Poesie personali


Scritta da: Brunason
in Poesie (Poesie personali)

Se fossi...

Se fossi un albero,
sarei un salice piangente.

Flessibile ed etereo.
Il salice cresce
sempre più ondeggiante.
Alto e slanciato.
E così sottile
da apparire inconsistente...

Molto delicato.
Oscillante dolcemente
ad ogni alito di vento.
Eppure...
è resistente e tenace
perfino nella tempesta.

Non ho mai visto un salice abbattuto
Nemmeno dopo una temporale.

Al contrario,
ho visti pini possenti,
abbattuti, sradicati.
Divelti e atterrati
da forti venti.

Alti e maestosi,
si ergono fino al cielo.
I rami mai sfrondati
oltremisura si allungano
e mutano l'antica condizione.
Le piante ormai fragili appaiono.
Trasformata è l'apparente solidità.

Non io ho scelto
se sottilissimo salice apparire
o stabile quercia.
Forse altro avrei scelto.
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    Scritta da: cassie
    in Poesie (Poesie personali)

    Vivere

    Sai che vivi una vita che non ti appartiene
    e il tuo cuore è legato dalle catene
    Con il passare del tempo ne senti il peso
    e non ne rimani sorpreso
    Ti svegli ogni giorno con la convinzione che cambierà
    Ma sai già che non accadrà
    Speri che qualcosa ti smuova
    Come una notizia nuova
    Ma il tempo passa ugualmente
    e tu non stai facendo niente
    Allora ti arrabbi e chiedi perché
    Ti siedi e bevi un caffè
    Con la mente pensi come sarebbe
    Se ciò che vuoi accadrebbe
    Saresti felice?
    O infelice?
    Non è chiederselo e agire
    Ma hai paura di fuggire
    Ma da cosa ti domandi
    è ora di diventare grandi
    Così è deciso e prendi e vai
    e inizierai una nuova vita vedrai
    Alti e bassi arriveranno
    Ma basta affrontarli e passeranno
    Basta vivere questa vita per te insofferente
    e ora di viverla splendente.
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      Scritta da: Giuseppe
      in Poesie (Poesie personali)

      Rullata

      Sulla grande pista rulla l'aereo potente
      scalda i motori, si muove lentamente.
      Poi si gira, torna indietro, indi sobbalza
      fa rumore, inquina l'aria ma non s'alza.

      Triste è l'amor che muore lentamente.
      Lascia ferite non sanabili o difficilmente.
      Peggio ancora l'amore che non nasce:
      lascia tristezza e vuote, assurde fasce.
      Composta sabato 21 aprile 2007
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        Scritta da: Tiziana Monari
        in Poesie (Poesie personali)

        Canzone per Gino

        Se sogno di un uomo
        io penso a mio padre
        pescatore di stelle e lampare
        in mattini con l'oro alla bocca
        a dare la carta vetrata
        nella sua bottega di resina e legno
        nei suoi ossimori di neve
        con tardive bambole lunghe
        in un lamento d'ottobre
        in un arcano buio di pensieri

        se penso ad un uomo
        parlo a mio padre
        con la sua falce a mietere il grano
        nelle crepe dorate dei campi
        all'imbrunire del giorno
        i sandali ai piedi
        le Marlboro che si consumavano piano
        troppe donne ad aspettarlo alla sera
        troppi balli sotto i ciliegi d'agosto.

        Ora mi sorride da una cornice in cristallo
        allontanato dagli anni
        in un giardino ad innestare talee
        capitano di un vascello di vetro
        le lancette dell'orologio spuntato
        il suo Longines dal cinturino marrone

        ha la cravatta allentata
        capovolto in un canto di naufraghi
        un ricciolo d'oro disperso nel vento
        la Prinz azzurra alle spalle
        abbracciato ad un Dio controvoglia

        il cappello sghembo alla sera
        in un presente imperfetto
        che è solo passato

        in una veglia ormai dipinta di rosso.
        Composta domenica 8 novembre 2009
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          Scritta da: Michela
          in Poesie (Poesie personali)

          L'addio

          Sono giorni che le cerco
          in fondo allo stomaco,
          all'inizio dell'intestino,
          tra le mie dita;
          sommerse dalle ciglia
          impregnate di quelle lacrime
          che non sanno fermarsi.
          Poi un singhiozzo notturno,
          un rigurgito di suoni,
          di versi strozzati,
          di silenzi stravolti.
          Ed eccole emergere
          come buttate fuori dal fondo
          di quel pozzo che non ha fine.
          Le mie parole,
          per descrivere un dolore
          che non ha colore,
          non odore, né sapore.
          Ma si vede negli incubi notturni,
          nel somatizzare l'inquietudine
          su di un corpo segnato,
          troppo sincero ed opprimente
          per essere creduto.
          Un dolore che non ha pace
          che ritorna nella malattia,
          alla ricerca di una cura
          che lo possa stordire
          e poi ammutolire.
          Il tuo dolore
          che mi urli in faccia,
          tu, falso testimone di buoni propositi.
          Il tuo dolore
          rinchiuso nel mio corpo
          che continui a tormentare.
          Una parola ti chiedo di darmi,
          quella che mi ridarà la pace:
          Addio.
          Composta sabato 17 ottobre 2009
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            Scritta da: upbordello
            in Poesie (Poesie personali)

