Scritta da: Giovanni Serra
in Poesie (Poesie personali)
Il Potere
Arranca storpio l'essere,
inebriato di pura utopia
conscio di sola materia
rarefatto da mari di cupidigia,
estremo mercante d'enfasi.
Commenta
Arranca storpio l'essere,
inebriato di pura utopia
conscio di sola materia
rarefatto da mari di cupidigia,
estremo mercante d'enfasi.
Con la diva di Omero
a cantar Achille
furon le gesta a far scintille,
di poi con le Muse di Esiodo
furon gli dei a lanciar faville
sicché dal mar di Lesbo
emerse d'incanto
di una sirena il canto
con la passione di Saffo
che ancor i versi incanta,
finanche Alceo l'amante
mentre Anacreonte cantor
con il vino brinda all'amor.
In volo pindarico siamo
ad Eschilo, Sofocle ed Euripide
in cui c'è sol tanta tragedia,
ma da Erodoto, Tucidite
e Senofonte inizia pure la storia
con la mitica scrittura di Platone
che nell'allievo Aristotele
divien perfin scientifica.
Dalla filosofia alla natura
tra i fiori dei campi
spuntan gli idilli di Teocrito
ed è poesia bucolica,
ma è la cura di Callimaco
a sublimare la poesia
con la raffinatezza dell'elegia.
Qui nasce la poesia latina
con l'odi et amo di Catullo,
indi dalla Delia di Tibullo
alla Cinzia di Properzio,
dopo la ratio di Lucrezio,
è ars amatoria con Ovidio
che gli costa la relegatio
mentre con il labor limae
la scrittura di Orazio
assurge ad ars poetica
e a noi comuni mortali
rimane Cicerone
a tediarci con le versioni.
Da Omero a Ennio si passa
dal padre della scrittura
al pater della letteratura,
ma è Virgilio a sintetizzar
la classica cultura,
dove affonda le sue radici
la feconda lingua italica
ispirata dall'eccelso Dante,
padre nostro terreno.
E così dal dolce stil novo
spunta l'italica lingua
a cantar l'amor per il bello,
quell'idea in Platone,
che si spiritualizza in Dante,
si enfatizza in Petrarca
e si materializza in Boccaccio.
Nella sintesi letteraria
vien adesso il Poliziano,
raffinato poeta docente
e professor dè Medici
poi Bembo, Ariosto e Tasso
sono la propaggine letteraria
dell'arte rinascimentale e,
infin, dal barocco di Marino,
si vola all'infinito di Leopardi
nei cui versi è dolce naufragar,
ma è dei promessi sposi
che non v'è più traccia e qui,
a mò di don Abbondio,
è la morale che si lava le mani.
A concluder la carrellata
ecco l'irrequieto Foscolo
a cui tanto somiglio
perché in me rivive
quello spirito vitale
che anela alla quiete
dopo una vita in tempesta
tra perigli e battaglie
e che in versi enfatizza
l'amore fraterno.
Lui ebbe Giovanni,
giocatore morto a Venezia
nel fiore degli anni,
io ho avuto Mario,
il fior fiore dei giocatori,
venezian d'adozione,
che da tempo m'ispira
per farmi diventar
autentico scrittore
ma, tra calcio e carte,
schedine e casinò,
penso che mi resterà fama
di enciclopedico giocatore.
Ho estirpato la gramigna dal mio campo,
al suo posto ho piantato una bianca rosa,
ma la gramigna e ' cresciuta ancora
ed ha ucciso la mia rosa.
Ho estirpato ancora la gramigna dal mio campo,
al suo posto ho piantato una gialla rosa
ma la gramigna, una volta ancora, è tornata
ed ha ucciso la mia rosa.
Ho tolto ancora e ancora la gramigna dal mio campo
e questa volta ho piantato una scarlatta rosa,
forte, come non mai, e con spine grandi e arcigne,
ma la gramigna è tornata e ancora, ancora, ancora
ha ucciso la mia rosa.
