E se domani

E se domani andrai via
Resterò prigioniero del vuoto
Carezzerò triste il tuo pensiero Vivrò memore del tuo volto
Vivrò della dolcezza
Che mi hai dato
Di ogni momento buio
Di ogni attimo di luce
E ti amerò ancora
Come so amarti io
Con il tormento nel cuore
Con l'estasi dei sensi
E vivrò pieno di te.
Anonimo
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Elisabetta

    Oh, se potessi!

    Oh, se potessi,
    Gesù Bambino,
    farti dormire
    nel mio lettino!
    Da questa grotta
    portarti via
    là nel calduccio
    di casa mia.
    Io di dormire
    sarei contento
    sopra una sedia
    sul pavimento,
    purché sapessi
    che tu, mio Re,
    dormi e riposi
    meglio di me.
    Ma la maestra
    mi ha detto a scuola
    che tu domandi una cosa sola:
    non la mia casa,
    non il mio letto,
    ma solo un cuore pieno d'affetto.
    Se questo chiedi,
    questo ti dono:
    con lo promessa di essere buono.
    Anonimo
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Anna D'Urso

      Dalla stradina antica

      Dalla stradina antica, a mare,
      nello scurir dell'imbrunire,
      un piccolo golfo m'appare,
      pria che nebbia inizi a salire.

      Spinge l'onde un furioso vento:
      su neri scogli s'abbattono,
      con ria schiuma da far spavento
      e stanche, e vinte, s'infrangono.

      Scuro, silente, l'austero monte
      s'oppone, v'è più indifferente,
      a cupe nubi già di fronte,
      ché n'è colmo il cielo rasente.

      E presto la luce s'attenua,
      l'aria oscura si fa trascinante,
      e presto il freddo s'accentua.
      Al riparo incauto viandante!

      Addio giorno! La notte scende.
      T'ho speso per ciò ch'ho dovuto,
      gelido un brivido mi prende,
      t'ho speso per il non voluto.

      Mi volto: che bello vederti!
      L'anima mia non è più mesta:
      più grande è la gioia d'averti,
      nell'irosa notte in tempesta.
      Anonimo
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Cinzia Coppola

        La leggenda delle zeppole di San Giuseppe

        La bottega era in fondo alla via,
        tutti quanti sapevano dove.
        Fa Giuseppe: "Adorata Maria,
        molto presto sarà il diciannove;

        vola il tempo, a gran passi s'appresta.
        Invitiamo qui a casa gli amici.
        È il mio nome, lo sai; la mia festa.
        Che ti pare, Marì? Che ne dici?"

        Alza gli occhi Maria dal ricamo,
        risplendenti di grazia divina.
        "Peppe mio, tu lo sai quanto t'amo,
        però sono un disastro, in cucina.

        Ti ricordi dell'ultima volta?
        Mi ci sono davvero impegnata,
        ma mi venne uno schifo, la torta,
        e alla fine l'abbiamo buttata.

        Ma stavolta andrà meglio, lo sento,
        lo vedrai: non ti dico di più.
        Voglio farti davvero contento,
        con il nostro figliolo Gesù!"

        E così ci provò. Poveretta,
        ben tre giorni passò a cucinare,
        ma non era una cuoca provetta
        (era molto più brava a pregare).

        Questa volta riuscì! Nella stanza
        in cui stava la Sacra Famiglia
        si diffuse una dolce fragranza.
        Che languore! Che gran meraviglia!

        Su un vassoio fan mostra di sé
        (beh, Maria, certe volte sei in vena!)
        Zeppoloni di pasta bignè
        ben guarniti di crema e amarena.

        San Giuseppe però storce il naso.
        "Moglie mia, chi può averti aiutato?
        Non mi dire che è frutto del caso;
        tu lo sai, la menzogna è peccato.

        E non fare quel viso contrito!
        Dai, sorridi, mia cara Maria:
        l'aiutante, l'ho bell'e capito,
        si nasconde costì, in casa mia.

        Vieni qua, figlio mio, fatti avanti.
        I miracoli son limitati,
        vanno usati per cose importanti;
        se li impieghi così, son sprecati!"

        Ma Gesù, ch'era ancora un bambino
        lo guardò con grandissimo amore,
        e gli disse: "Mio caro papino,
        stai facendo – perdona – un errore:

        questa zeppola dolce, squisita
        da gustare in un giorno di festa
        rende un poco migliore la vita:
        la magia quotidiana è anche questa.

        È un miracolo lieve, leggero;
        una semplice, morbida cosa,
        che anche al giorno più cupo e nero
        dà una piccola mano di rosa".

        Il papà sentì in gola un magone.
        "Caro figlio, non critico più.
        Su'sti zeppole hai proprio ragione:
        io sò Santo, ma tu sì Gesù!"
        Anonimo
        Composta mercoledì 17 marzo 2010
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: minù64

          Donna

          Il mio odio è troppo forte, che ti amo.
          Ti amo e ti odio, dolce creatura, tu donna.
          Donna dai mille volti e dalle mille nostalgie.
          La tua presenza mi urta, ma senza te mi sento solo.
          Ti odio, ma ti cerco.
          Odio uguale amore,
          amore uguale insieme,
          insieme nell'infinito dei giorni.
          Giorni trascorsi, da vivere,
          giorni persi,
          persi senza te, donna.
          Anonimo
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Nastjia

            E se un giorno...

            Rinascerò un giorno,
            nell'animo rinnovato
            da promesse mai sopite,
            ritroverò l'essenza di un domani dimenticato.
            Ma non adesso
            è l'attimo di eterno che cerco.
            Non ora
            può essere sospeso il cammino.
            E se dolore ancora mi accompagna
            procederò a testa alta,
            perché speranza
            si è aggiunta a noi.
            Anonimo
            Vota la poesia: Commenta