Poesie personali


Scritta da: mcfreud
in Poesie (Poesie personali)
ho perso una poesia stanotte, con essa i miei versi, quelli più cari, c'era il mio animo più intimo con i miei colori più rumorosi, ma non ho perso il tuo corpo, che i miei occhi vede in tutti gli orizzonti, non han parole le mie pupille che la focosa voce della tua bocca, non ho lucentezza nello sguardo se non lo specchio della tua anima, non ha vista il mio uomo senza una parte infinità della tua donna.
Composta mercoledì 5 ottobre 2011
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    Scritta da: Fosca
    in Poesie (Poesie personali)

    L'ingenua amante

    La vita la rapiva
    I vizi la governavano
    Le voglie non la saziavano

    I dolci occhi ingannati da
    brevi momenti di superficiale felicità
    l'escludevano ogni via d'uscita.

    Il dolore l'era amico
    La tristezza madre
    L'odio padre

    Una tumultuosa tempesta
    annuvolava la verità

    Rumurosi tuoni
    opprimevano le grida pietose

    Il ghiccio sotto le giunture
    diventava sempre più sottile

    La primavera sbocciò
    lasciando stupore e vergogna
    negli amari ricordi di un solitario
    Amore
    che Amore non fu.

    Ma l'ingenutà l'abbandonò
    lasciando posto ad un giudizio
    Severo, portatore di chiarezza
    durante il vicino inverno.

    Questa è la storia dell'ingenua amante
    Vittima di se stessa,
    suo miglior nemico.
    Composta domenica 11 settembre 2011
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      in Poesie (Poesie personali)

      Prigioniero di questa sera

      Prigioniero di questa sera
      distratte le vigili ombre
      tiro le somme del giorno
      stappato ad una vita infeconda.
      Quanto ho perso, quanto ho guadagnato
      quanto sudore di pena è grondato
      da questa sterilità straripante!
      Qui il corpo, fermo e pesante,
      l'anima che all'alto aspira
      bipede non si è staccata in volo:
      la gravità si fa sentire
      le esili ali sono fragili e deboli
      per vincerne spinta e resistenza.
      Si spoeta la vita tra stupori.
      Mentre ne rileggo il peggio
      una solitudine mi riabbraccia
      nessun fumo di morgana
      resta nella mano se tenta di afferrarlo
      l'informe sostituisce ogni forma
      che si delinei col suo contorno
      i cristalli pure opacizzano
      se incolumi superano urti mortali,
      poco o nulla da franamenti e smottamenti
      si recupera e resta utile
      e sempre è raro che da'incidenti
      sortiscano benefici venturi.
      Se si svuota nel tempo
      la cassaforte delle illusioni
      la miseria si diffonde
      e un'angoscia resta nel cuore.
      La vita desiderata è appena
      una finta proiezione di sogni.
      Pusillanimi si sosta davanti alla porta
      della verità senza mai entrarvi
      sbirciando dalla toppa
      vedi chiuse le finestre
      del passato e del futuro
      da qualche oblò forse appena giunge
      un timido raggio di presente.
      Non vi è salto che ci sbalzi nell'aldilà
      alla deriva, in un mare di interrogativi,
      tra maree di oscurità e sprazzi di luce
      naufraghi galleggiamo inzuppati di paura.
      Non c'è transumanza o traslazione
      che ci adduca nei cambi di stagione
      del cuore a prati di serenità e quiete interiore.
      Composta domenica 2 ottobre 2011
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        Scritta da: Giulia Guglielmino
        in Poesie (Poesie personali)
        ... Derubata di parole che custodiva chiuse gli occhi.
        Nel buio dentro di sé ripercorse quegli attimi lunghissimi...
        l potere sfiorare così tanto calore senza farsi male.
        Il bisogno di cercare quell'atmosfera delicatamente rossa.
        ... Derubata di parole dalle sue labbra
        mise a tacere il suo cuore impazzito.
        Composta lunedì 3 ottobre 2011
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          Scritta da: Zarky
          in Poesie (Poesie personali)

          Il tuo Cuore

          Vita mia al sorgere del sole,
          albeggiano i miei occhi pieni d'amore,
          così tu inizi a riscaldar il mio cuore...

          Fiore sgargiante di aromi profumati
          gentile donzella di lucenti sorrisi,
          occhi splendenti dal cielo cullati
          in me i tuoi sguardi ormai sono incisi.

          Il mio amore puro e impetuoso
          come un fiume discreto e maestoso,
          sgorga sublime e incessante
          dalla preziosa e cristallina sorgente.

          Nella notte dall'alto sguardi incantati
          vedono il risuonar di baci sfavillanti,
          che echeggiano lontano canti d'innamorati,
          donando al cielo nuovi astri brillanti.

          Il tuo Cuore,
          un clamore
          di stelle e candore
          mi ha donato il vero Amore.

