede, che non ha mai aperto... quella scatola
          così perfettamente, imprecisa...

          Il navigatore notturno del pensiero... l'esplora,
          la decanta... imprime le sue tracce in lei...
          c'è il rischio di distruggerla... di frantumarsi
          ... in polvere e di disperdersi
          cadendo come pioggia nel vuoto spazio...

          Il navigatore notturno,
          si lascia andare alla commozione,
          di vedere la sua più grande passione...
          che si sta spegnendo
          lentamente
          dinanzi ai suoi occhi...
          -Terra- grida.
          Lei, resta in un umile silenzio...

          Il navigatore notturno del pensiero...
          La dipinge, per non dimenticarla...
          Ah! Quanto mi sei stata vicina.
          Composta martedì 10 febbraio 2009
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            Scritta da: Li_mas Mastropaolo
            in Poesie (Poesie personali)
            Foglie ingiallite
            piovono dal cielo,
            stralci di vita
            volteggiano nell'aria.
            Nel bosco quieto,
            rossiccio di stagione,
            solinga foglia, piccina,
            resta indietro;
            raggiunge le altre
            con planata dolce.
            Una farfalla danza sul tappeto,
            gioisce il cuore,
            nella sua speranza,
            gode dell'aria,
            la freschezza pura.
            Composta domenica 22 novembre 2009
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              Scritta da: Li_mas Mastropaolo
              in Poesie (Poesie personali)

              Tramonto

              Il richiamo di un uccello in volo,
              fissa lo sguardo verso il cielo terso.
              Nuvole bianche, azzurre e ancora rosa,
              dipingono lo spazio d'infinito,
              solcano il cielo,
              danzano nel vento.
              Lento e profondo
              flebile respiro,
              della sua sera,
              annuncia il già declino.
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                Scritta da: Enzo D.
                in Poesie (Poesie personali)

                Il vecchio

                Aspettare chi è sicuro che torna non è attesa, è amore.
                Chi è sicuro che torna non va mai via.

                Sotto la quercia in cima al sentiero
                sul masso che sorregge la croce,
                c'è un vecchio seduto,
                con ai piedi un cane accucciato.
                Avvolto nell'enorme pastrano,
                con la folta chioma canuta
                che sfugge al cappellaccio sformato,
                le mani nodose sul bastone usurato
                sorreggono il mento e la lunga candida barba.
                Gli occhi umidi ma ancora cerulei,
                incalzati da sopraciglia e da rughe,
                perduti sulla vallata ormai brulla.

                Silente, immoto, sembra di gesso
                - Salute a te buon vecchio, che fai?
                Senza distogliere lo sguardo sospira:
                - Aspetto!
                - Cosa aspetti qui, alla pioggia, al vento, al gelo?
                - Aspetto la Primavera.
                Lo so che è ancora lontana
                ma mi basta sapere che un giorno verrà.
                Aspetto, passerà il letargo del mondo,
                anche se ammucchia un altr'anno ai già tanti,
                sotto quest'albero,
                su questa pietra, sotto questa croce.
                E'la mia speranza, la mia preghiera.
                Il viso rugoso rimase di gesso
                ma negli occhi umidi brillò una luce:
                - e finora è sempre venuta.
                Composta lunedì 21 settembre 2009
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                  Scritta da: mikele74
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Fiducia e rispetto

                  Vorrei poter arrivare su quel costone roccioso dove splende di luce intensa un magnifico fiore profumato, ma la via è troppo rischiosa.
                  Vivo qua in mezzo alla sabbia, la montagna però mi ha sempre affascinato è come se ci fosse un naturale richiamo da lei a me e da me a lei.
                  Lo ascolto ma non posso assecondarlo.
                  Fiore che splendi lassù ti osservo e ti bramo ti ascolto e ti odoro mi inebrio di te ma non voglio cogliere,
                  non posso cogliere!
                  Se solo mi accingessi a farlo la realtà alzando la voce ricorderebbe alla sabbia che ho scelto lei come dimora,
                  di nuovo la roccia impervia, come solo in natura succede, ricorderebbe che la bellezza nasconde insidie e pericoli a chi pensa di poter scalare senza rischi ogni monte, ogni parete, ogni ostacolo.
                  Vivi scegliendo e sapendo di aver scelto, rispetta la tua dimora e affidati alla vita che se dovrà ti porterà tra i giorni e le notti tra le braccia della luce splendente... inebriato senza vergogna dal profumo del tuo fiore.
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                    Scritta da: Natale Currò
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Sentiero dei ricordi

                    Nel retro della mente
                    frammenti del passato
                    si mescolano alle nubi della tristezza,
                    dove un'aria d'animazione
                    stimola il sapore dell'eternità,
                    in un nido di luce dimenticata.
                    Pensieri stanchi ammutoliti
                    balenano al limite della coscienza
                    una timida aurora di collera;
                    il tempo, ormai affaticato,
                    riprende allora la sua mollezza quotidiana,
                    per vivere la durata di una fine invisibile.
                    Nel sentiero delle rimembranze
                    passato e futuro, attanagliati e spenti,
                    scivolano nella memoria di uno spazio,
                    mentre una voce melata asciutta
                    di immagini irrequiete
                    indora di bacini d'ombra
                    l'epoca segreta di ricordi nebulosi,
                    alla ricerca del volto triste
                    di recondite dimensioni.
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