Poesie personali


Scritta da: Giovanni Piscopo
in Poesie (Poesie personali)

Il futuro

Quando l'ipocrisia
sovrasta gli animi
dei giovani.
Intrinsechi di cupidigia
e di rivalità!
Quando nel loro cuore,
perdono la dignità;
scalfita da una società
non prodiga al bene di ognuno di loro.
Un dispotismo arcano!
I giovani sono il futuro;
la gioia,
la libertà,
l'essere e il dare.
Siamo noi quella bellezza
di continuare a rialzare la china,
di continuare anche nel momento
che ci sentiamo sprofondare,
dai sogni proibiti dalla società;
fino a quel mondo
che vorremmo conquistare.
Un tempo migliore.
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    in Poesie (Poesie personali)
    I cieli incompiuti respingono
    le fiamme d'estate.
    Una screpolata terra nera
    attanaglia la solitudine
    racchiusa nei nostri occhi.

    Il tempo di addio
    dipana luci ad acquerello
    su un mondo risecchito
    di pietrame.

    Un gomitolo variante d'infinito
    s'inquadra in ghirigoro
    di cornici verdi, rosse
    e turchine
    mentre il cuore
    dell'uomo maturo
    si specchia in un autunno
    che spira.

    Saremo capaci di leggere
    il nostro domani
    con occhi limpidi
    lavati con la rugiada
    caduta nella notte
    in attesa che l'uomo
    le regali un fiore?
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)
      La nostra terra madre è stanca di partorire
      uomini che seminano fame nei suoi solchi.
      Non usiamo più acqua per lavarle il viso
      ma sangue di martiri di ogni sesso ed età.

      Stiamo morendo giorno dopo giorno
      con l'orecchio pieno di rumori di spari
      gli occhi stravolti per il troppo dolore.
      Di nascosto i potenti si giocano a dadi
      un deserto gravido di futuro senza mani.

      Corrono veloci missili umani nello spazio
      da tempo trasformato in caserma micidiale.
      Uomini e donne lo popolano piangendo
      guardando la terra madre dove sono nati.

      Sta sbocciando in silenzio un nuovo domani
      con fuochi d'artificio senza nessun colore
      perché stiamo uccidendo anche l'amore
      in nome di un dio nato dall'odio e dal terrore.

      I lunatici e marziani siamo sempre noi stessi
      che prepariamo un grande giardino di metallo
      con un portone senza chiavi, la cui scritta dice:
      "Qui giunsero gli uomini con tanta nostalgia
      dopo aver distrutto la loro azzurra madre
      con odio, rancore, morte e tanta ipocrisia".
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)
        Signore, si è spenta la nostra candela nella notte.
        Il buio ci ha presentato la sua faccia senza occhi
        ci abbraccia freddo come il cipresso la sua ombra.

        Seduti sulle pietre aspettiamo nel silenzio la luce
        strofinando nelle nostre mani callose una lucciola
        che lascia una striscia di luce sul nostro cammino.

        Signore, alzando gli occhi vediamo la tua croce
        sulla collina che ci porta al paese della mamma
        dove la sera apprendemmo a pregare sognando.

        Tu lo sai bene che noi siamo dei con poca memoria
        perché uccidiamo il giorno prima l'immagine di oggi.
        La nostra candela, Signore, si è spenta al tramonto.

        Ognuno di noi, Signore, ci specchiamo nel passato
        per non arrivare alla tua porta senza luce nelle mani.
        Per noi il sole sorge col fuoco spento e cuore acceso.

        Signore, questa sera si è spenta la nostra lucciola.
        Sono rimasti pochi a dividere il pane duro del lavoro
        con i poveri che hanno pietà di morire sempre soli.
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          Signore, che ti sei fatto nostro fratello,
          dacci una mano per pulire i nostri occhi,
          fortifica le nostre braccia di debole creta.
          Il nostro carnevale ormai è già terminato,
          le maschere di cartapeste sono già rotte,
          i vestiti li ha corrosi il vento di primavera.

