Lacrime

Piango... piango lacrime stupide...
lacrime per una persona stupida? No, quello no...
piango per la mia stupidità,
per il mio egoismo,
per il mio non voler vedere e riconoscere la realtà...
... e piango per lui,
per lui che mi ha fatto soffrire,
per lui che mi ha baciata,
per lui che non mi sopporta.
Vale davvero la pena piangere?
Forse no, ma lei, lei che ha preso il mio posto,
avrà la vita che io volevo... il mondo a volte è ingiusto.
Anonimo
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    Scritta da: Anonimo Anonimo

    Canzone dell'amor perduto

    Se potessi scrivere musica,
    la userei per descriverti,
    mia musa segreta,
    la userei per raccontarti l'incolmabile dolore,
    mia dannata,
    la userei per cantarti le mie giornate,
    mia lontana amante,
    la userei per sfiorarti,
    mio sogno svanito,
    la userei per parlarti e rapirti,
    guidandoti dolcemente sulle nuvole,
    e con il permesso di Orfeo ti lascerei lì,
    ti vedrei scivolare sulle note,
    ti vedrei sentire l'eco delle mie parole,
    e forse capiresti...
    eterea nei miei sogni che un tempo furono realtà.
    Anonimo
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      Se Questo è...

      Ti amo, ma ti odio allo stesso tempo.

      Spiegami.
      Come è possibile volere i baci,
      ma anche la morte di una persona.

      Avere i brividi quando ti guarda,
      quando ti sfiora,
      quando respiri la sua stessa aria.
      Un incantesimo che avvolge.
      Dolce profumo che circonda i vostri corpi, come tante scintille.
      E quando lo sogni, avere nel cuore uno strano calore,
      che ti fa capire di essere il protagonista dei pensieri dell'altro.
      Avere una sensazione di assoluta completezza.
      Ti senti in pace.
      Sentire in corpo quella flebile fiamma dorata, procura una febbre piacevole.

      Ridete al solo pensiero della vostra malattia.
      Vedete formarsi davanti ai vostri occhi il suo viso.
      Perfetto in ogni dettaglio.
      Poi vi voltate per osservarlo, ed allora la massima felicità.
      Incontrate i suoi occhi.
      Velati da una malcelata sorpresa nel vedervi voltata.
      Poi la dolcezza, unita ad uno strano tremito, si impossessa di voi.
      Abbassate entrambi lo sguardo.
      Non riuscite più a resistere al sentimento che trasuda dai vostri corpi, ormai palpabile nell'aria, come una brezza profumata.
      Procura una strana sensazione, vedere la propria mano tremare e sudare.
      Le tenete contro il ventre, per nascondere la realtà e l'evidenza.
      Vi sforzate a non voltarvi nuovamente, ma non resisterete a lungo.

      Se questo è l'amore.
      Il sogno, lo sguardo, la felicità, il sentimento.

      §§§

      Poi svanisce.
      In quel vento profumato che lo aveva tratto a voi.
      Il cuore più vuoto.
      Un peso che manca.
      Un peso di cui si sente la mancanza.
      Gli sguardi assenti.
      La felicità sparita.
      In una nuvola di fumo, veloce nel vento.
      Ti volti, sperando di incontrarlo, priva di speranze.
      Il vostro appuntamento mancato.
      La lontananza di un abbraccio che non sentirete più.
      Proprio allora.
      Quando la realtà sostituirà il vostro mondo di sogni.

      Ne è valsa la pena?

      Vedere i vostri sentimenti sfaldarsi.
      Raggrinzirsi.
      Infrangersi.
      Sentimenti profondi.
      Che vi hanno fatto ridere e piangere.
      Sentimenti pesanti.
      Allora vi apparirà

      Se questo è l'odio.
      Il sogno, lo sguardo, la felicità, il sentimento.
      Il vuoto, la mancanza, il vento, le speranze.
      Tutto ciò che amate, odierete.
      Con la stessa intensità e sentimento.
      Amerete il vostro odio.
      Odierete il vostro amore.
      Anonimo
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        Scritta da: Kain

        La notte

        La notte è giunta sul suo mare calmo della sera,
        cullata da timidi pensieri e da dolci venti,
        cullato dal mio star lì a cercare parole,
        io che ho coltivato i miei sospiri accarezzati
        dalle timide notti, che nascondevano il mio rossore,
        io che avverto il mio cuore
        che come un piccolo pulcino appena nato
        scalpita a piccoli fremiti e mi fa sospirare...
        e mi lascio cullare dal tiepido cantar
        delle notti senza fine e dei dolci
        sussurri della vita.
        Anonimo
        Composta domenica 18 luglio 2010
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          Scritta da: Violina Sirola

          La bambola di sale

          Una leggenda buddista narra
          di una bambola di sale che voleva conoscere il mare.

