Scritta da: Franco Mastroianni
in Poesie (Poesie personali)
E un altro giorno
s'incammina
lasciando
dietro se
lo spazio
a un'altra notte
dal colore bruno
ed io
già sento
il tuo profumo.
Composta giovedì 17 dicembre 2009
E un altro giorno
s'incammina
lasciando
dietro se
lo spazio
a un'altra notte
dal colore bruno
ed io
già sento
il tuo profumo.
Il tuorlo d'uovo
stagliava soddisfatto
in cima alla polpetta
seduto come neve
sulla vetta
il
pane abbrustolito
sostava appena sotto
e
non per sbaglio
con
fare un po furbesco
ammiccava l'aglio
al
centro del disco ceramico
si estendeva la pianura
ricolma di colori
che
faceva invidia
alle tavolozze dei pittori
le
polveri... le salse
i dadini di cipolla
discutevano tra loro
nell'attesa di posarsi sulla lingua
e donare il loro impatto.
Mentre il tuorlo sulla cima
si stagliava soddisfatto.
Lui si sentiva
il sole
che illuminava
il piatto.
Io ti raggiungerò
lassù
dove tu sola
sai volare
e
sarai mia
tu
e
il tuo stupendo
modo d'amare.
Trovare la tua immagine
prima che il sole sorga
parlare sottovoce
prima d'aprire gli occhi
sentirti sulla pelle
respirare il tuo profumo
sentir la tenerezza
nel modo in cui
mi tocchi
e
perdersi in un viaggio
senza andata
né
ritorno
ancora
insieme
nel
nuovo giorno.
Sorride alle stelle
il cucciolo inerme
avvolto nel caldo buio notturno
che lo protegge.
Sogna il domani
un mondo azzurro
di rose e comete,
e stringe nel cuore
un talismano di miele.
Passa una nuvola,
il bimbo gioca nel bianco
immacolato splendore di vita;
lo riscalda un abbraccio
e si sveglia nel domani.
Un istante ed è padre,
sogni svaniti come le nuvole,
sconfitte nel cuore
l'amore fra le braccia.
Il bambino lo fissa, si specchia
immagina il suo mondo
e il cerchio continua.
Tace la luce notturna, il colore
scompare nel fiume scuro del silenzio...
qui mi accascio.
Un Cupido severo
mi ha strappato l'anima
con le sue ali nere
[brandelli di fuoco, artigli di fuoco].
Disperazione che sa di fiele
un canto ululato alla luna
che nuvole arse di vento
ricoprono
con cenere grigia, si perde...
Amore non c'è più,
spento il fuoco un ardore di morte
mi strazia,
il nulla mi accarezza
lussurioso
e piange la foglia di pece
che avvizzisce nel petto
al posto del cuore.
Luna tramonta, grida nel vuoto
e il silenzio mi lusinga
nel sogno di un amore perduto.
Scappa
mantello argentato di sogno
di fuga tu vivi ogni notte,
lasci caldo il guanciale
che anela un ritorno... è freddo.
Il rosso ti insegue nell'ombra
carezzando le tue ciglia
e posando brina d'amore
su un cuore che arde
ogni giorno, per chi?
Notte cortese
fin troppo,
schermo al tuo sguardo
di fiamma, si chiude
si schiude
trafelato nella corsa del perdono.
Castello di aria
fuggi nel vento
perché qui che ti aspetta
rimarrà sempre
l'ingenuità.
Annichilirsi nell'impassibilità della notte, lacerazioni
motivo di carne
cammino di spade
piccole cellule d'amore
sull'ambiguità di seta del vapore,
cesellato
cuore in un filo sottile
di trasparenze
oceano contaminato
dal calore del suolo
tempere di petali di fiori,
sollevati da una
tempesta di onde,
spinte da un
viso di gocce di
luna,
un gatto
smarrisce il suo segreto nei semi
selvatici di due
stelle di verdi
primule che solo
un ambrato
vento potrà
dischiudere, e
mai tradire.
I suoi occhi sono gemme nere pertorite dal fuoco della terra
frecce forgiate dal coraggio di chi non fugge
si scagliano su di me tese all'arco della verità.
Oh vita che mi hai dato tante gioie
come anche tante sofferenze e delusioni,
sorrisi come pianti, se trovi un mio senso ti chiedo
di farlo apparire perche da sola non sono
riuscita a trovarlo. E se neanche tu riesci a trovarlo
chiedi al vento di prendersi l'ultima mia boccata d'aria,
chiedi alla luna di far splendere in ogni notte i miei occhi in mezzo
alle stelle luminose, chiedi alle persone da me amate
di lasciar spegnere i battiti del mio cuore!