Poesie di Natale Currò

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Scritta da: Natale Currò

Profumo di donna

Mentre ammiro estasiato
la beltà del tuo corpo
il mio spirito
s'accende di vermiglio amore;
l'aria, la terra che ti circonda
è piena di profumi
mentre i raggi del sole
appena levato
incoronano di rose e di lillà
il tuo bel volto.
Al tuo dolce guardare,
al tuo sorriso candido,
alla tua voce angelica
l'erba diventa verde,
i fiori si colorano,
il mare si placa
e il cielo si rasserena.
Natale Currò
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    Scritta da: Natale Currò

    Lirica d'amore

    Sussurrandoti "addio amore",
    farò in modo
    di non rimpiangere troppo
    la vita.
    Abbandono, per un attimo,
    la mia emozione
    per conoscere solo la tua.
    Non hai capito
    la mia ammirazione verso di te;
    forse non hai compreso
    che quel sentimento
    ch'io nutrivo per te,
    chiamato amicizia,
    nel mio cuore
    aveva un nome diverso,
    un nome breve e bello
    che non si dimentica.
    Natale Currò
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      Scritta da: Natale Currò

      Paleoafasia d'un poeta

      Proprio adesso,
      sulla morbida sabbia
      ti strinsi a me,
      sussurrando le poche
      banali parole
      che usano i timidi.
      Non ti dissi nulla,
      ma sentii, dopo secoli,
      la delicata fragranza
      del tuo corpo
      che vidi ed amai
      sotto le lucenti
      cupole d'oro di s. Marco
      quando, tornato vincitore
      dalla guerra più sanguinosa
      che Venezia avesse visto
      io, mia bella amata,
      ti feci regina.
      Natale Currò
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        Scritta da: Natale Currò

        Ebbrezza d'amore

        Quando cala il sole
        e la sera distende il suo velo
        si risvegliano nel mio cuore
        antiche dolcissime passioni.
        E mentre la notte senza stelle
        si dissolve nel buio infinito
        rinasce in me il desiderio
        di avere accanto, per un attimo,
        la mia Sandrina.
        Pronunciare il suo nome,
        sentire la voglia ardente
        di gettarmi felice,
        come un bambino,
        tra le sue braccia,
        avvertire il piacere inafferrabile
        di baciare le sue labbra carnose,
        il profumo intenso di lillà
        del suo corpo armonioso.
        Sono questi i momenti più belli
        della mia vita
        che continuo a vivere
        e a sognare.
        Natale Currò
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          Scritta da: Natale Currò

          Sentiero dei ricordi

          Nel retro della mente
          frammenti del passato
          si mescolano alle nubi della tristezza,
          dove un'aria d'animazione
          stimola il sapore dell'eternità,
          in un nido di luce dimenticata.
          Pensieri stanchi ammutoliti
          balenano al limite della coscienza
          una timida aurora di collera;
          il tempo, ormai affaticato,
          riprende allora la sua mollezza quotidiana,
          per vivere la durata di una fine invisibile.
          Nel sentiero delle rimembranze
          passato e futuro, attanagliati e spenti,
          scivolano nella memoria di uno spazio,
          mentre una voce melata asciutta
          di immagini irrequiete
          indora di bacini d'ombra
          l'epoca segreta di ricordi nebulosi,
          alla ricerca del volto triste
          di recondite dimensioni.
          Natale Currò
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            Scritta da: Natale Currò

            L'ultimo crepuscolo

            Sotto un lembo di cielo spogliato
            gocce di luna e di colore
            scivolano leggere come perle di mercurio,
            la vergogna sopravvive nel sipario delle abitudini
            là dove il tramonto d'un bagliore moribondo
            incupisce senza vaghezza la strada del tormento.
            Sentire la vertigine che inganna gli anni,
            aprire cascate di luce nel ghiacciaio dell'universo,
            capire gli uomini, per distrarsi dalla solitudine
            popolata dal silenzio dei ricordi,
            amare senza misura con la fame dell'anima
            che fa vacillare il cielo mentre la fine è lì,
            invisibile, simile a cuscinetti di aliti infedeli.
            L'ultimo crepuscolo s'innalza a consacrare
            le agonie solenni annunciate,
            per sprofondare nella palude della tristezza;
            il regno delle rovine perpetua la voglia di vivere
            per ritagliare istanti nel velluto del tempo.
            La giovinezza non ha illusioni
            quando la natura inganna,
            la vecchiaia, invece, torna su come una nausea
            a presagire nella breve trasparente eternità
            la fine di un giorno che sa di crudo sarmento.
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              Scritta da: Natale Currò

              Esistenza poetica

              Nel mare tiepido delle vertigini
              attorto agli sterpi di aride secche
              il tempo aggioga al buio della notte
              l'abisso flebile d'una luce livida.
              La mollezza fluttuante del tempo
              si addensa nell'aria
              mentre gela la polvere bianca
              di montagne dimenticate.
              Folate di brina mordente
              velate di sudicie brume ingiallite
              proiettano per terra
              ombre polverose di rugiada stordita.
              Nel cielo pallido velato di bianco
              tra pozze di lune
              il mormorio instabile delle onde
              urta l'udito esausto
              verso l'oscurità argentata.
              Sotto la trama delle sensazioni
              il silenzio sprezzante della tristezza
              fruga lamentoso
              senza dimensioni segrete
              il dondolio incalzante
              del cammino onirico
              nei paesi dell'anima.
              Natale Currò
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