Buffone di corte che neanche ti presta attenzione. Scrivi e canta canzoni. Danza inventando battute rivolte a spazi e momenti di vuoto. Fantastica storie che ai piatti del giusto bilanciano almeno il finale. E mascherati, colorati il volto pagliaccio.
Usa colori che almeno ricordino quanto di dentro fa parte, ancora, del tuo trascinato sentire.
Un rosso sapore di ferro dolciastro, testimone del sangue che vedi, sugli occhi. Un giallo sacrale d'effimero dorato, che risalti il sudore, e lo sputo sul volto. Ed un nero contorno per ogni fattezza, perché al buio nascondi ogni volta
quell'essenza che grida perenne, arrivando a creare il silenzio.
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