Appena nato dal grembo strappato ebbi un vagito urlato ma poi d'incanto in un abbaglio di luce mi acquietò una voce. Eri tu, dolce neonatologa, che mi visitavi ma tanto mi rivoltavi e già tra me pensavo... dammi tempo e per natio desio, appena più grande, ti strapazzerò io con rime baciate, atavica mania di fare poesia, perché la tua dolcezza è un fiore che inebria le menti e intenerisce i cuori, ingelosisce le mamme e invaghisce i papà ma fa tanto ammattire quel brontolone di mio nonno.
Commenti