S'apparta e riflette, studia le mosse,
piange e poi ride, fa mille pensieri,
ti viene vicino t'accarezza le mani,
diventa normale... la pazienza.
Commenta
S'apparta e riflette, studia le mosse,
piange e poi ride, fa mille pensieri,
ti viene vicino t'accarezza le mani,
diventa normale... la pazienza.
Sembra di ieri il tuo sorriso.
Appena un cenno del paradiso.
Eco lontano di ciò che è andato.
Ma forse, ho solo immaginato...
Il paradiso di quel sorriso...
Ho dipinto un volto,
che non è stato.
Se il cuore
potesse parlare.
Se una lacrima
potesse farti capire
quello che porto
nel mio cuore
allora angelo mio
tu potresti sentire
quanto mi manchi.
T'insegnerò:
ad allacciarti bene le scarpe,
perché dovrai fare tanta strada;
ad essere semplice,
perché tanto la vita sarà complicata;
ad essere onesto sempre,
perché forse non ci guadagnerai molto,
ma almeno non perderai mai la tua dignità;
ad essere sempre uguale a te stesso,
sebbene sempre pronto a cambiare per poterti adattare meglio;
a rispettare tutti,
perché non esiste gerarchia nei cuori delle persone;
a sentire tutto,
ma ad essere sordo alle cattiverie delle persone;
a non avere paura del buio,
perché solo in sua presenza si vedono le stelle.
Figlio mio, non esisti ancora ma già vivo per te.
Due occhi azzurri nella tranquilla sera
fissavano le nuvole che seguivano il vento.
Era il ritratto di chi conosce le frontiere
di alberi secolari formando barriere.
Due occhi aperti alle ferite di ieri
davano l'addio al giardino senza ninfee.
Una rosa di plastica immaginava di essere vera
con il profumo perduto in nubi troppo nere.
I due occhi guardavano il sole che si nascondeva
in un orizzonte lontano con troppe fiamme accese.
L'uomo sognava di incontrarsi in piena primavera
mentre un bacio lo svegliava sotto una luna piena.
Era un venerdì santo di tanti anni fa
quando una donna nel silenzio mi disse:
"ti porterò nel cuore della strada
ti aprirò un sentiero nel deserto
ti amerò come le montagne
le radici primordiali del tempo".
La notte avanzò dolcemente nel silenzio
un cristo sulla croce dominava il calvario
la veronica contemplava il volto dell'uomo.
La stella del mattino rinacque ammutolita
sul volto in preghiera della vergine.
Era un venerdì santo di tanti anni fa
quando il cuore bagnato in un fuoco
iniziò a cantare la vita sbocciata in un fiore.
Ritornare a casa è ritrovare la vita.
Il mondo è grande per un uomo solo.
Ogni cosa ti parla di amicizia
guardandola da un balcone al sole.
Non possiamo vagabondare da soli
siamo nati per riempire i silenzi,
per leggere le rocce e il tempo,
per ascoltare il vento sussurrare dentro.
Quando la pioggia scende lentamente
la vediamo che purifica l'anima
dietro i vetri opachi di tristezza
della nostra finestra casalinga.
Ritornare a casa è ascoltare i fiori
raccolti da qualcuno che ci ama
per alleviare il nostro sudore
profumando il nostro amore.
Ritornando a casa ci sentiamo uomini
per saper ascoltare il battito del tempo
sentire balbettare le prime sillabe dei figli
leggere gli occhi della moglie che aspetta.
La casa serve per farci uomini in ascolto
di molte cose che ci parlano al cuore,
dove si comprendono tutti i dolori
facendo fiorire i nostri grandi amori.
Nel dovere di vivere,
raccolgo briciole di piacere,
bonariamente dalla natura lasciate cadere,
affinché il mio cammino potesse sembrare più facile.
Asia ama il rosso
vestita di petali di rosa
danza con il vento
al tramonto va nell'orto
si siede sotto il noce,
mentre guarda le sue zucche,
ricordando una favola dove diventano carrozze.
Asia sogna,
mentre il gatto rosso,
strusciandosi fa le fusa.
Un salto,
e un rospo
con aria goffa e imbronciata gracida,
Asia alza la testa e a un'altra favola pensa.
Di un poco, forse di un niente danza l'umanità,
respirando piano per non fare rumore,
coccolandomi grazioso mi addormento per l'ultima volta.