Poesie personali


Scritta da: jim morrison 93
in Poesie (Poesie personali)
Sai la vita è molto strana si nasce per poi morire,
ma che senso a iniziare per poi finire?
L'esistenza cos'è? Chi l'ha creata?
Il fato? Il destino? Il caso? O Dio addirittura?
Ma se Dio esiste chi lo ha creato? Si dice che sia stato Dio a creare l'esistenza ma se lui esiste chi lo ha creato? Perché da solo non si può creare.
E poi lo spazio infinito...
come può un essere infinito, cioè Dio ammesso che esista...
creare un'altra cosa infinita?
Quindi o Dio non esiste o non è infinito... o lo spazio non è infinito: ma come mai, allora, non riusciamo ancora con le tecnologie d'oggi a capire cos'è Dio e com'è lo spazio se è finito o infinito?
Composta sabato 21 novembre 2009
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    Scritta da: jim morrison 93
    in Poesie (Poesie personali)
    Sembra che la vita si sfumi andando alla deriva ogni giorno di più perdendosi dentro di me
    e non importa nulla a nessun'altro
    ho perso la voglia di vivere
    non ho più niente da dare
    non c'è più niente per me
    ho bisogno della fine per liberarmi
    le cose non sono più come prima
    manca qualcosa dentro di me terribilmente perso,
    non può essere vero
    non riesco a sopportare il male che sento
    il vuoto mi riempie fino all'angoscia
    cresce il buio che porta l'alba
    ero io,
    ma ora me ne sono andato,
    nessuno può salvarmi adesso tranne me stesso,
    ma è troppo tardi
    non riesco nemmeno pensare...
    pensare perché avrei dovuto almeno tentare.
    Sembra che il passato non sia nemmeno esistito
    la morte mi saluta calorosamente
    e ora non mi resta altro che dire addio!
    Composta sabato 21 novembre 2009
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      Scritta da: Michelangelo Blanco
      in Poesie (Poesie personali)

      Un granello di sabbia del deserto della verità - Ed è subito mattino

      "Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera".
      Il Poeta affida un messaggio di verità al tempo affinché lo perpetui nel mondo. Egli è l'Iniziato che offre all'umanità un granello di sabbia - "un raggio di sole" - del deserto della verità. Ma la verità se svelata - "ad ognuno che sta solo sul cuor della terra" - verrebbe fraintesa, manipolata, snaturata - "ed è subito sera" -.
      Allora il messaggio viaggia celato sulle ali del tempo, fino a quando un Maestro in una delle infinite stazioni lo ferma lo Svela e ri-Velandolo lo restituisce al tempo.
      I contenitori sono tanti e di diversa natura ma tutti esoterici. E la verità viene sintetizzata, criptata, contrapposta e rovesciata, ridotta ad un segno, una figura, una frase, una parola, un "quadrato magico" un numero, un simbolo. Quasimodo ha scelto lo specchio, l'immagine speculare, l'opposto di quel che appare, il divenire di quel che era, quello che è e quel che sarà, il serpente che si morde la coda, l'oroborus.
      Il messaggio di verità e di speranza - Trafitto da un raggio di sole - protetto, e sigillato tra l'immagine della solitudine e quella della terra, svelato si leggerà come "la quiete dopo la tempesta" o "mi illumino d'immenso", e si può scrivere:
      Nessuno sta solo sul cuor della terra illuminati da un raggio di sole: ed è subito mattino.
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        Scritta da: Annamaria Sersante
        in Poesie (Poesie personali)

        Senza stelle

        Continuo a cercare il tuo angelico sguardo da lontano.
        In punta di piedi senza che tu ti accorga di nulla
        i giorni passano con un vuoto dentro l'anima che solo tu
        Con quell'amore che tanto disprezzi potresti colmare.
        Sofferenze continue, lotte alla sopravvivenza...
        Per quanto tempo ancora durerà ancora questa stupida
        Agonia? Nascosta dietro una bugia?
        Cosa ho fatto di tanto male, per meritarmi tutto questo?
        E non avere paura di me che mi fai stare da schifo,
        io non potrei mai farti del male!
        Composta mercoledì 15 ottobre 2008
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          in Poesie (Poesie personali)

          Ad una vedova

          Quei tuoi occhi così azzurri,
          quei tuoi occhi lacrimevoli
          quella luce persa nel vostro lungo addio,
          fusa nel tuo lungo abito nero
          che rimembra quei tempi felici
          già andati e or tramutati in silenzio,
          in dolore.

