Poesie personali


Scritta da: Fragolosa67
in Poesie (Poesie personali)

Europa

Sotto un cielo di blue profondo
nasce luce di dodici stelle sono
corona che porta la gloria,
forza, coraggio e unità di messaggio.

Fanciulla distinta la indossa e risplende
lunghi e bellissimi ha mori capelli.
Scarpe non porta ma bianca ha la veste
allarga le braccia e raccoglie la gente.

Comune trattato ci lega lei dice
Poi arrossisce e sorride.
Giovine donna di grande coraggio
regole e leggi con forza sostiene.

Europa è il suo nome e
canta speranza
foglie di euro sparge con grazia
in un cortile con solo una pianta.

Raccoglierli vuole ognun che li vede
ma lei li calpesta e dice a ogni uomo:
Figlio mio caro ti voglio al lavoro
questo che vedi è comune tesoro.

Guadagna, ricava e portane ancora
per rendermi solida e grande padrona.
Composta sabato 7 giugno 2014
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    Scritta da: Luigi Berti
    in Poesie (Poesie personali)

    L'oscurità

    Sei sempre stato un grande uomo,
    che tutto il mondo vorrebbe avere,
    un padre da invidiare un marito fedele,
    un amico sempre pronto sincero e leale,
    te ne sei andato non per tuo volere,
    perche il signore ha capito il tuo valore.

    Piangono i nostri cuori lacrime vere,
    bagnano questi fiori sopra il capezzale,
    il paese tutto intero ti ha voluto salutare,
    la dipartita è stata dura combattuta dal male.

    È un tormento sentirsi vivo e morire dentro,
    l'ultimo sospiro che ti porti appresso toglie il fiato,
    il pianto non tocca terra rimane sospeso come una bolla,
    l'oscura falce della morte sopprime la vita senza risposte.
    Composta sabato 7 giugno 2014
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      Scritta da: Caraddia
      in Poesie (Poesie personali)

      Notte

      Discende silenziosa nei meandri
      sinuosa come i lembi della veste
      che si indossano nel buio della stanza
      e nel flusso delle sete
      la luna riflette i suoi spettri
      pallida nel suo candore.
      Tacita e delicata
      fende l'aere immenso
      cinge le umide spalle degli amanti
      di un amore ormai asperso
      bagna le fronde degli animi
      e li purifica.
      Lenta sovrasta sui colli
      fredda scorre sui monti
      e di un dolce sapore consola il sonno aguzzo degli inerti
      il destarsi agitato dei fanciulli
      il calare mesto della vitale luce.
      Dei suoi baci si nutre il pudore morto
      ferito
      leggiadro.
      Ammirata nel suo colore
      l'aurora spezza il vivido cobalto
      desiderio degli affannati respiri che attendono l'amore amaro
      sangue degli infelici soli.
      E poi, lesta e muta
      giunge all'albeggiare morto
      così fugge
      misera e crudele
      così sparisce ai miei sguardi
      inafferrabile.
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        Scritta da: Lorenzo Arcaleni
        in Poesie (Poesie personali)

        Paradiso infuocato

        La spada deve bruciare
        anche se riposta nel fodero.
        La luce splendere
        anche se la nebbia
        attanaglia l'uomo alla propria pietra.
        Il paradiso ha le porte in oro
        per chi ha la pace
        nel cuore e nel corpo,
        e all'Inferno tutti cantano
        di un luogo dimenticato
        che il sole ha illuminato.
        La notte è buia,
        il giorno lontano,
        la vista annebbiata,
        ma la fede arde
        sebbene il fodero sia rotto.
        Composta venerdì 6 giugno 2014
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          Scritta da: Lorenzo Arcaleni
          in Poesie (Poesie personali)

          Eternità nell'uomo

          La silente natura contempla il vento,
          l'aureo mendicante dalla sacca
          piena dei nostri sogni.
          Mosse da un canto gioioso
          le foglie annuiscono alle molteplici vite,
          volteggiando tra l'azzurro cielo
          si inchinano al suono delle ore.
          Creature incantate si muovono
          per opera della maestosa aurora,
          colei che squarcia l'aria
          intrisa di un profumo perduto.

          Aura di pace sognatrice,
          i sensi si placano
          tra l'uomo e il mondo.
          Come un soffio,
          egli continua imperterrito
          nella sua cosmica virtù,
          i suoi occhi trasmettono l'eterna luce
          a chi ha perso il volto
          tra i cespugli incolore.
          Nel verde mare,
          tra antiche parole e antichi canti,
          si odono i mille suoni,
          mentre l'occhio osserva
          le miriadi colorazioni in riverbero.

          Perduto nel bosco,
          la via non si sente,
          non la si percepisce
          se non con i propri occhi.
          Un attimo
          e l'acqua si congela di morte,
          un attimo
          e il fuoco si bagna di vita.
          Composta venerdì 6 giugno 2014
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            Scritta da: Lorenzo Arcaleni
            in Poesie (Poesie personali)

            Versi in Luce

            Solo la sabbia ha il potere
            di spegnere il nostro desiderio
            di volare oltre il mare di ghiaccio.
            C'è, dentro il mondo,
            un passaggio arcaico per la terra dei vivi,
            teschi e ossa a ricomporre
            il mosaico della vita.

            Deliziatemi con i versi appesi
            nei vostri occhi lucenti,
            le parole ingombranti tra le menti,
            l'usignolo bruciato dal freddo
            dei nostri sguardi verso il cielo.
            Abusate della pioggia elettrica,
            delle matriosche in evoluzione,
            dei boschi pietrificati
            sopra coltivazioni di fuoco.
            Adornate le ombre di luce,
            la luce di saggezza
            e la morte sarà il volto
            dell'angelo crocifisso.
            Composta giovedì 5 giugno 2014
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              Scritta da: Lorenzo Arcaleni
              in Poesie (Poesie personali)

              Destino tra le remote sabbie

              Danzano tra le nebbie
              gli oscuri passi velati
              dell'uomo corrotto
              tra gli specchi rotti,
              destato dal sonno
              il reale, antico splendore
              di una città soffocata
              dall'oro colato.

              Catene arrugginite
              lasciate tra i passi bianchi,
              bloccano lo sbocciare
              di quei fiori appassiti dal tempo,
              non sono che la rievocazione
              della natura incorruttibile
              nell'anima incandescente.

              Ci consola l'animo
              la madre dell'uomo, perso
              dentro i suoi oscuri cerchi,
              resuscitato dai cadaveri ambulanti
              di spiagge sporcate dalla notte.
              Nell'uomo confluisce il destino
              di assaporare per l'ultima volta
              lo sconfinato universo
              del suo essere.
              Composta mercoledì 4 giugno 2014
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