Scritta da: Violetta Serreli
in Poesie (Poesie personali)
Un giorno una musica donò
la parola ai miei occhi,
il corpo alla tua immagine.
Loro vissero il sogno che lei raccontava,
e lo chiamarono Amore.
Composta domenica 28 febbraio 2010
Un giorno una musica donò
la parola ai miei occhi,
il corpo alla tua immagine.
Loro vissero il sogno che lei raccontava,
e lo chiamarono Amore.
Tremo, perché
alle tue parole, spesso,
è l'unica cosa
che mi riesce di fare.
Grazie Silvio per il dono che sei per me,
per me Cristiano, per me giovane, per me uomo.
Grazie a te ho capito che chi ama fa cose grandi pur essendo solo un uomo
Grazie a te ho capito che la parola privatizzare non è la lontana dalla parola privare
Grazie a te ho capito che l'uomo non è il suo peccato ma lo può diventare se sceglie di andarci a nozze
Grazie a te ho capito che la Verità non può essere uccisa dalla falsità
Grazie a te ho capito che siamo figli di uno stesso Padre e che il figlio al prodigo non fa sempre la stessa scelta di tornare ed essere perdonato
Grazie a te ho capito meglio le parole del Vangelo "difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli"
Grazie a te ho capito che non voglio avere più privilegi di un immigrato, di un nomade, di un cassintegrato, di un anziano insomma di chi non ne ha
Grazie a te ho capito che la paura dell'altro porta ad eliminarlo, a farlo fuori
Grazie a te ho visto che la politica così come è non potrà mai essere democratica
Grazie a te ho capito che l'essere fratelli gli uni servi degli altri è l'unica vera politica
che può restare in piedi
Grazie a te vedo soltanto una società del gratuito non Silvio-centrica ma Amore-centrica
Grazie a te ho capito che il vero potere viene dai più deboli, dagli sconfitti, dai crocefissi di tutti i tempi, di tutte le società, di tutte le nazioni
Grazie a te gusto la bellezza di una donna fatta per essere madre, per essere viva, per essere dono
Grazie a te ascolto tante ragazze che stanno nel marciapiede sentendomi solo difronte alla sofferenza
Grazie a te gusto un vero sorriso di un padre verso il proprio figlio mentre gli spiega che non potrà comprarsi quello che gli altri hanno
Grazie a te gusto la nonviolenza più forte che non giudica ma punta al bene che manca
Grazie a te ho scoperto che chi stà dalla parte dei poveri è come loro e non scende a compromessi
Grazie a te ho riscoperto il valore della famiglia fatta di relazioni gratuite e rigeneranti
Grazie a te la mia coscienza mi dice di non tacere di fronte all'ingiustizia
Grazie a te la mia coscienza mi dice non collaborare con il male ma di disobbedirlo
Grazie a te la mia coscienza mi dice che dobbiamo agire come in pieno giorno non per paura di essere intercettati ma perché da Dio siamo scrutati
Grazie a te la mia coscienza mi grida "basta umiliare l'uomo!"
Grazie a te non ho paura di essere giudicato e abbandonato perché non stò dalla parte dei più forti
Grazie a te vedo che la vera forza della Chiesa non stà nei patti lateranensi ma nella pietre scartate dai costruttori della società
Grazie a te vedo che la vera bellezza non si può comprare e toccare ma solo contemplare
Grazie a te mi sento bisognoso di perdono per tutte le volte che non ho amato
Grazie a te riprendo a sognare e a sperare pur peccatore come te
Grazie a te mi sveglio e mi accorgo che non devo dire solo grazie a te ma anche a chi sta in silenzio
e nasconde dietro di te
il vero problema della società.
Quante voci
dentro
questo silenzio
mille volte cercato
ma
in fondo
mai respirato.
Quanti giorni
ci
lasciamo dietro
senza dare importanza
ai
colori
riflessi su un pezzo
di vetro.
