Poesie personali


Scritta da: Steve BOTTY
in Poesie (Poesie personali)

Disperazione

Ascolto un lacerante ronzio
Scuotere le pareti della mia mente
Legato e imbavagliato
Fuggire al mio autocontrollo
Sento il mio corpo sudato
Ardere sotto i vestiti
Come amo ricurvo
Contorcersi dalla morsa dei crampi
Vedo nelle grida del passato
Persone che ho stuprato
Condannare il loro carnefice
Alla deriva dei rimorsi
Cammino le giornate nella solitudine
Cerco nell'artificiale silenzio
Dimenticata quiete
Con movimenti ovattati
Nascosto nell'ombra
Confondo la mia immagine nello specchio.
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    Scritta da: Sir Jo Black
    in Poesie (Poesie personali)

    Voglio costruire il tempo di amarti

    Voglio costruire il tempo di amarti.
    Spazio che vivo assente di te,
    tetto che cade sugli occhi in pensieri,
    pensieri ed immagini di futuri noi.

    Cieli densi di passi e sensi:
    momenti tiepidi d'albe in un caffè
    ed albe calde su cuscini appena usati.
    Notti di desiderio appagato
    corona di sere di vino e canti.

    Stanchi dal giorno lavorato:
    mani calde raccolte insieme
    ristorante affetto e poi un bacio
    calore di voglia non sopita.
    Notti discese su abbracci dolci
    che domani è fatica.

    Domani è vita ancora e amore continua
    e diversi cieli torneranno caldi
    o cieli lenti e dolci
    e tempi scorrono e tornano
    finché ci sarà amore!
    Composta venerdì 6 giugno 2014
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      Scritta da: Steve BOTTY
      in Poesie (Poesie personali)

      L'attesa

      Rinchiuso
      nei profondi labirinti della buia terra
      Scavo
      con la bocca alla ricerca d'ossigeno di luce
      I miei arti diventati radici
      mi nutrono con la loro linfa
      Spinto
      dalle orgiastiche zolle del passato
      Striscio
      tra gli indifferenti solchi del presente
      Frano
      cieco e senza corpo
      un attimo in superficie
      per essere sepolto.
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        Scritta da: Stefano Medel
        in Poesie (Poesie personali)

        La libertà un po' ogni giorno

        La libertà,
        non è mai certa,
        non è mai garantita,
        non è mai una cosa sicura,
        la libertà, si difende un po' ogni giorno;
        contro le parole stupide,
        i giudizi idioti,
        le manovre e i calcoli,
        di chi,
        vuole far e il furbo,
        e comandare;
        la libertà,
        è un lungo cammino,
        una lotta continua,
        almeno,
        da noi.
        Composta lunedì 9 giugno 2014
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          Scritta da: Enzo Di Maio
          in Poesie (Poesie personali)

          Interprete & scrittore

          Se credi di aver scritto su di un libro
          tutte le pagine della vita
          sbagli, tutto è ancora aperto,
          non è finita.

          Dopo una pagina c'è sempre un'altra pagina,
          tutto va scritto e niente deve risultare assente,
          ogni cosa va li, come indelebile presente.

          Di ciò che è stata un'esistenza rimane sempre traccia
          e di te si continuerà a parlare,
          non importa se ciò ti piaccia
          è solo l'inevitabile storia della tua presenza.
          Un romanzo, una commedia,
          a volte un dolore o una tragedia,
          oppure poesia, dove tu sei scrittore
          ma anche, inevitabilmente, attore.

          Niente rimane ignoto,
          che tu sia stato l 'ultimo
          o il più ' noto dell'universo
          ci sarà sempre almeno uno
          che spenderà per te almeno un verso.

          Nel mistero della comune via
          siamo come perenni passeggeri di una funivia,
          mentre una scende l'altra sale
          e per un istante, almeno un sol momento
          degli occhi incroceranno altri occhi
          e ricorderanno quegli occhi.

          Così è scritto, così è sempre stato,
          così sia.
          Composta domenica 8 giugno 2014
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            Scritta da: Stefano Medel
            in Poesie (Poesie personali)

            Guardo la notte

            Guardo la notte,
            col suo velo nero,
            il pensiero si perde,
            nell'eternità della notte;
            con le sue luci fioche e
            pallide,
            le insegne al neon,
            i cartelloni illuminati,
            le pubblicità,
            i semafori monocoli;
            guardo la notte,
            e vago col pensiero,
            fino a te,
            che non ne sai nulla.
            Composta sabato 7 giugno 2014
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              Scritta da: Raffaele Feola
              in Poesie (Poesie personali)

              L'impossibile passato in un assurdo futuro

              L'impossibile passato
              in un assurdo futuro.

              Emaciata e aberrante
              una Dea corrosa dal tempo
              rintuzza la frenesia di esuberanti
              e voluttuosi brividi,
              e lacera i lembi di inutili vesti
              bianche e trasparenti,
              cosparse di profumi
              arroganti e minacciosi.

              Magro bottino per
              la sovrana del piacere,
              per lei solo sguardi silenziosi,
              e abbracci fragili e bramosi,
              persi nell'austero Universo,
              dall'assordante buio
              e dalle irraggiungibili
              e misteriose luci.

              Oscuri barlumi di vecchi
              chiarori sopiti,
              derisi e persi in un presente
              avvolgente e stridente,
              soffocante e arido,
              come un riarso deserto
              ricoperto di miraggi
              e soffocanti arsure.

              Donna e Vita, vita e piacere,
              imperterrite fuggono
              celate sotto strane
              e astute sembianze,
              lasciando solo aridi futuri
              aspersi di sterili fiori,
              di vane speranze
              e fragili bagliori
              di impossibili felicità.
              Composta sabato 7 giugno 2014
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                in Poesie (Poesie personali)

                Il vagito di mio nipote

                Appena nato
                dal grembo strappato
                ebbi un vagito urlato
                ma poi d'incanto
                in un abbaglio di luce
                mi acquietò una voce.
                Eri tu,
                dolce neonatologa,
                che mi visitavi
                ma tanto mi rivoltavi
                e già tra me pensavo...
                dammi tempo
                e per natio desio,
                appena più grande,
                ti strapazzerò io
                con rime baciate,
                atavica mania
                di fare poesia,
                perché la tua dolcezza
                è un fiore
                che inebria le menti
                e intenerisce i cuori,
                ingelosisce le mamme
                e invaghisce i papà
                ma fa tanto ammattire
                quel brontolone di mio nonno.
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