Poesie personali


Scritta da: Dora
in Poesie (Poesie personali)

Danza

Danzan le note ad avvolgermi come velo
mentre leggiadri volteggian passi
che librare come angelo quasi potrei
mentre mente libera il corpo vibrante
leggero movenze aggraziate propone
e son fata, dea, luce e ombra, sesso e poesia
terra e vento, carne e anima
poi tornando al silenzio la musica cessando
riascolto il rumore di pensieri
a riempire di nuovo la testa
e il mondo riappare cancellando il mio.
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    Scritta da: Franco Mastroianni
    in Poesie (Poesie personali)
    La mia sete
    sei tu
    sei miraggio d'amore

    per un attimo solo
    ti bevo
    mi bevi

    poi distanze
    dolore.

    La mia fame sei tu
    l'acquolina
    nel
    primo pensiero

    ti
    mangio
    mi mangi

    ma non siamo mai sazi
    davvero.

    Il mio tempo d'amare
    sei tu
    questo tempo
    che stordisce il cuore

    ti amo
    mi ami

    ma una parte di noi
    deve andare.

    La mia vita
    sei tu
    sei risveglio di pura emozione
    siamo noi
    siamo qui

    oltre ogni
    ragione.
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      Scritta da: Alessandro Celato
      in Poesie (Poesie personali)
      Amico
      I nostalgici giorni scivolano via lasciando
      una scia di amarezza nei nostri cuori,
      è triste sentirsi inerme ai regnanti anni che
      fuggono via.
      Quei giorni fluenti di feroci emozioni
      Volano silenziosi
      Come ombre verso l'ignoto.
      Noi guerrieri saremo sempre
      presenti a sfidare giorni ruggenti che passano,
      nulla potrà fermare il nostro cammino, amico.
      Cavalcheremo insieme sul viale del tramonto...
      Domani sorgerà il sole e
      Combatteremo all'infinito il nostro tempo!
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        Scritta da: Dario Pautasso
        in Poesie (Poesie personali)

        Mattina d'estate

        Gettato supino sul villoso prato
        col cielo di giada che volge al giorno
        ascolto il passo appesa sospirato
        delle lumache nel loro cauto ritorno
        ai bui anfratti, alle segrete loro
        al doveroso ristoro or che la brina
        al sol nascente si solleva e scema
        in vacillanti vapori di fugace bruma.

        E d'esse, una, che nel braccio mio disteso
        ha trovato impedimento al natural cammino
        d'ogni animal notturno quand'è mattino,
        s'arresta, incerta, finché col corpo teso
        scivolatami sopra, torna al crocevia
        dei folti steli d'erbe, ed io illeso
        tremo al solletico di quel dolce viaggio
        inciso sull'arto dal lucente segno che tutt'intorno irraggio.

        Le fronde strepitano al frizzante vento
        e tra di esse innumerevoli frullii d'ali
        d'uccelli, che ora paion dieci, ora cento
        alcuni vociferando aspri, altri sussurrando canti
        di richiami d'amore o di volgar confronti
        di chi vive la libertà, e ogni giorno col suono
        d'ugola che a noi par donato da nude divinità,
        dettano leggi sulle rispettive proprietà.

        E l'allodola che tra tutti innalza il suo sublime suono
        e il frenetico merlo, che al suolo schiocca brutale
        e una gazza che grida rauca il suo gemer infernale
        e il fischiare fine dello storno
        e poi ancor di tutti gl'altri passeracei
        un sol brulicante assolo di contorno,
        finché il collo incassato e goffo di un airone
        con l'ampie ali e 'l volo leggiadro e fino
        dal fremer tutt'intorno distoltami l'attenzione,
        mi solleva alla mente il ricordo fanciullino
        d'un giorno cupo, tra le mani un grigio aquilone.
        Composta martedì 23 novembre 2010
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          Scritta da: Davide Bidin
          in Poesie (Poesie personali)

          Resta te Stesso

          Bambino mio
          Rimani te stesso
          sii fedele a ciò che sei
          e non cambiare mai
          rimani stoico e permaloso
          non aprirti a nuove idee
          isolati dal mondo
          e non aver mai dubbi
          sarai una mirabile statuetta
          senza crepe o imabarazzanti
          scalfitture
          non ascoltare, né rispondere
          a chi ti guarda dal basso
          fissali sempre, credendo,
          (sperando)
          di aver ragione.
          ancorati alla forza della tua
          integrità.
          se non ti apprezzano,
          vorrà dire che son gelosi di questo aspetto
          vorrà dire che vorrebbero essere come te
          di marmo
          credici sul serio nella tua fronte bacata sozza di guano
          la verità è che in molti sono in piazza
          e han capito che le statue son ricordi
          di uomini contradditori e innamorati di questa verità
          che non si evince da nulla se non dal caos
          menti che non potevan rimanere attaccati
          all'uomo del giorno passato
          e
          spaventati voracemente dall'ombra del domani
          eppure risplendono immortali
          MA TU!
          bambino fedele ai tuoi ideali
          che non metti in discussione niente se non le idee degli altri
          rimani te stesso
          la mia risata si farà si tanto grande
          da scuotere l'altare su cui sei posto
          e in quella voragine cadrai nell'oblio
          degl'imbecilli
          che rimangono
          se stessi
          un nulla vorticoso
          un astratto ridicolo rigonfio di melma demente
          un niente.
          Composta mercoledì 16 febbraio 2011
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            Scritta da: Nello Maruca
            in Poesie (Poesie personali)