          Non vedi che siamo nudi nel tuo giardino?
          Anche i fiori abbiamo ucciso giocando.
          Non ci resta che coprire la faccia con le mani
          quando arrossisce di vergogna nella sera.
          La notte la avvolgiamo con false illusioni
          pensando di riempire il vuoto del cuore.

          Signore, siamo andati troppo lontano e soli
          senza prenderci per mano in questo labirinto
          di cose semplici che abbiamo complicato
          con la stupida e falsa amicizia senza cuore.
          Pensavamo di essere i padroni della casa
          riempiendo la storia di fuochi artificiali.

          Vestici, Signore, un'altra volta col tuo respiro.
          Il frutto che ti rubammo della conoscenza
          fu il nostro primo giocattolo di compleanno
          che rompemmo nascosti nell'ombra del giorno.
          Non abbandonarci nelle mani di falsi giocolieri
          che ci rubano l'anima con tutti i nostri pensieri.

          Siamo polvere, Signore, delle tue lontane stelle
          di mondi sconosciuti dove i soli e le alterne lune
          ci fanno impazzire e spesso perdiamo la testa.
          Camminiamo sotto un cielo con nuvole oscure
          trasformando in pioggia la nostra umana tristezza.
          Signore, fa che regaliamo sorrisi per finire in pienezza.
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            Scritta da: Gabriella Stigliano
            in Poesie (Poesie personali)

            Come un violino

            Come una piuma
            nel vento,
            una fiaba sussurrata
            nella notte,
            un cielo visto
            dal riflesso
            di uno specchio
            di una stanza
            vissuta e respirata,
            ma nascosta
            nell'incostanza.
            Come un violino
            in un angolo buio,
            che sogna
            un assolo
            sulla scena in luce
            del mondo,
            come una luna lontana
            che strega
            e cambia le maree,
            così una donna
            sa misteriosamente
            essere,
            aspettando il silenzio
            che profetizza
            l'amore.
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              Scritta da: Claudio De Lutio
              in Poesie (Poesie personali)

              Domenica delle Palme

              Tra primule, fresie, camelie,
              tra rondini in volo... in ritorno...
              fedeli già pronti alle veglie,
              nel dì che si approssima al giorno.
              Al giorno: sì... al giorno fatale!
              Nel chiostro di palme, di ceri,
              cogl'inni, la voce corale,
              i cuori addolciti... sinceri...
              Sì! Tanto sinceri e giulivi
              davanti al Re mite, che viene
              in groppa ad un'asina: quivi
              quell'umile trono che tiene.
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                Scritta da: Mariella Mulas
                in Poesie (Poesie personali)

                Per caso sussurro amico

                Soffermate sempre
                sguardo in sguardo
                per caso incrociato...
                E se colpisce di sincerità
                cercate l'espressione
                della vita...
                È necessario come
                osservarsi riflessi...
                Si potrà forse capire
                se diverrà dialogo
                o silenzio dell'anima.
                Si riuscirà forse così
                a cogliervi l'aria sorridente
                o lontana dai colori
                ammorbidenti linee
                ritratte meste.
                E quegli occhi diverranno
                racconti d'identità,
                pure se ancora sconosciuta,
                ma che infine
                se un sorriso e un saluto
                nasceranno spontanei, allora,
                con un sussurro già amico,
                sentire forse si potrà:
                - Ciao mi chiamo amicizia...
                e tu come ti chiami? -.
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                  Scritta da: Alfonso Chiaromonte
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Amo

                  Amo il fiore dei rossi colori
                  che diffonde dai petali profumo gradito,
                  amo il vento, che suol portar gli odori
                  delle verdi foglie all'amoroso invito.

                  Amo la limpida placida onda
                  che rotolando in viaggio bacia il viso.
                  Amo il gaio uccelletto che pare risponda
                  all'invito di natura con dolce sorriso.

                  Amo l'azzurro, che dipinge il cielo,
                  amo di lui le fulgenti stelle,
                  amo le nubi, che intorno fan velo.

                  Son gioie che giungon novelle,
                  mirabili grandezze, che fuggon il gelo,
                  amo il Signor che le dipinse sì belle.
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