Odo nei timpani il fruscio della privazione negli occhi la polvere rossa nei capelli il vento polare nelle mie marce la voglia di prenderti. Come un cieco saresti per me tatto e memoria. Ho le mani aperte dal dolore. Non voglio più patire, se chiudo gli occhi vedo quello che vorrei. Non ci sei mai perché? È troppo tempo ormai che sento il calore suonare come la sirena del porto. Curami questa ulcera nello stomaco, Disseta questa bocca desiderosa, Calma questi atomi ribelli. Insultami, prendimi a calci, graffiami. Non sento più in sangue nelle braccia. Vedo l'ombra che mi perseguita, un velo nero mi lega i polsi. Uccidimi se puoi, voglio fisico trapasso anima come acqua libera.
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