Come nuvola grigia
il
domani
piange gocce di un mondo
che
si
avvia
verso il tetro.
Siamo di nuovo nati
nel pomeriggio
ricorrenza di amori.
Sembrava un bacio
contatto lieve intimo
usuale espressione d'affetto.
Invece esplose passione
il sentire intenso
divenne supersonico percorso.
Strada sul cui cammino
quanto più complesso è umano
questo nostro indefinito destino.
Celestiale vortice vissuto
arcobaleno in cielo stellato
profondo universo penetrato.
Calore fondente carne
di cuori e anime congiunte
via lattea fluttuante.
Dopo si plana
ritrovando il letto
sulla concreta terra.
Caldo delle coltri
che raffreddi i corpi
doni profondo sonno.
Nel risveglio
tutto non ricordiamo
come fosse sogno.
Sei acuto
e ti sembra di vedere.
Sono ottuso
e mi vedi limitato.
Diventi piatto
per riuscire a vedermi.
Io mi giro
e comprendo te.
Retto?
Né io né te,
ahimè!
Forgiata da Mastro che dei maestri è Mastro
di nobili metalli in uno fusi cornice pende,
di fiori ricamata. Non di minore pregio nastro
la regge che, ad avorio appeso, più regal la rende.
Da sfondo, luminoso come sole, appare un cuore
che a caratteri di fuoco ha inciso: Amore.
Dal dio Vulcano indelebile la stampa è apposta
che alle cure affidata l'ha della dea Vasta
che al focolar dei buoni è attenta e lesta.
Nel mezzo, la cornice, un quadro la sovrasta
ch'a le immagini di tre racchiuse in una
da divinità bendata, detta Fortuna.
Una, grande e possente è la figura
che alle altre due profonde dolce cura.
Dal petto emette solo dolci suoni;
dolce lo sguardo, occhi belli e buoni.
Gentile nel suo far, cortese in tutto
grand'albero v'appar cui pende buon frutto,
Il frutto coprodotto è dolce e fresco
ch'anco il pianto per l'anima è rinfresco.
Altra dolce e buona figura l'accompagna
ch'è degnamente degna sua compagna;
reso felice ha lui col pregiato frutto,
ella è felice mamma e moglie in tutto.
Assai più bello è il quadro quì descritto
ma riportar su carta non m'è concesso
ché ai soli Grandi ascritto è tal diritto:
Sol loro, a cose belle, han riservato accesso.
Rosa bianca sei...
ed aspetti primavera.
Dove il sole
è giallo in cielo
padrona è la gioia
pura l'aria
calmo il cuore.
... Pace...
Solo questo desideri.
... Ora.
Quando un giorno
hai detto si
non pensavi
non credevi
tutto ciò si trasformasse...
... sola, ora...
La scelta ti è costata.
Una piccola te
da crescere
da amare
da vivere.
Sola.
Il malvagio
ancora
non demorde.
Lui ti vede
ti sente
è nascosto...
ti scruta
e tu tremi...
Piccolo fiore
tremi...
Come la rugiada sulle rose
al vento rigido del primo mattino
... tremi...
Gracile la tua anima
delicato il tuo cuore
un fremito di paura
lungo le mani
che stringono forte
le mani
della tua piccina
insieme...
c'è più forza...
insieme...
contro l'empio...
insieme...
per creare qualcosa di nuovo
qualcosa di vero
... perenne...
Come i ghiacciai
che si scagliano
contro il blu...
come il continuo e perpetuo
vagare del tuo cuore
in cerca solo
di puro amore...
Questo vuoto intorno,
d'immerse nel silenzio
speranze
pieno,
guarda e ride
di viaggi alla ricerca
nel nulla
il dolore.
Io li ho visti gli sguardi addosso di voi che non capite,
che guardate cercando le sopportazioni
senza vedere i sorrisi e la calma
che ci sono nell'occhio del ciclone.