Poesie personali


Scritta da: Aquilablu59
in Poesie (Poesie personali)

Ehi io ci sono

Amo le persone che non si fanno pregare,
quelle che sanno ascoltare,
quelle che con un sorriso ti accarezzano il viso.
Quelle che non hanno bisogno di mentire,
che sono se stesse perché hanno il coraggio di esserlo.
Quelle che non hanno bisogno di maschere,
perché sono vere.
Che sono presenti, oltre il tempo e lo spazio,
quelle che dicono: "ehi, io ci sono".
Composta mercoledì 12 maggio 2010
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    Scritta da: Giulio Senzacqua
    in Poesie (Poesie personali)

    La Vanità

    Un grosso bruco sun’gerso  camminava
    passando su una tenera fojetta
    stava li per fassene na fetta.
    Quanno senti la fronna che se lagnava,
    perché fai questo? è nà viltà.
    So fresca e bella
    so piena di vitalità,
    vattene via ,vattene più in là
    non so pe te, non so quella …
    no me poi rovinà.
    Er bruco a sentir quanto detto
    rimasto un po’ sorpreso  da tanta vanità,
    alzatosi su due piedi retto,
    rispose alla fronna  con tanta falsità:
    bella mia, la vita non lo fatta io
    e tu lo sai quanno anch'io ce tengo,
    solo a vedette io svengo,
    e poi non è detto core mio,
    anzi te vojo  fa più bella,
    te vojo fa un piacere, te vojo ncornicià.
    Da oggi sarai nà stella,
    che tutte le fronne te devono ammirà.
    Chiese la fronna un po’ curiosa :
    perché tu sa fa questo?
    Me poi fa radiosa?
    me poi fa cambià d’aspetto?
    Certo  rispose  er bruco,
    ma dovrai soffri n' pochetto,
    ma se lo dovemo fa, famolo  presto
    l’ora è tarda e devo annà a letto.
    La fronna je rispose:
    Si famo presto
    non ti darò più noia.
    Er bruco defilato detto questo,
    se mise a contorna la foglia
    e poi je fa: che tavevo detto?
    Sembri n'antra, sembri fatta apposta,
    da oggi te poi vantà  ciai puro er merletto.
    Composta sabato 30 novembre 1985
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      Scritta da: Giulio Senzacqua
      in Poesie (Poesie personali)

      Du lumache e la politica

      Dù lumache, un giorno che pioveva,
      s’encontrano pè strada
      se guardeno, se salutano.

      Una delle due dice:
      certo che la vita nostra è pè la storia.
      Perché je rispose l’altra tutta curiosa.
      Come non vedi?  dove passamo
      lasciamo er segno.
      E' vero rispose l’altra, tutta impettita,
      chi mejo de noi sa fà questo.
      Nel frattempo passa n' omo
      se china e le riccoglie.
      Finite dentro ar secchio,
      se guardano, e una delle due dice:
      che te dicevo? è nà soddisfazione
      Ce vonnò riunì pè facce fa n’ discorso.
      Composta mercoledì 30 novembre 1977
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        Scritta da: Aquilablu59
        in Poesie (Poesie personali)

        Un alito di vento tra i colori dell'arcobaleno

        Quel muro alto che avevo alzato
        in tanti anni era crollato davanti a te.
        Ero in attesa da troppo tempo
        e ancora speravo nel sentimento.
        Puerile come un bambino,
        forse incantata in un mondo di fiabe.
        Percorrendo quell'illusione...
        ero già avvinta in quell'amore.
        Perduta la strada della ragione,
        iniziai ad assumere quella sostanza,
        come qualcosa di proibito.
        Dove era vietato non farne a meno,
        e mi sentivo ebbra di te.
        In quella assurda erotica tenerezza,
        sfiorai la fissazione, inciampando nella follia.
        Fu così forte l'uragano, inaspettato, violento,
        che non riuscii a trovare riparo.
        Come un fuscello mi trasportò.
        E poi venne l'arcobaleno,
        che in un alito di vento mi tramutò.
        Composta martedì 4 luglio 2017
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          Scritta da: Nataly Laganà
          in Poesie (Poesie personali)

