Poesie personali


Scritta da: BrutalBruzzi
in Poesie (Poesie personali)

Io ricordo te! (I remeber you!)

Il ricordo io lo sento,
è come un tuono che annuncia il temporale...
il ricordo io lo vedo,
è come una vecchia fotografia sfocata...
Voci, volti, suoni, canti, parole
La tua pelle sulla mia pelle
Gli occhi, gli sguardi, i colori, le pupille...
Il tuo soffio, il mio soffio
Respiri, sussurri, capelli...
Non riesco a cancellare la mia mente
è come se ci fosse un insetto che non riesco a cacciare via
Io ricordo te
Chissà se mi hai mai pensato...
Io ricordo te
Sulla spiaggia, sulla sabbia, sull'asfalto
Io ricordo te
e le tue labbra rosso fuoco, la pelle biancastra
Io ricordo i tuoi passi, li sento ancora
Io ricordo te malgrado tutto
Oltre il dolore, la rabbia, il pianto
Io ricordo le tue dita,
i tuoi palmi, i tuoi polsi...
La mia vita non vuole dimenticare
Non smette mai di sognare
La mia vita eri tu
o lo sei stata
o non lo sei più
La mia vita è un ricordo infinito
è un eterno tornare indietro...
voglio bruciare i miei pensieri
nelle fiamme della passione!
Composta domenica 29 settembre 2002
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    Scritta da: BrutalBruzzi
    in Poesie (Poesie personali)

    Io non sò più...

    Io non so più
    Dove posso trovare l'Amore,
    dov'è l'Odio, dov'è l'Indifferenza...
    Io non so più
    Piangere nelle notti d'Estate,
    non so più dove trovare pace...
    non so più cos'è la guerra,
    non so più sorridere, ridere.
    Non chiedetemi chi sono,
    non so più qual è la mia anima...
    Io non so più
    Il mio nome,
    Dov'è me stesso,
    non so più dove abito,
    non so più perdermi,
    ritrovare la strada...
    Io non so più guardare,
    non so più fare a meno di vedere,
    non so più né leggere e né scrivere,
    non so più fare a meno di pensare.
    Io non so più
    Dormire,
    non so più risvegliarmi,
    e sognare.
    Io non so più amare,
    non so più odiare,
    e non posso fare a meno di gridare.
    Io non so più cos'è Vita,
    cos'è Morte,
    non posso fare a meno dei battiti del mio cuore.
    Io non so più
    Se c'è tanto tempo,
    se il tempo è già scaduto.
    Io non so più camminare e corro,
    e non posso fare a meno di fermarmi.
    Io non so più dimenticare,
    non riesco a ricordare.
    Io non so più dove sono,
    e mi vedo nitido
    in una realtà che mi accompagna.
    Composta venerdì 5 luglio 2002
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      Scritta da: BrutalBruzzi
      in Poesie (Poesie personali)

      Immaginarti...

      Immaginarti come
      Un riflesso sull'acqua del mare
      Cercare i tuoi occhi
      Nel colore dell'Alba di un mattino
      Sentire il profumo
      Dei tuoi capelli nella brezza
      Essere consapevoli di un amore
      Troppo forte da sopportare
      Sentire l'eco delicato della tua voce
      Che si imprime nella mente
      Immaginarti come
      Un sogno che svanisce
      Per far posto alla realtà della tua bellezza
      Che prende forma
      Come un'onda che si staglia sulla riva
      Come la sabbia bagnata
      Cercare il tuo calore
      La tua pelle
      Entrare nella tua anima
      Per non uscirvi più...
      Immaginarti
      Per come
      Sei tu!
      Composta martedì 29 maggio 2001
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        Scritta da: BrutalBruzzi
        in Poesie (Poesie personali)

        Helmassira...

        Il piede straniero
        Non calpesta più la sabbia del deserto,
        la terra torna
        nel seno della Patria
        Madre buona e severa.
        E nel vento caldo
        e nella pioggia di fuoco
        Allah chiama Re Hassan ii°
        a guidare il suo popolo
        Nella Marcia Verde
        della riconquista e della festa!
        Marakech applaude trecentocinquantamila figli del Sahara
        Il Corano e la Bandiera
        Sono le armi
        a Semar le donne
        Partoriscono la Libertà
        Edakhla e Laayoune
        Cantano l'Unità
        Come l'Oceano che
        Scaglia le sue onde impetuose sugli scogli
        e sulla spiaggia
        Gridando alla sua gente:
        "Nessuno mai potrà dividerci!"
        Guerat festeggia il trionfo
        Della Nazione e del suo Condottiero
        i datteri al sole brillano come diamanti
        e le stelle nella notte
        Formano un tappeto argentato
        Dono al suo popolo di Dio.
        Re Hassan adesso è un fiore
        Affonda le sue radici nel cuore della sua Terra
        e il suo nome è ricordato nella Storia
        Il suo pensiero vive
        Con Re Mohamed iv°
        Ancora una volta
        Il vento chiama
        i figli del deserto!
        Composta sabato 30 giugno 2001
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          Scritta da: BrutalBruzzi
          in Poesie (Poesie personali)

          Guardami...