            Una parola Amore di troppo

            Cammina silenzioso il killer
            e mani al riparo nelle tasche
            Ha la Memoria dura a morire
            non la si può uccider in nessun modo, lei
            Rilegge al contrario la storia
            per vedere se suona bene lo stesso
            c'è sempre una parola Amore di troppo

            Cammina in mezzo a segni che lo condannano
            indizi che semina sapendolo, evasi da tasche colme
            Non uno che badi alla sua camminata lenta
            non è l'unica faccia da colpevole in giro
            Polvere da sparo sulla mano che uccide
            quella mano d'eterno riposo
            Nasciamo tutti con una promessa da non mantenere

            Cammina. Ogni passo è una linea
            e la colpa diventa sfondo
            mentre giunge il perdono, coatto di pigrizia
            Che non si perda tempo a capire!
            Che velocemente si lavi il pavimento imbrattato!
            Che si rimedi a tanto sentimento fallato!
            Si proceda, attendente, si proceda!

            Strade d'ombra inghiottono le ultime vetrine
            Al confine, dove termina l'asfalto e regna erba umida
            Si ferma. Sapesse pregare, invece bestemmia forte
            Sulle sue ferite solletichio di pioggia tiepida, prima
            violenza di frustate, dopo
            Uno specchio d'acqua riflette la sua immagine
            nelle tasche, le mani stringono un'arma stropicciata

            Le assomiglia nell'ultimo momento
            il solo che è sempre d'innocenza

            Cadendo finalmente sorride
            Ci si chiede chi pulirà l'erba.
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              Scritta da: piccolaelo
              in Poesie (Poesie personali)

              Una facciata

              Colui che se ne è andato da questo mondo,
              brutale è il mio modo di parlare,
              era un uomo di bontà,
              di eccellente sapere,
              un uomo che la vita non voleva...
              brucianti ancora sono codesti pensieri...
              la sua volontà lascia pochi sorrisi,
              la sua storia sembra un film anni '80,
              tutti sanno ma nessuno parla...
              deboli le speranze mie...
              ha combattuto in poco tempo una guerra contro se stesso,
              adesso riposa davvero in pace su chissà quale spoglia...
              invidia mia per la sua allegria in codesto giorno malinconico...
              ha lasciato moglie e figli, non c'ha pensato molto su,
              difficile invece per me staccarmi dalle persone care,
              lui ha pensato di lasciarsi una speranza per un futuro in un posto magico,
              diverso da questo,
              non sopporto l'idea che io stia qui a soffrire,
              dal canto suo...
              auguri e tanta felicità...
              si è addormentato con serenità, ne son sicura, lo spero dal cuore...
              addio giovane ed eterno bambino...
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                Scritta da: piccolaelo
                in Poesie (Poesie personali)

                Maledette bombe

                Ecco qui le bombe...
                ormai piovono dal cielo come grandine in tempesta,
                ma il rumore di questi grandi chicchi è come quello dei fuochi d'artificio...
                solo che con queste non si rischia di andare in giro per strada bagnati
                o di emozionarsi per un bello spettacolo di botti e colori...
                con le bombe si muore,
                Esse non guardano in faccia i nemici...
                vanno e distruggono tutto quello che vogliono e,
                soddisfatte si assopiscono sulle strade contente di aver ucciso.
                Oggi il cielo è terso...
                le bombe danno un po' di tregua ma,
                la paura nella gente non smette di esserci perché queste sono come i personaggi della tv...
                spariscono,
                ma poi ritornano senza preavviso e non sai mai dargli una spiegazione plausibile.
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                  Scritta da: Louis Savio
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Un incontro

                  Ricordi quando... d'estate ci incontrammo?
                  I fiori sussurravano il nome dell'amore
                  al nostro passaggio
                  anche tu eri un fiore, che poggiava sul mio petto
                  il vento del destino ti pose li.!
                  Amor mio le tue radici perforarono la mia carne
                  Si unirono al mio cuore al mio sangue...
                  Così il mio animo, la mia vita si popolò
                  Di Profumi e colori...
                  ricordi i nostri primi passi?
                  Le nostre prime notti... il fuoco fu nostro amico
                  vicino ad esso ci stringemmo a quattro braccia
                  nell'estate il dolce amore...
                  e la passione ci condusse a toccare stelle nascoste
                  poi arrivò l'inverno
                  con passo pesante del gelido addio
                  ma con me sarai
                  come una goccia
                  di sangue nelle mie vene
                  che si rifugia nel mio cuore addolorato
                  ferito
                  dalla spada dell'amore...
                  o principessa
                  ricordati del mio amore
                  che uscì
                  dal mio territorio e in te non trovò dimora...
                  louis savio.
                  Composta martedì 24 novembre 2009
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