          Il tredicesimo comandamento

          Quando furono scritte le tavole della legge
          deve esser successo un imprevisto,
          altrimenti non si spiegherebbe
          questo incredibile sinistro.
          Ci sarà una logica spiegazione,
          sarà finita la pietra...
          o son io che comprendo per negazione.
          Cambiamo questa vita tetra
          e ritroviamoci in un'altra dimensione.
          Chissà perché ci fa tanto spavento,
          riuscire a superare la paura di amare.
          Il tredicesimo comandamento
          è "non odiare".
          Composta sabato 25 aprile 2020
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            Scritta da: Daniela Cesta
            in Poesie (Poesie personali)

            Pensiero pomeridiano sotto il coronavirus

            Nel silenzio di primavera, in un pomeriggio assolato
            sono in ascolto, del cinguettio degli uccellini
            il garrire festoso, di uno stormo di rondini

            ma il suono melodioso di una cinciallegra
            mi fa voltare verso un albero, armonia variegata
            da suoni diversi, a seconda delle situazioni.

            Il canto musicale di una capinera è inconfondibile,
            ella non canta quando è in volo, ma mentre è su un ramo,
            ferma e tranquilla, allieta soddisfatta coloro che l'ascoltano.

            Ma all'improvviso il canto del rondone, acuto, stridulo,
            molto lungo, essi sono sempre in volo,
            si posano nei nidi solo per deporre le uova,

            dunque se vedete un rondone in terra, aiutatelo perché
            significa che è in difficoltà!
            Ohooo sento il cuculo con il suo verso ritmato, cu cu... cu cu,
            amo il cuculo, il suo canto accompagna me

            da quando ero bambina, allorché mia nonna,
            raccontava filastrocche su di lui, maggio e il canto del cuculo,
            sotto il caldo sole lucente e caloroso

            nelle giornate lunghe dove sembra che,
            il sole non tramonti mai, tra sbuffi di vento dispettoso,
            nuvole ballerine e il verde smeraldo

            che riempie i nostri occhi e colma il cuore di gioia.
            Il virus uccide gli esseri umani ma non la natura
            che rimane intatta, nella sua bellezza di sempre.
            Composta venerdì 1 maggio 2020
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              Scritta da: Aquilablu59
              in Poesie (Poesie personali)

              Ti sento

              Ti sento come mare,
              quando bagna la sponda,
              e poi la lascia andare.
              Ti sento come pioggia,
              quando scende dal cielo,
              e si disperde sul terreno.
              Ti sento come vento,
              quando scuote gli alberi,
              e li fa tremare.
              Ti sento nella tua assenza,
              forte come presenza.
              Ti sento come sangue,
              al sommo del cuore.
              Ti sento nell'aria,
              anche se non ci sei.
              Ti sento per non lasciarti andare
              dove non vorrei.
              Composta domenica 27 marzo 2016
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                Scritta da: sossio
                in Poesie (Poesie personali)

                È accaduto

                È accaduto
                forse un giorno, una notte
                al risveglio
                sentire il silenzio della città vuota
                percepire un mare di solitudine
                il ricordo recente della fine
                di un tempo non molto lontano
                è accaduto, rinchiusi,
                lontani dagli umori
                dal fremito incessante,
                ecco siamo caduti nell'oscuro vuoto della inquietudine
                è da qui che bisogna ripartire per uscire dal nostro angoscioso deserto
                iniziare la nuova via della speranza
                io so di poterlo accettare il vuoto
                quest'assenza tutto intorno
                in questa pandemia incontrollata
                ti son vicino e tu mi sei lontana
                averti accanto a me, un giorno intero
                vorrei, per ricordarti l'indomani.
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