          Era una bambola di sale e non sapeva che cosa fosse il mare.
          Un giorno decise di andare alla ricerca del mare.
          Camminò per sentieri aridi e
          scoscesi, s'inerpicò sui monti e
          discese a valle, per contemplare l'immensa luce
          bianca del sole sulle onde del mare, quand'era ancora
          l'alba. Poi chiese di conoscere: "Che cosa posso fare"?
          "Toccami" rispose il mare; la bambola esitò, poi lo toccò
          perplessa con le dita di un piede e
          incominciò a capire: una parte di sé se n'era andata via!

          S'immerse nell'acqua quasi completamente
          ancora non capiva che cosa fosse il mare.
          E, quando finalmente nell'onda travolgente
          il mare l'assorbì, la bambola di
          sale, prima di scomparire, mormorò dolcemente: "Il mare sono io".
          Anonimo
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            Scritta da: Dora
            Un sant'uomo ebbe un giorno da conversare con Dio e gli chiese: - Signore,
            mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l'Inferno.
            Dio condusse il sant'uomo verso due porte.
            Aprì una delle due e gli permise di guardare all'interno.
            Al centro della stanza, c'era una grandissima tavola rotonda.
            Al centro della tavola, si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso.
            Il sant'uomo sentì l'acquolina in bocca. Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall'aspetto livido e malato.
            Avevano tutti l'aria affamata. Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle loro braccia.
            Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po',
            ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio, non potevano accostare il cibo alla bocca.
            Il sant'uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze. Dio disse: -
            Hai appena visto l'Inferno. Dio e l'uomo si diressero verso la seconda porta.
            Dio l'aprì. La scena che l'uomo vide era identica alla precedente.
            C'era la grande tavola rotonda, il recipiente colmo di cibo delizioso che gli fece ancora venire l'acquolina.
            Le persone intorno alla tavola avevano anch'esse i cucchiai dai lunghi manici.
            Questa volta, però, le persone erano ben nutrite e felici e conversavano tra di loro sorridendo.
            Il sant'uomo disse a Dio: - Non capisco! - è semplice, rispose Dio, dipende solo da un'abilità.
            Essi hanno appreso a nutrirsi gli uni gli altri, mentre gli altri non pensano che a loro stessi.
            Anonimo
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              Scritta da: Assia & Niki

              Vorrei...

              Oggi vorrei farti un regalo,
              un regalo speciale,
              un dono che mai potrai scordare.
              Vorrei regalarti un sogno,
              mille sorrisi,
              il mio pensiero più profondo.
              Mai nessuna lacrima vorrei scorresse sul tuo bel viso,
              mai niente e nessuno vorrei spegnesse il tuo sorriso...
              A te che sei l'unico uomo per me,
              ti regalo ancora una volta tutto il mio cuore,
              perché tu possa sempre sentire i brividi dell'amore
              che solo quello vero può dare.
              Anonimo.
              Anonimo
              Composta martedì 12 aprile 2011
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                Se potesse

                Se potesse il buio della notte
                annullare l'universo che separa le nostre vite!
                Allora aspetterei
                il calare della sera
                per sentirmi più forte.
                E troverei il coraggio
                di volare tra le stelle
                per raggiungere il tuo viso,
                limpido come un giorno di primavera.
                E non avrei più paura
                di stringerti tra le mie braccia
                e sussurrati
                le parole più dolci che il mondo abbiamo mai ascoltato.
                Mentre nel mio cuore pregherei
                che non venisse mai su il giorno.
                Anonimo
                Composta martedì 28 ottobre 2014
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                  Plasma

                  Capita a volte che
                  sensazioni ed emozioni vengano assorbite dall'intorno di te stesso
                  c'è talmente tanto che urla dentro di te che diventi il centro dell'universo
                  un attimo che diventa l'infinito, l'inizio e la fine di tutto.
                  E ci sei tu, ed è lì in quel preciso istante che il tuo io si annulla
                  come l'amore più forte, come il dolore più atroce
                  tutto attorno sembra raccontarti la stessa storia, suonare la stessa musica, emanare gli stessi profumi.
                  Ma non è la dissociazione. È l'esatto contrario, è come un vortice di plasma in cui non si distingue la materia.
                  Uno e tutto.
                  Fuoco e ghiaccio.
                  Rumorosa solitudine.
                  Ma non ti uccide: è il puro e semplice non senso della vita.
                  E allora, languido e spossato, cedo.
                  Che il plasma mi prenda e mi affoghi come vuole, è inutile dimenarsi
                  tanto una via sempre ci sta
                  tanto il resto già si sa
                  prima o poi una luce apparirà.
                  Anonimo
                  Composta sabato 30 novembre 2013
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