Poesie personali


Scritta da: Rossella Porro
in Poesie (Poesie personali)

Ditele

Siamo fatti di cielo
non di terra
quella terra umida e fredda
che in una sera d'inverno
ti ha spezzato il cammino.
Siamo fatti per il cielo
non per la terra
ditelo alla madre
che intona un mesto canto
ditele che la terra è della terra
ma gli occhi sono del cielo.
Cingetele il petto
perché non senta il freddo
dell'assenza
colmate i suoi occhi vuoti
ditele che siamo fatti per il cielo
non per la terra
perché il dolore
s'acquieti
il pianto si plachi.
Ditele che del cielo
non della terra
è il suo inconsolabile canto.
Composta mercoledì 4 febbraio 2015
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    Scritta da: Barbara Brussa
    in Poesie (Poesie personali)

    Figlia della Luna

    Certi amori appartengono al sogno
    Si vivono con l'anima
    e si possono narrare solamente
    con mille sospiri di candide nuvole

    Si tengono per mano
    liberi di essere
    in altre altissime dimensioni
    in altri cieli dipinti
    di un blu più profondo

    Certi amori sono troppo grandi
    per potersi adattare
    ai ristretti limiti umani
    Liberi di essere altrove
    senza poter mai essere qui

    Lei che è figlia della luna
    continua a filare con raggi di seta
    la tela del sogno
    Sdraiata ai bordi della notte
    sotto a una coperta di stelle

    E l'alba d'ogni tempo
    sempre la vedrà
    destarsi nel pianto.
    Composta mercoledì 29 gennaio 2014
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      Scritta da: Barbara Brussa
      in Poesie (Poesie personali)

      Vivo sottovoce

      Avanzando in altri luoghi,
      inghiottendo nere parole
      e scandendo cupi pensieri,
      incontrai il silenzio
      e follemente me ne innamorai.

      Nella consapevolezza
      d'esser nata
      per vivere sottovoce,
      mi muovo discreta
      su forti passioni
      e ovattate speranze.
      Custodendo nell'intimo
      i miei valori e princìpi,
      sorrido all'amore
      e all'amicizia.

      Libera.
      Libera dall'inconsistenza
      di tante, troppe voci urlanti;
      libera dal rumore sordo
      del rancore e dell'odio,
      che sfregiano la delicata bellezza
      di un sano e puro silenzio
      che, al di là delle parole,
      sa ben raccontare.
      Composta martedì 29 aprile 2014
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        Scritta da: Barbara Brussa
        in Poesie (Poesie personali)

        Com'è triste Venezia

        Com'è triste Venezia
        nel canto solitario del gabbiano
        che vaga senza meta

        Com'è triste
        il suo tramonto
        che piange sguardi d'amor perduti

        Lacrime di luna
        scintillano sul Canal Grande
        e il sospiro del vento
        fa tremare i vetri
        d'un cuore in frantumi

        Com'è triste Venezia
        quando l'abbraccio d'anime si scioglie
        tra le fiamme d'un addio silente
        che tutto incenerisce
        tranne la mestizia del ricordo.
        Composta giovedì 29 maggio 2014
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          Scritta da: Barbara Brussa
          in Poesie (Poesie personali)

          Disillusa

          Era fatta di fragili respiri
          e di sconfinati,
          irraggiungibili voli di farfalla.
          Vestiva di rosa
          tutto il suo piccolo mondo,
          e danzava su frammenti di parole
          che parevano lucciole di magia.

          Lei,
          che non voleva il tuo cuore
          ma il tuo batticuore,
          a scandire il ritmo d'amore
          sul tempo della vita.

          Era così bella,
          nella sua ingenuità che le dipingeva
          arcobaleni negli occhi
          e stelle cadenti nel cuore.

          Dio se era bella...
          prima che arrivassi tu,
          a macchiare di nero i suoi sogni,
          a sbavarle di amarezza le labbra,
          ad allagarle lo sguardo di malinconia,
          a cucirle addosso la consapevolezza
          che esiste solo ciò che nel profondo si sente.

          Disillusione.
          Composta mercoledì 13 agosto 2014
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            Scritta da: Barbara Brussa
            in Poesie (Poesie personali)

            Lei era

            Si muoveva lenta
            col passo che affondava
            fin nel cuore delle emozioni

            Si crogiolava
            su consapevoli illusioni
            di malinconica sognatrice
            alla perenne ricerca dell'oltre
            in un mondo che viveva stretto
            confinato nel "solamente questo"

            Accovacciata su speranze
            sfumate nel nulla che avanzava
            dipingeva sul volto dell'amore
            i colori dell'anima

            Aveva un cuore un po' ammaccato
            Un cuore che rinasceva
            ad ogni pallido sorriso della vita
            Aveva nulla fra le mani
            ma l'immenso negli occhi

            Lei c'era
            in un mondo che non la (ri)conosceva
            ma con quegli occhi colmi d'immenso
            volava perennemente altrove

            No non le importava di esserci
            lei desiderava semplicemente
            essere.
            Composta martedì 28 ottobre 2014
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              Scritta da: Mariella Mulas
              in Poesie (Poesie personali)

              Accorate riflessioni

              Cosa fare
              di questo turbinio
              di folle orrore
              che sposta speranza
              in supplica disperata.
              Ove e quando redimere
              caratteri, idee, propositi,
              azioni, parole
              in seguenti coscienze
              che riparino
              dalla furia del crimine?
              L'uomo, come immagine di Dio,
              o sbaglio della Natura,
              entrambi facciate ormai
              fuori da ogni senso
              limpido spirituale
              o trascinante alla genuinità
              di tenera anima.
              L'uomo, pare dedito
              a porre dominio come fosse lecito
              decidere l'attimo ferente
              della morte.
              Cosa fare, cosa sperare,
              cosa urlare,
              quanto piangere,
              quanto inveire,
              quanto disprezzare,
              come agire
              per porre fine alla ignominia
              del suo delittuoso pensiero?
              E la vita, intanto,
              continua a gemere
              la sua voglia di vivere,
              pur sapendosi sempre più perduta.
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