Poesie personali


Scritta da: Mariano Ciarletta
in Poesie (Poesie personali)

Strade

Ho percorso strade
perdendo il conto dei passi,
ho incontrato occhi
sfiorato labbra bramose di fuga.
Mi sono nutrito di menzogna
e l'ho cucita, su ogni singola membra.
Ho indossato una maschera su un volto di cera
annusato profumi di storie non mie.
Ho stillato lacrime che avrei potuto conservare
gelosamente, come prismi preziosi
per rivenderli al miglior offerente.
Ho assaggiato essenze di vita
e ho preso a pugni il dolore
nelle febbrili notti dell'anima.
Ho custodito sanguinanti ferite,
che ho ancora qui, sui palmi della vita.
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    Scritta da: Marta Emme
    in Poesie (Poesie personali)

    Salvataggio

    Mentre assorta camminavo
    la strada bagnata osservavo,
    così t'ho notato e t'ho
    salvato, o vermiciattolo*
    (lombrico) che ti muovevi
    perso in quel rigagnolo. Eri
    uscito dal terreno e poi
    d'un tratto ti sei trovato nel
    sole pieno, perché nel
    frattempo è arrivato il sereno.
    Una vita da verme, nell'ombra
    sol può stare perché alla luce
    del sole può solo seccare. E
    così che, alle spalle, ognun
    si deve guardare.
    Composta lunedì 8 maggio 2017
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      Scritta da: Roberto Di Nardo
      in Poesie (Poesie personali)

      Il motivo non cambia

      Metti un piede davanti se l'altro ti regge
      altrimenti finisce che cadi per terra.

      È così che hai iniziato a contarti il percorso,
      che sia dove sei stato o non sei mai arrivato,
      quante volte alle vie da seguire hai pensato,
      ammuchiandoti il dubbio per qualcosa perso.

      Sai, c'è un mondo di cose che hai testimoniato.

      Frasi scritte su muri che restano addosso,
      sia coi significati che col calcestruzzo.

      Scalinate infinite da perderci il fiato,
      o a goderti di botto quel mondo che hai avanti,
      spacca il resto ch'è storia di passi in sequenza.

      Per cercare un parcheggio a manovra di lato.

      Le finestre addensate a guardarti passare
      come occhi che in vicoli ciechi hai lasciato.

      Chè se un uomo di strada, poi al peggio è un barbone,
      per le donne è normale esser solo puttane.

      Nonostante insicuri disegni di crepe,
      e segnali di rigide leggi a seguire,
      perdurare d'ammasso d'asfalto, resiste.

      Col passare del tempo il motivo non cambia:
      se non vuoi ritrovarti a cadere per terra,
      metti un piede davanti se l'altro ti regge.
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        Scritta da: Roberto Di Nardo
        in Poesie (Poesie personali)

        No che non dormo

        No che non dormo,
        se un uomo che soffre in un letto,
        ha di comodo qualche respiro, annaspato.
        se in un cartone gettato, un'anima aspetta ricordi di abbracci felici.
        Se gli occhi di verde smeraldo son diventati rossi di asfalto macchiato.
        La donna che nel fango mi ha segnato la via,
        cerca appigli di sabbia ogni giorno, tra spire di risa e follia.
        La carezza di un condannato, resterà la più pura per sempre nel petto.
        Un pittore, il sudore dipinto sul viso, è sparito tra i passi nel sole.
        Un saggio sembiante di padre è stato rubato dal tempo.
        Ed un sogno di nero colore, insiste a restare nel cuore.
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          Scritta da: Roberto Di Nardo
          in Poesie (Poesie personali)

          Buffone

          Buffone di corte che neanche ti presta attenzione.
          Scrivi e canta canzoni.
          Danza inventando battute rivolte a spazi e momenti di vuoto.
          Fantastica storie che ai piatti del giusto bilanciano almeno il finale.
          E mascherati,
          colorati il volto pagliaccio.

          Usa colori che almeno ricordino quanto di dentro fa parte, ancora,
          del tuo trascinato sentire.

          Un rosso sapore di ferro dolciastro,
          testimone del sangue che vedi,
          sugli occhi.
          Un giallo sacrale d'effimero dorato,
          che risalti il sudore,
          e lo sputo sul volto.
          Ed un nero contorno per ogni fattezza,
          perché al buio nascondi
          ogni volta

          quell'essenza che grida perenne,
          arrivando a creare il silenzio.
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            Scritta da: Laila Ken
            in Poesie (Poesie personali)

            Io

            Io
            che non mi osservo più allo specchio
            per non scorgere i segni dell'età
            e fare i conti col tempo che, inesorabile, sciama.
            Io
            che faccio a botte con la mia sensibilità
            nel desiderio di tramutarla in acrimonia pura
            per non soffrire ancora.
            Io
            che quando i miei occhi si colmano
            di lacrime mi limito a fare spallucce
            nell'autoconvinzione
            che bruciano per la polvere.
            Io
            che ogni volta che inciampo
            nelle trappole della vita
            non mi spiego dove attingo
            la forza per rialzarmi
            e il coraggio per andare avanti.
            Io
            che nella mia incomprensibile incoscienza
            continuo a sfidare la morte
            dimenticandomi che in gioco c'è la vita
            nella bramosia di una "normalità" solo apparente.
            Io
            che molte volte non riesco ad accogliere me stessa
            e con la quale non ho ancora imparato
            a convivere senza conflitti.
            Io
            che ho saputo trasformare
            i miei sogni in mete conquistate
            e le mie ambizioni in orizzonti luminosi.
            Io
            che mi perdo dentro mille pensieri confusi
            dove il mio passato danza col mio presente
            che, ineluttabile, si aggrappa al mio futuro.
            Io, io e poi?
            Io e il mio tramonto che può, ancora, essere un'aurora.
            Composta domenica 7 maggio 2017
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