Poesie personali


Scritta da: Mauro Albani
in Poesie (Poesie personali)
Gli occhi sono velati, un alito di vento li ha appannati  la vita li ha ingialliti
Un fuoco dentro il petto sembra un'inferno di dolore
Il corpo si increspa sembra il mare ma senza il suo colore
Il cammino sembra lungo ma è breve come il canto d'una cicala d'estate
Un canto lontano ti attrae mentre una luce bellissima ti avvolge e gioca con il tuo corpo e ti solleva e ti porta lontano dalla tua vita che non esiste più.
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    Scritta da: Don Juan
    in Poesie (Poesie personali)
    Col cuore gonfio d'emozione
    ho provato a scriverti una lettera
    e così ho rispolverato quel quaderno
    colorato di fogli profumati
    e c'ho versato sopra tutto quello che spesso
    strozzo in gola per paura d'essere banale,
    per il timore d'iniettarti in una sola dose
    tutto l'amore che mi scateni dentro.
    Ho scritto tanto,
    ho dato voce ad un foglio bianco, poi a due, a tre.
    Poi l'ho chiusa e sigillata
    con un bacio ed una lacrima,
    un giorno te la darò,
    un giorno molto lontano,
    quando avremo tempo a sufficienza
    da rispolverare vecchi ricordi
    di una vita intera trascorsa insieme,
    da sederci l'uno accanto all'altro
    senz'altro da fare che tenerci le mani,
    stringerci il cuore.
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      Scritta da: Salvatore Coppola
      in Poesie (Poesie personali)

      A modo mio

      Ora si!
      finalmente
      potrò riposarmi.
      Potrò dormire,
      ma non più
      nei suoi occhi.
      Potrò finalmente,
      vivere a modo mio.
      Lei
      non sarà più
      padrona assoluta
      della mia vita.
      Ed io,
      mai più affaticherò
      il mio cuore
      per proteggerla,
      viverla,
      dedicarle la mia vita.
      Da domani
      butterò nel fuoco
      ogni pensiero,
      le mille lacrime,
      è tutti i ricordi
      che mi hanno soffocato.
      Riprenderò il mio viaggio,
      spiegherò
      le vele dell'amore,
      manovrerò
      il timone della passione,
      solcherò le onde del mare
      fin dove mi porterà il cuore.
      È quando la mia nave
      avrà raggiunto l'estremo,
      avrò l'assoluta certezza
      di aver approdato
      in un porto, al centro del mondo.
      Composta sabato 8 ottobre 2011
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        Scritta da: Nino Lo Iacono
        in Poesie (Poesie personali)

        Delusione

        Ti seguo con gli occhi speranzosi
        e cerco di indovinare la tua meta
        fra la folla sghignazzante e serena,
        forse parte con te apparentata,
        così almeno appare agli occhi di chi ha la mente gravida
        di tristezze e ingombra di pensieri.
        Non lasci tracce a me visibili
        sulla rena bianca, giaciglio per attimi di travolgenti amori
        subito levigato dalla monotona risacca,
        effimeri sentimenti di sapori estivi.
        Le onde del mare sembrano tristi melodie
        a chi nel cuore ha ferite vecchie e incancrenite.
        Mi passi davanti felicità, o ingrata e estranea,
        a me lontana da sempre e ti tuffi in quell'onde
        che mai mi videro amico, per non più trovarti;
        ne ero certo.
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          in Poesie (Poesie personali)

          Consapevolezza

          Non dirmi cosa devo fare della mia vita.
          Non indicarmi la strada maestra.
          Io la strada maestra l'ho vista negli occhi di un bimbo.
          Quell'azzurro perso nell'infinito grondava sangue.
          Ho visto il suo cuore sanguinare
          Di una ferita che mai si cicatrizzerà.
          L'ho visto correre intorno a un casolare
          Inseguito dai suoi compagni
          Distrutto, ansimante, continuava a fuggire
          Nessuno di loro poteva lenire le sue ferite
          Il suo cuore batteva forte
          quando la mia mano sul suo petto si è posata
          per cercar di fermare quella sua folle corsa.

          L'ho vista in me bambino, 34 estati fa
          mano nella mano con mio fratello
          verso la fine del nostro mondo
          È lì che l'ho portato. È lì ci siamo seduti
          Sulle colonne di Ercole. Il mondo ai nostri piedi
          Ero felice, gli indicai la valle
          Un giorno sarà nostro, pensai
          Potremo muoverci liberamente lungo quelle strade
          La catena era ancora troppo corta per farlo quel dì
          Nei miei occhi si rifletteva il mondo che volevo
          Lo respirai per sentirmelo dentro per tutta la vita
          E ancora oggi, se chiudi gli occhi
          Riesco a sentirlo. E lo chiamo libertà

          L'ho sentita nelle parole di un'adolescente
          Nei suoi gesti, sempre meno bambini, sempre più donna
          Nei suoi occhi verdi era tangibile l'allontanamento
          Dal suo Io per raggiungere il Noi
          Modificarsi, cambiar rotta, allinearsi
          Ho osservato la sua entrata nel mondo
          Che sento ogni giorno meno mio
          L'ho vista proceder spedita e veloce
          E felice. Seguire il branco, allontanandosi dalla verità
          Che solo la fanciullezza ci fa portare dentro
          Benvenuta in questo laido mondo, le ho detto
          Ma non dimenticare mai quel che eri
          Quel che sei, che tanto si discosterà da quel che sarai

          Si fa presto, amico, a dimenticare quel che eravamo
          I nostri giochi di bambini
          I nostri desideri. I nostri pensieri. La nostra felicità
          Ogni giorno un po' di più offuscata
          Da un sordido male di vivere
          Io però ricordo tutto. Chi ero, cosa volevo
          Chi sono, cosa voglio
          Mi passo la mano sui capelli sempre più radi e bianchi
          Ma sento ancora io miei riccioli neri
          Capricci di un bimbo che voleva volare
          Ma le sue ali furono tarpate
          Oggi, queste ali, si svegliano dal letargo
          Perdono qualche piuma
          Ma lentamente si aprono
          Pronte a riprendere il volo
          Verso il mio vero Io
          Quello che tu hai abbandonato
          Per calpestare le orme altrui.
          Ti saluto, amico, riprendo il mio volo solitario
          Non dolertene più di tanto
          Tornerò spesso ad incrociare la tua via.
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            Scritta da: L. Orlandi
            in Poesie (Poesie personali)

            Fantasmi

            Paesi fantasmi abbandonati
            Fantasmi trascinano le loro scarpe
            Dove?

            Fosse sputano corpi decapitati
            Guerra, maledetta voragine
            Ingoi e divori
            Cosa rimane?

            Urla soffocate, lacrime aride, occhi vuoti
            Neanche la speranza aiuta la mia anima
            che con tonfo sordo raggiunge il
            Profondo infinito, assaggia il limite invalicabile
            E piano riemerge, ricerca la luce

            E rinasce.
            Composta venerdì 7 ottobre 2011
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