Del perché ho chiesto al saggio contadino:
"vecchio, perché la gramigna uccide le mie rose?"
"E tu", con aria seria rispose al mio dilemma,
"non uccidi forse la gramigna per far posto alle tue rose?"
"Se la rosa ha la sua terra la gramigna ha la sua terra,
dai al tuo seme la giusta terra e questo ti donerà il suo fiore"
"a tutti in questo mondo è assegnato un ruolo,
e niente nel disegno del creato e'superfluo o sprecato.
Se la rosa ti donerà' bellezza ed i suoi odori
la gramigna lenirà' e curerà il tuo spirito e i dolori.
Metti le braccia intorno
a me, e mi sentirò a casa
metti le braccia intorno
a me, e non sentirò più
tormento, ma pace
dentro
il sole sta riempiendo
la stanza, la luce ci
illumina, siamo angeli
dalle ali spezzate
stammi vicino, ho problemi
a respirare ho paura di
non riuscire a volare
metti le braccia intorno
a me... ti darò tutto
quello che sono
delicatamente ti darò
il mio cuore
cambiamo tutto quello
che eravamo che siamo
e insieme, vedrai
che riusciremo a
prenderere
il volo.
Tutto bruciato, ancora cieli neri,
è dolore sparso dal cuore rotto.
Vuoti, incomprensioni, silenzi ancora.
Muri dove stanco mi scaglio ancora
ancora a voler graffiar via dolore.
Cenere tra le mani mentre tu vai,
guardo quel punto che via s'allontana.
Urlo cade una lacrima di pietra.
Adagiami,
o notte su un morbido giaciglio
che prenda subito
la forma dei miei sogni.
Liberali,
nello spazio senza tempo
e mandali incontro a te
nell'azzurro del risveglio,
quando sarà il canto di usignoli
a regalarmi il buongiorno!
Lente trascorrono queste ore
In cui le lacrime piovono sui giorni
e verrà un angelo che
con lieve soffio ti porterà
oltre quelle nuvole di zucchero filato.
Sei leggera ormai,
piuma fra le piume,
le tue gambe stanche,
sono fragili ramoscelli,
le tue mani scarne
hanno ancora la forza di accarezzarmi,
i tuoi occhi non nascondono
il dolore di non potermi stare accanto
e la tua voce ad un tratto ritorna bambina.
E in quell'attimo sublime
in cui pronuncia la parola più bella
la mano che tanto ti amò prende la tua
per condurti attraverso i sentieri a te destinati.
Stagioni più non si alterneranno
e potrai sederti a riposare
su bianche rive
e verdi prati senza spine.
Cantami ancora una volta
una ninnananna dolce.
In silenzio l'ascolterò
e ne farò poesia!
Danzerà il mio cuore
al suono della tua voce,
e felice bambino tornerà
come ai primi vagiti
fra le tue braccia!
Canterò io per te, mamma
e, forse, mi addormenterò!
Coprimi con il tuo sguardo,
accarezzami con la tua voce
e assapora la dolce essenza
dei miei baci che ti parlano d'amore.
Con le tue labbra,
disegnami sulla pelle
tutti i sogni
che respiri dal mio petto.
Svegliami domattina
con lo stesso sorriso
che mi hai donato nello scorrer della notte
perché possa farne scorta per il dì!
Sulla collina al chiaro di luna
sotto una vecchia quercia
i nostri corpi nudi
percorrono antichi brividi
accarezzati da morbida erba
fermi in silenzio
avvolti in una sinfonia dimenticata
di suoni: fruscii, sussurri, versi e rumori
abbracciati, ricordiamo leggende
storie di tempi remoti
di fantasmi e altri strani esseri
il nostro piacere
mescolato ai profumi del sottobosco
emana sensualità quasi palpabile.
Baci voluttuosi
ci colgono di sorpresa
nella parte più fisica della nostra identità
risvegliandone gli impulsi primordiali
una potente misteriosa energia
ci accompagna alle prime luci dell'alba
stimolando un insaziabile desiderio d'amore
che ci unirà per sempre.