            Il trombatore

            Quel saccente "Cacasenno"
            Nella smania di far danno
            Come sempre, pur quest'anno
            Ha imbastito altro inganno.
            Con l'arte del tranello
            Sospinge il "comparello"
            buttarsi all'impazzata
            a tentare la traversata;
            indi assieme a scarpetta
            avvelena la polpetta.
            Acquattato tra le spine
            te, avversario, tiene a mira
            e tra rovi e tra spine
            è con ansia che respira
            Ha puntato, al petto strette,
            tutte quante le doppiette
            pronto a far partir le frecce.

            Se assurgi e siedi in trono,
            a dispetto del "nostromo"
            mi costringi a farti un dono:
            La promessa fò su strada
            della sicula contrada.
            Se sarà tuo il successo
            venir meno non m'è concesso
            di donar quel ch'ò promesso.
            Se, però, ahimè non t'ergi
            e resti fermo e non emergi
            della sicula contrada
            la promessa è ritirata.

            Se assurgi oppur non ergi
            il saccente serpentello * *furbetto
            fuoriesce di cervello.
            Indi sii vigile e lesto
            giacché chiusi i luoghi adatti
            al ricovero dei matti
            altro posto non l'accetta
            e perciò con furia matta
            spranghe impugna e doppietta
            qual suo ultimo rimedio
            a placare rabbia e tedio.
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              Scritta da: Nello Maruca
              in Poesie (Poesie personali)

              Lacché

              Lo rossore assomiglia ad un bel fiore;
              se lo coltivi, lo curi e l'hai nel cuore
              dal gambo alla corolla resta splendore
              e in ogni ora t'inebria del suo odore.
              Ma se nol curi, lo strappi e lo calpesti
              è qual morente dagli occhi spenti e pesti.
              E se pure lo raccogli tutto quanto
              mai riavrà la primiera bellezza del suo manto.

              Così è l'uomo se decoro mantiene,
              se saldo lo rossore sempre detiene;
              ma se perde o oscura la sua faccia
              è pari al verme che sguazza nella feccia.
              E qui dire vorrei del topo di fogna
              che nella melma vive e la vergogna;
              ed è quell'uomo che col capo chino
              striscia qual biscia mentre fa l'inchino.

              È faccia porcina, aspetto orripilante,
              nel letto dell'avverso trovasi d'amante
              e sol per qualche chicco di lenticchia
              tradisce la famiglia e la sua cerchia.
              Pezzente! Fare poteva solo l'inserviente
              ma lo portaro in cima: Ad assistente.
              E pure se insuperbito dell'alto rango
              la nostalgia lo rituffò nel fango...

              Di limo in limo, ahimè, vaga strisciando
              ed or questo padrone or quel servendo
              ansimando ricerca lo caldo d'altro fuoco
              ma ognuno lo manda altrove: In altro loco.
              Stolto! Crede di fare dell'inciucio
              e non s'accorge d'esser nato ciuccio.
              Cerca di gareggiare con abili cervelli
              ma è solamente il re degl'asinelli.

              Assicurando va d'essere paladino
              del cittadino e del suo destino.
              Nemmanco fosse il Grande Napolitano
              che nel costume è retto, integro, sano.
              Invece, il vero chiodo ch'ha in mente
              è rimanere lacché del presidente.
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                Scritta da: Paul Mehis
                in Poesie (Poesie personali)

                L'amore è dei poeti?

                L'amore
                non sta nelle parole dei poeti!

                l'amore
                è un diritto per tutti quelli che lo cercano!

                ... e solo le parole semplici,
                sono quelle che arrivano a
                Chiunque.

                L'amore nasce
                nella bellezza del cielo,
                ma cresce
                e si ammira
                nella terra fangosa.
                Composta venerdì 18 febbraio 2011
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                  in Poesie (Poesie personali)
                  Svegliarsi con il sorriso dopo aver fatto il sogno più bello,
                  una dolce utopia che illude di speranza...
                  La mia giornata è ora scortata da un turbinio di emozioni oniriche
                  che spero mi accompagnino fino al giorno in cui potrò rivederti...
                  Meno male che, almeno di sognarti, non puoi impedirmi...
                  Composta giovedì 17 febbraio 2011
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