          Un romantico perso nei tempi.
          Composta sabato 1 ottobre 2011
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            Scritta da: Rosarita De Martino
            in Poesie (Poesie personali)
            Di mano in mano corrono
            ceste di uva profumata
            e s'intrecciano sorrisi.
            La vigna generosa
            regala grappoli maturi.
            Ferve il lavoro
            traboccano di uva
            i fusti colorati.
            Il sole di Sicilia accarezza
            i tralci.
            I pampini, rossicci, vividi,
            s'incendiano alla luce.
            Mi fermo, vedo i fratelli
            e "vendemmio" sazia
            il rosso fiore della gioia.
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              in Poesie (Poesie personali)
              Spegnendo la radio posso sentire la mia mente
              la mia anima ti sta chiamando così forte
              ed è il mio avviso
              è la gabbia per la mia anima
              è il mio filo che corre
              è la mia ombra che si condivide
              e che copre i miei occhi da ciò che ho conosciuto di diverso in te
              dai diversi paradisi che ho raggiunto
              e null'altro che ho lasciato è in tempo per me...
              Ragazze della rotonda
              è una specie di gioia di facciata
              è una sorta di rifugio per gli occhi
              così come sono un rifugiato in te
              ragazze della rotonda
              sembra che si muovano come scogliere
              sembra che preghino qualcuno in un modo speciale
              sembra siano sempre sole e scure di dentro
              posso leggerlo nei loro occhi
              nei tuoi occhi...
              Come le ragazze è la mia preghiera
              il mio desiderio di un trasferimento fisico in quel modo
              in una spettrale domenica al lavoro
              e schifando tutto ciò che toccherei invece che te...
              Come queste ragazze può essere la mia pazzia
              la mia solitudine nei miei cuori
              posso toccare molto di più di ciò che toccherei
              e distruggo me stesso nell'attesa
              in un'altra soluzione temporanea
              in un altro salvataggio dalla confusione
              in un matriarcale carico di delusione
              che posso toccare già solo toccandomi...
              E posso chiederti tutto ciò che vorrei...
              Nessuna risposta sarà chiara né chiarirà la mia mente di bombe
              così che io possa avere una corsa con i demoni della distanza
              così sarà ovvio aspettare ancora e ancora
              dalle montagne verso il mare per sentire più di ciò che posso vedere
              dagli altri fin proprio dentro me...
              Solo io dentro te come in uno specchio...
              Posso rimanere per molto tempo steso sotto di te
              posso costruire la mia casa
              posso autografarla e ridere per niente
              è giusto cenare per il senso di cercare di parlare
              con gli attori che possono venire attorno alla solitudine che sento
              proprio quando sto senza di te
              quando mi chiamo col tuo nome
              e così tanto parlare non può essere una soddisfazione
              non è una pura e semplice equazione
              non è una regolare considerazione
              che ti possa clonare nel mio cuore di distruzione
              temo che possa lasciare le mie lacrime andare in azione
              cercando di porre in esse un'altra ispezione
              verso la fulminea ombra di disperazione
              che mi chiama dentro
              ricordandomi la celebrazione d'ogni giorno
              e declinando verso il limbo ogni pensiero perso in cambiamenti
              non è giusto che io possa cambiare il senso di vivere
              non è vero che io non possa andare nell'oscurità spirituale per te...
              La posso trovare la vita del mio corpo
              posso ascoltare i tuoi sogni
              e i tuoi desideri di ritornare
              scontrarsi con l'apparenza del viaggio...
              Lascia i tuoi sensi liberi di fare...
              Fa' che non t'importi di ciò che dicono
              ascolta solo il tuo cuore...
              Il tuo doppio cuore per le tue maschere...
              Le tue doppie sensazioni in questi tempi...
              Un occhio per me può essere sufficiente
              proprio una ragazza della rotonda può allargare il suo occhio
              può lentamente parlare toccando la mia maschera
              posso lasciare che il suo viso tocchi la mia mente...
              Per la pace più importante.
              Composta venerdì 30 settembre 2011
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                in Poesie (Poesie personali)

                Acqua libera

                Odo nei timpani il fruscio della privazione
                negli occhi la polvere rossa
                nei capelli il vento polare
                nelle mie marce la voglia di prenderti.
                Come un cieco saresti per me tatto e memoria.
                Ho le mani aperte dal dolore.
                Non voglio più patire,
                se chiudo gli occhi vedo quello che vorrei.
                Non ci sei mai perché?
                È troppo tempo ormai che sento
                il calore suonare come la sirena del porto.
                Curami questa ulcera nello stomaco,
                Disseta questa bocca desiderosa,
                Calma questi atomi ribelli.
                Insultami, prendimi a calci, graffiami.
                Non sento più in sangue nelle braccia.
                Vedo l'ombra che mi perseguita,
                un velo nero mi lega i polsi.
                Uccidimi se puoi,
                voglio fisico trapasso
                anima come acqua libera.
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                  Scritta da: Beppe Cantarella
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Autunno

                  Quelle madri dei marò
                  che sul finir d'autunno
                  dai banchetti dell'impavesata
                  tornano a questi moli
                  per raccontar di figli
                  regalati tutti al mare

                  solo danze consolanti
                  di gallinelle e folaghe
                  sotto nuvole settembrine
                  appaion d'improvviso
                  contro quest'afa
                  che ci rallenta il tempo

                  quando lo zefiro si cheta
                  e immobilizza l'umido
                  nel sale della darsena
                  quasi a voler spiare
                  i domenicali furti
                  dei girovaghi turisti.
                  Composta lunedì 8 novembre 2010
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