          Guardami... io sono rapito da te!
          Alza il tuo sguardo verso i miei occhi,
          e vedrai te stessa specchiarsi nella pupilla scura,
          di un'anima in preda a spasmi di passione!
          E tu stai lì,
          seduta,
          con lo sguardo a terra,
          prendendoti beffa del tempo,
          immobile come la statua di una Dea immortale,
          bella e implacabile!
          Composta mercoledì 2 aprile 2008
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            Scritta da: BrutalBruzzi
            in Poesie (Poesie personali)

            Estasi dopo il sogno...

            Il tintinnio del ghiaccio contro il
            Vetro del bicchiere,
            il Jack Daniel's è scivolato sulla lingua
            giù  nella gola che adesso brucia,
            Lei che si è rivestita nella penombra della camera da letto.
            Ora lei è andata via,
            e i nostri corpi dopo un abbraccio vorticoso
            con la pelle contro pelle
            sudano stanchi di un orgasmo sublime.
            Nella penombra della camera da letto,
            di nuovo il tintinnio del ghiaccio contro il vetro del bicchiere...
            Dopo l'Estasi!
            Composta lunedì 8 agosto 2005
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              Scritta da: BrutalBruzzi
              in Poesie (Poesie personali)

              Drakulia...

              Guardo la tua bocca
              che vorrebbe baciare le mie labbra
              mi abbandono alla tua lingua sul mio collo
              il tuo sguardo sensuale mi rapisce
              sento le tue mani che accarezzano il mio petto
              mentre le tue cosce di seta
              stringono i miei fianchi...
              Ti abbraccio stretta
              non vorrei più separarmi  dal profumo della tua pelle,
              i tuoi capelli sono di raso
              come fruste nere di cuoio corrono lungo la tua schiena
              ma è come un bel sogno che finisce
              i tuoi canini sprofondano nelle mie vene
              il tuo seno o donna mortale è così bello
              lo guardo mentre ti nutri della mia essenza
              i tuoi seni sono due calici d'argento
              e i rivoli di sangue scivolano sulla bianca epidermide
              mi lasci riverso sul mio letto
              diventi crudele
              quando sei sazia...
              Tu sei una Seduzione Letale!
              Composta lunedì 11 marzo 2002
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                Scritta da: Gianluigi Nardo
                in Poesie (Poesie personali)

                Utopia

                Ti ho conosciuta quand'ero ragazzo.
                Eri fatta di libertà,
                di pace, di giustizia,
                di solidarietà umana,
                di rispetto per la natura.
                Mi sei rimasta nel cuore e nella mente.
                Ti ho chiamata utopia.

                Quando mi avete dato
                mille schermi colorati,
                cavalli con le ruote
                e mostri con le ali,
                ho dovuto dire si.

                Ma poi mi avete detto:
                andate a conquistare il globo.
                Allora basta,
                allora ho gridato il mio no!
                Per non perdere la mia identità,
                per non vendere la mia terra,
                per non farmi occupare la casa.
                Ho detto no! Ma non mi avete ascoltato.

                Ora il pianeta brucia.
                Riprendetevi tutto!
                Riprendete il denaro,
                i successi, le ambizioni.
                Riprendetevi la mia vita.
                Lasciatemi una cosa sola:
                la mia utopia.
                L'unica ragione della mia vita.
                Composta venerdì 15 maggio 2009
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                  Scritta da: Manuel Costa
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Il mio bagaglio

                  Ho un buon bagaglio adesso e non ne sento il peso.
                  Gioia e nostalgia,
                  e piccoli passi
                  lasciando orme come su neve fresca, chiare,
                  altre sul filo del mare, subito svanite.
                  Lunghe soste.
                  Poche parole, molte volte più di quelle che bastavano
                  e poche conoscenze, meno di quelle che avrei potuto ma cercate.
                  Incontri che cambiano la vita
                  e altri scivolati via come consigli non chiesti.
                  Sguardi rubati e gesti copiati.
                  Pioggia presa e pioggia resa
                  e quel sole voluto per dare un valore alla mia ombra.
                  Solitudine arrivata e mai capita
                  e poi quella cercata che salva.
                  Notti perpetue, poche, e risvegli inquieti a denti stretti.
                  Ho camminato con la sensazione di avere un seguito di persone
                  e ho camminato non potendo chiedere a nessuno dove.
                  Attimi di inaspettata semplicità
                  rotti da lacrime e sudore
                  che mi segnano il viso fino a capire che lacrime e sudore nascono dalla stessa fatica.
                  Ho un buon bagaglio adesso
                  e avrei ancora spazio per qualcosa ma ne sentirei il peso.
                  Ancora altra gioia e ancora altra nostalgia.
                  Ma le lascio volentieri.
                  Le lascio a chi verrà dopo di me.
                  Ho avuto abbastanza io,
                  una donna elegante e un tempo usato per cercare.
                  Vado, con quell'andare di paura di chi non sa dove va.
                  Leggero però di chi sa da dove parte.
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