Scritta da: Franco Mastroianni
in Poesie (Poesie personali)
Rive bianche
di sassi
asciugati dal sole
quando
è
secca di fiume
ed il caldo
si
è
imposto.
Foglio candido
il
letto del fiume
attraversato
da
un'azzurra
vena di inchiostro.
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Rive bianche
di sassi
asciugati dal sole
quando
è
secca di fiume
ed il caldo
si
è
imposto.
Foglio candido
il
letto del fiume
attraversato
da
un'azzurra
vena di inchiostro.
Vorrei poter fare
una separazione...
Mettere da parte l'anima,
lasciarla lontana,
non vederla, non sentirla
per il resto della vita!...
Forse andrebbe via
l'atroce sentimento
che mi dà solo tormento.
Devo ringraziare te
anima perfida!...
Anima che sei sempre
all'apice di ogni cuore
e, fai solo soffrire d'amore!...
Cosa sei?... Una biscia?...
Un qualcosa di viscido!...
Un qualcosa di abbominevole
una figura astratta,
diabolica, impersonale,
che il cuore fa dannare!...
Vai per la tua strada,
cercati un'altra compagnia,
lasciami crepare da sola
per la via, col mio "Così Sia".
Il disordine
delle emozioni,
che s'accavallano,
si scontrano,
si rincorrono,
ti esplode dentro
con un fragore assordante
e rimani stordita.
Poi le selezioni,
scarti,
prendi,
t'aggrappi a quella giusta
e finalmente...
il cuore trova pace.
Mentre mi dondolo
su questa altalena,
appesa tra le nuvole,
annuso il cielo
e quel profumo
azzurro
che m'inebria
colora di pace
la mia anima inquieta.
Ti sei erto
su di un trono vacillante
hai posto un sigillo sulla
mia bocca
ma il tuo sonno
non sarà tranquillo
altri verranno dopo di me
e non avrai pace.
Ti sei accorto che ti rimiri, pavone,
in uno specchio?
Ti guardi e ti sorridi.
Perdutamente innamorato.
A volte con cipiglio
ti riprendi e ti strapazzi.
Più spesso ti innalzi
e lanci i tuoi strali.
E voli sopra gli altri.
Ignari e sprovveduti.
Insulti, rimbrotti.
Aggressioni e ritorsioni.
Attento, narciso.
T'affoghi pure te!
Forse non te sei accorto:
nessuno deve render conto a te!
Tre, due, uno...
Boom!
(Ammazza che botta!)
Distrutta?
Macché!
Rinata e distesa.
Liberata e prosciolta.
Era ora.
Alè!
Ho mangiato minestre di tempo
ma il sapore
è
dimenticato
ho saltato stazioni
sbagliato
fermate
e
veloce
il
cucchiaio nel piatto
mescolava le date.
Ho bevuto
l'amore
in
un solo fiato
mi
son perso ho volato
gioito
mi sono ubriacato.
Il tempo
è
passato.
Sono ancora stordito.
Le campane della mia vita,
suonano a festa
ma, per me è finita.
Vi prego!... Non suonate più,
il mio dolore
non recepisce più.
Vane illusioni
perdute nel tempo,
sogni vissuti
nel frattempo!...
Felicità improvvise
coperte da mille sorrisi!...
Il Dio del sole
è bello solo nel mio cuore.
Campane della mia vita
non suonate più
non voglio ricordare,
ma, voglio illudermi
che sia li ad aspettare!...
È stato solo un sogno
di cui né avrò sempre bisogno!
Mi destreggio con grazia
mai conquistata
su quella corda malferma
confine
che voi conoscete
... non io.
Cavalco il tempo
nella terra di nessuno
sul dorso nudo
d'uno scapestrato destriero.
Cerco un'ancora all'ipocondria
in un dissestato spuntone di roccia.
M'adescano sabbie mobili
in inconsulto fobico slancio.
Non chiedetemi
se ad occhi aperti
afferro un paradiso
o se l'essere mi è di peso.
Senza condizioni
scelgo l'ignoto
e forse non torno dal fronte.
È lei la nemica...
è la linea
che mi uccide.