          Quella tua luce tremula
          Dal sapor di tramonto laconico
          Acuita dalla tua ricurva schiena,
          dal tuo andare trasandato, stanco.

          E le tue mani scarne e sottili
          Le tue braccia rigide e molli insieme
          Come il tuo cuor or rigido or molle
          Se il suo ricordo filtra... e penetra.

          Guarda cosa ha fatto Morte,
          ti ha rapita bambina e ti accompagna...

          In quei tuoi occhi azzurri,
          il ricordo di un amore,
          dell'Amore.

          Resta solo un ceruleo silenzio...
          Che è la vita...
          Composta martedì 13 ottobre 2009
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            in Poesie (Poesie personali)
            Fare poesia significa trascrivere la parole del vento.
            Fare poesia significa guardare la luna
            e vedere la sua parte nascosta.
            Come la fisica, l'architettura, la medicina... no, molto di più.
            La poesia dipinge un ponte tra la realtà e lo spirito.
            Quale architetto sa fare tanto?
            Solo un architetto innamorato può provare
            l'amore è come la poesia
            Parlare d'amore significa trascrivere i battiti del proprio cuore.
            Quale uomo che non ama sa fare tanto?
            Composta lunedì 30 novembre 2009
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              Scritta da: Giovanna Nigro
              in Poesie (Poesie personali)

              A mio padre

              Mi tornano alla mente
              quelle grida
              di un padre morente
              e affiora pungente,
              come lama di spada,
              quel dolore latente.

              Obliare, non pensare:
              mio papà non c'è più.
              Il grande spazio affettivo,
              amorevolmente da lui occupato,
              resta vuoto,
              di un vuoto incolmabile.

              Tutto è sospeso
              tra la vita e la morte
              i ricordi e la cruda verità.
              Ti voglio bene
              Papà.
              Composta domenica 3 gennaio 1993
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                Scritta da: naiade
                in Poesie (Poesie personali)

                Autunno

                Scorsi la fantasia che scorreva
                nei tuoi occhi così grandi,
                come due cerchi...
                che attendono di combaciarsi
                l'uno nell'altro.

                Mi indugi al tuo racconto
                e io con tranquillità
                ti ascolto.
                Analizzo i tuoi rumori
                mi appassiona la parola
                che è trascritta
                dentro,
                dentro... di te.

                Questo vento è vagabondo
                vuole abbandonare
                la sua solitudine...
                ma poi ci sono le foglie
                che danzano con serenità
                sui grandi viali, in stradine
                poi, si sollevano nell'aria
                perché assaporano
                questa stagione
                che l'ha generate.

                Non provano timore
                per la morte...
                vivranno in eterno
                nel ricordo di
                chi, l'ha osservate.
                Composta giovedì 12 novembre 2009
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                  Scritta da: naiade
                  in Poesie (Poesie personali)

                  L'essere ignoto

                  Copri quella maschera?
                  Cosa ti serve...
                  Ormai sprigioni quello
                  che sei!

                  In una strada buia
                  un lampione
                  ti illuminerà e così io vedrò,
                  finalmente chi sei...

                  Ti spoglierai e forse
                  ammirerò un po' quell'anima
                  persa da tempo.
                  Piangi, mentre tutto il mondo
                  fuori si mescola in sistemi
                  totalmente diversi,
                  da te...

                  Non disperderlo
                  nell'essere futile...
                  Trascinati quelle catene
                  e prima o poi,
                  nella tua gabbia
                  troverai pace.
                  Composta martedì 24 marzo 2009
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                    Scritta da: Li_mas Mastropaolo
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Le scarpe grigie

                    Grigie,
                    sdrucite,
                    consunte dal lavoro,
                    accantonate per tua dignità.
                    Con umiltà,
                    chino, al mattino, su di loro,
                    solevi, senza far rumore,
                    pensare al giorno di fatica che attendevi
                    prima del ritorno.
                    Di te, solo le lise scarpe grigie sono ancora;
                    geloso, il cuore, le conserva ognora
                    nella speranza di vederti or ora
                    ad indossarle,
                    per affrontar la vita.
                    Composta lunedì 10 novembre 2008
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