Scritta da: Carlo Spada
in Poesie (Poesie personali)
Aurora
Dipinge il cielo di primaria luce
per amore immortale
rimuove l'oscurità con l'armonia del silenzio.
Composta mercoledì 22 luglio 2009
Dipinge il cielo di primaria luce
per amore immortale
rimuove l'oscurità con l'armonia del silenzio.
Attendendo giorni distanti
e ascolto questo inverno
tra mura odiate, volute
e, amare, attese di pietra,
attese di un respiro che
non sarà mio mi diranno
di quella vita a cui
ho rinunciato. Mi diranno
di quelle distanze che
non ho saputo percorrere,
di quelle distanze che
non ho saputo coprire
con un gesto, un solo gesto,
d'amore.
E allora lascio questa poesia,
in questo inverno. Portala con te.
Ti prego.
Pensieri fumosi inseguono l'arca
appesi al ricordo
dubbi
puzza di eco pietrificato in giudizi
seduto instabile sulla torre
osservo
perduta l'originale essenza
rivoli inondano il greto
ascolto.
Mentre ammiro estasiato
la beltà del tuo corpo
il mio spirito
s'accende di vermiglio amore;
l'aria, la terra che ti circonda
è piena di profumi
mentre i raggi del sole
appena levato
incoronano di rose e di lillà
il tuo bel volto.
Al tuo dolce guardare,
al tuo sorriso candido,
alla tua voce angelica
l'erba diventa verde,
i fiori si colorano,
il mare si placa
e il cielo si rasserena.
Placati cuore
tacita la mente
smorza la parola
addolcisci il dolore,
spesso ritornato,
rimuginato, richiamato
quasi sempre, aspettato
per perdonarti anche
colpe non solo, di altri
ma, pure tue che
non recedi, non incedi
incontro al
Perdonare!
Sussurrandoti "addio amore",
farò in modo
di non rimpiangere troppo
la vita.
Abbandono, per un attimo,
la mia emozione
per conoscere solo la tua.
Non hai capito
la mia ammirazione verso di te;
forse non hai compreso
che quel sentimento
ch'io nutrivo per te,
chiamato amicizia,
nel mio cuore
aveva un nome diverso,
un nome breve e bello
che non si dimentica.
Proprio adesso,
sulla morbida sabbia
ti strinsi a me,
sussurrando le poche
banali parole
che usano i timidi.
Non ti dissi nulla,
ma sentii, dopo secoli,
la delicata fragranza
del tuo corpo
che vidi ed amai
sotto le lucenti
cupole d'oro di s. Marco
quando, tornato vincitore
dalla guerra più sanguinosa
che Venezia avesse visto
io, mia bella amata,
ti feci regina.
Quando cala il sole
e la sera distende il suo velo
si risvegliano nel mio cuore
antiche dolcissime passioni.
E mentre la notte senza stelle
si dissolve nel buio infinito
rinasce in me il desiderio
di avere accanto, per un attimo,
la mia Sandrina.
Pronunciare il suo nome,
sentire la voglia ardente
di gettarmi felice,
come un bambino,
tra le sue braccia,
avvertire il piacere inafferrabile
di baciare le sue labbra carnose,
il profumo intenso di lillà
del suo corpo armonioso.
Sono questi i momenti più belli
della mia vita
che continuo a vivere
e a sognare.
Legata ad un filo di carta sottile
Mi crogiolo
Nelle illusioni di un passato
Che non esiste
Nelle forti emozioni
Tramutate in nulla
Ma che come uncini
Si aggrappano alla mia pelle
e carnivore
Si aggirano nella mia mente
Succhiandone la linfa
Non vi è più ragione
Non vi è più realtà
Solo tremore
Caos
Speranze disilluse
e il mostro che qui dentro giace
Si compiace della sua stessa follia
e persegue
Nel doloroso progetto di distruzione
a cui io assisto inerme
Seppur cosciente
Che alcuna forza magica
Non potrà mai da sola spezzare
Quel filo a cui io
Ostinatamente
Mi continuo ad aggrappare.
Gli occhi incatenati
il ronzio nelle orecchie
il mondo si ferma in quell'istante
in cui serpeggia l'emozione
e si tramuta in energia calamitante
Mentre le palpebre si socchiudono
e le labbra umettate
già pregustano il tuo sapore
mi immergo nel tuo inebriante odore
che anestetizza la ragione
Non sento null'altro che il tuo respiro
e il mio
a ritmo sempre più veloce
e come fuoco
la tua mano si posa sul mio collo
in uno spasmo di piacere
che è quasi dolore
nei secondi che ci separano
Ogni senso all'erta
bramoso dell'assaggio
godendosi l'attesa
Le labbra finalmente si sfiorano
il cuore accelera
e il mio corpo si abbandona
è il bacio
il momento di unione
di due corpi che si cercano
per appartenersi
scambiandosi
con il proprio sapore
le loro anime
il loro amore.