Poesie personali


Scritta da: Stefano Medel
in Poesie (Poesie personali)

In febbraio

Mattina invernale,
di febbraio,
carnevale nell'aria,
sapore di bugie,
scherzetti o dolcetti;
nuvole basse enormi,
premono sulla terra,
e adombrano il sole
tiepido appena;
mucchietti di neve agli
angoli delle strade,
gelo e vetri gelati;
sperando in una giornata di sole
il tempo passa lento
e assonnato; inverno.
Composta sabato 7 febbraio 2015
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    Scritta da: Romana
    in Poesie (Poesie personali)

    Le nostre orme

    Corpo mio coperto da profonde
    crepe; piccole a formare un
    mosaico sulla mia pelle.

    Pelle mia che a piccoli pezzi
    ti scopri alla verità, alla luce
    che non vuole ombre e cerca
    anche nel profondo dell'anima.

    Dentro di me le sofferenze gridano
    il dolore di un finito canto che radioso
    mi aveva preso il cuore e dolce delicato
    mi faceva volare con grandi ali bianche
    nel infinito cielo.

    Cerco le nostre orme e non le trovo mentre
    un profondo silenzio scende a farmi male e un
    accorato pianto stilla sul mio viso gocce di
    sale che scendono piano a bruciare le mie
    guance.

    Orme cancellate da acqua impetuosa
    che porta via tutto e le depone fra sterpaglie
    e foglie morte. Sogno di uno spazio breve fra
    due cuori, due luci che come un batter d'ali
    si sono perse, si sono allontanate per sempre.
    Composta venerdì 2 maggio 2014
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      Scritta da: PoetaMaryG.
      in Poesie (Poesie personali)

      Io, un pensiero e una speranza

      Nelle tarde luci
      di un mattino d'estate.
      Aroma di caffè
      si perde tra pensieri e speranze.
      La finestra di cucina
      fa da cornice al silenzio
      del mondo fuori casa mia.
      Non c'è la vecchietta col cane.
      E nemmeno il rumore dell'apino truccato.
      Un gatto
      forse...
      in lontananza!
      Insieme,
      io, un pensiero e una speranza
      persi ormai in una tazzina quasi vuota
      di un caffè ristretto.
      Composta venerdì 5 luglio 2013
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        Scritta da: Rocco D. Salerno
        in Poesie (Poesie personali)

        Sofferenza delle stelle

        Grido il mio nome al cielo
        con tutto il fiato che ho in corpo.
        L'urlo mi muore in gola,
        la testa esplode e gli occhi si colmano di lacrime.
        Alzo le braccia verso l'oscurità dell'universo
        cercando una risposta che magari nemmeno esiste.
        Fissando la volta celeste
        mi resi conto della mia idiozia.
        Con quale arroganza mi trovo qui
        alzando la voce verso le stelle.
        Io insignificante essere umano
        son meno che polvere in loro confronto.
        Che sarà mai la mia banale vita
        comparata alla loro bellezza divina
        condannate a brillare in solitudine per l'eternità.
        Composta domenica 11 gennaio 2015
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          Scritta da: Rocco D. Salerno
          in Poesie (Poesie personali)

          Odissea d'emozioni

          Salpando per il mare dei miei ricordi
          come sogni affidati al mare
          all'interno di una bottiglia,
          mi lasciai trasportare dalle onde
          abbandonandomi completamente ad esse.
          Arrivai in una bonaccia di pensieri,
          ovunque attorno guardavo nient'altro che orizzonte.
          Inaspettatamente una brezza di preoccupazioni iniziò a soffiare
          e senza nemmeno accorgermene mi ritrovai in una tempesta di emozioni.
          Affrontai le onde sfidando il cielo,
          risposi ai fulmini senza paura
          esigendo il peggio che riuscivano a scatenarmi contro.
          Non so quanto tempo rimasi incosciente,
          in balia di me stesso.
          Mi svegliai ché il cielo era sereno.
          Disperso dentro me stesso
          cercai conforto nei raggi di sole.
          Il calore sul volto mi dava conforto
          giochi di luce in acqua formati
          m'incitavano a non lasciarmi andare.
          Senza idee ne meta,
          vagai tra le mie memorie,
          zingaro del mare, vagabondo d'emozioni.
          Una musica soave catturò la mia attenzione,
          voltai la testa ed affinai lo sguardo.
          Mai, io capì cosa voi realmente foste.
          Spuma di onde e lingue di pietra,
          splendide creature lì sopra adagiate,
          voce armoniosa ed ingannatrice.
          A voi mi chiamavate tendendomi un agguato,
          subito mi allontanai con senso di repulsione,
          etichettandole diaboliche creature tentatrici.
          Mentre tra noi la distanza si ampliava
          con senso di rancore ed amarezza
          non potei fare a meno d'ammirarle.
          Ed eccomi di nuovo lì,
          disperso in mare,
          frustato e stanco alla ricerca di un perché.
          Alla fine calò la nebbia,
          espandendosi arrivò a fondersi con l'orizzonte
          divenendo tutt'uno col cielo.
          Tutto intorno a me scomparve 
          divorato dalla foschia.
          Dal nulla apparve qualcosa di familiare,
          era un volto, chissà,
          forse soltanto due occhi.
          Se miraggio o immaginazione 
          non so cosa fosse.
          Conoscevo quegli occhi,
          gli stessi di chi chiamavo amore.
          Non erano come li ricordavo,
          apparivano come sguardo di sconosciuta.
          Mi fissava come se non sapesse chi io fossi,
          maledetti occhi come lame,
          capaci di riaprire cicatrici,
          riducendo brandelli vecchi sentimenti.
          Impotente di fronte a lei
          incapace di una reazione,
          mi sentivo orrendamente umiliato.
          Fulmine al ciel sereno,
          mi si accese il lume della ragione,
          senso di quest'odissea d'emozioni
          fu trovare una risposta nei setti mari del mio io.
          Inaspettatamente spuntò il sole,
          che le paure portò via,
          ed anche quegli occhi andarono diradandosi
          così come la foschia.
          La mia avventura è ormai finita,
          il battesimo del mare così
          come il primo amore dimenticar non si può.
          E se l'amore è un mare di emozioni,
          chi mi dice che la rotta già battuta fosse la migliore.
          Se non amplio i miei orizzonti
          come farò a scoprire l'esistenza
          di mari più grandi, abissi profondi e oceani violenti.
          Composta martedì 3 febbraio 2015
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            Scritta da: Rocco D. Salerno
            in Poesie (Poesie personali)

            Bianca coperta

            Apro la finestra al mio risveglio
            bella la neve.
            Nessun rumore, tutto tace
            adagia sui tetti si posa
            fioca fioca cade giù.
            Tendo la mano,
            gelide farfalle
            in caduta danzante
            riempiono il palmo.
            Candida neve soffice e fredda,
            discendi dolcemente
            e rendi tutto più bello.
            Bianca coperta
            che questo mondo di merda copri.
            Composta giovedì 5 febbraio 2015
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